{"id":43347,"date":"2019-02-20T14:58:19","date_gmt":"2019-02-20T13:58:19","guid":{"rendered":"https:\/\/albanialetteraria.it\/?p=43347"},"modified":"2022-04-05T09:46:49","modified_gmt":"2022-04-05T07:46:49","slug":"viaggio-in-albania-joseph-roth","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/albanialetteraria.it\/viaggio-in-albania-joseph-roth\/","title":{"rendered":"L’oggi di un viaggio di ieri"},"content":{"rendered":"
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Quasi cento anni fa uno dei pi\u00f9 brillanti scrittori europei avrebbe viaggiato per l\u2019Albania<\/strong><\/a>.<\/p>\n

Corrispondente del \u00abFrankfurter Zeitung<\/strong>\u00bb, Joseph Roth<\/strong><\/a> nel 1927 attraversa un paese del quale, pur con esagerazioni e senza dati e statistiche scientifiche a disposizione (che spesso erano erronee), riesce a capire l\u2019essenza e l\u2019anima meglio di tanti esperti e ricercatori armati di conoscenza linguistica e di studi specifici.<\/p>\n

\u00abMolto meno sensibile alle bellezza della natura di quanto non lo siano i turisti di indole ottimista<\/em>\u00bb, come asserisce egli stesso, Roth si sofferma sugli aspetti culturali, di mentalit\u00e0 e di tradizioni di quel paese che egli all\u2019epoca vedeva \u00aba met\u00e0 strada tra la vendetta di sangue e le Societ\u00e0 delle Nazioni\u00bb. Oriente in tutto e per tutto, questa sua Albania \u00e8 Occidente solo \u00abin quelle citt\u00e0 per tre quarti europee come Skutari, Valona e Coriza<\/em>\u00bb; il resto \u00e8 un mondo \u00abesotico\u00bb, a volte \u00abbarbaro\u00bb a volte \u00abprimitivo\u00bb.<\/p>\n

Ma, al di l\u00e0 delle descrizioni che possono sembrare tese a svalutare gli albanesi (nella logica in cui scrive, tuttavia, non lo sarebbero), questi articoli sono uno straordinario documento sulla continuit\u00e0 di alcuni aspetti del mondo albanese, di quel passato orientale che troviamo ancora nel presente europeizzato. Anzi, si potrebbe dire anche di peggio, ovvero che l\u2019occidentismo dell\u2019oggi, costruito in tale maniera, potrebbe avere l\u2019effetto di un maquillage che con il caldo e il sudore accentua e aggrava la bruttezza.<\/p>\n

Pi\u00f9 che le staccate o le cesure, la storia \u00e8 fatta di continuit\u00e0. In effetti, \u00e8 spesso quel continuum, soprattutto sugli aspetti peggiori, che dovrebbe far riflettere gli storici e gli intellettuali di una data cultura. Le impressioni di Roth di cento anni fa non sono molto distanti da quelle di un intellettuale di oggi, posto che questi sia libero, disinteressato e soprattutto, non subisca la costruzione della nuova bellezza albanese.<\/p>\n

\u00abL\u2019Albania \u00e8 bella, infelice, nonostante la sua attualit\u00e0, noiosa<\/em>\u00bb, sembra essere scritto da qualcuno che oggi si aggira per il paese; invece siamo nel 1927. Perch\u00e9 in un paese dove \u00abla libert\u00e0 \u00e8 un concetto relativo<\/em>\u00bb tutto diventa noioso, perch\u00e9 le vie dell\u2019estrinsecazione delle virt\u00f9 si riducono. Oggi si direbbe che \u00e8 tutt\u2019altro che noiosa, ma soltanto a un primo impatto da turista, quando l\u2019anarchismo estetico crea l\u2019illusione di stimoli autentici. Invece, il paese, allora come oggi, porta con s\u00e9 gli stessi malanni, soprattutto per chi ci vive.<\/p>\n

In un \u00abpaese in cui non \u00e8 sicuro n\u00e9 chi governa n\u00e9 chi \u00e8 governato<\/em>\u00bb, si impara \u2013 questo da secoli, poi il comunismo ha fatto la sua parte \u2013 a non esprimere la propria opinione, ma \u2013 scrive Roth \u2013 \u00aba forza di non esprimerla, smetteranno di averne una e ascolteranno quella altrui: cos\u00ec, al posto di una convinzione politica, subentra l\u2019adesione al partito politico<\/em>\u00bb.<\/p>\n

Infatti, da un certo punto di vista, si potrebbe dire che gli albanesi non hanno convinzioni politiche strettamente personali, e, se e quando le hanno, sono conformi, per inerzia, ai dettami tradizionali della famiglia o del klan.<\/p>\n

Il rapporto che agli occhi di Roth gli albanesi avevano con la loro cultura pare non essere troppo cambiato nel corso degli anni. Egli \u00e8 riuscito a capire alcuni paradossi della societ\u00e0 albanese, come quel \u00abconservatorismo nazionale\u00bb che agisce \u00aba scapito dell\u2019umanit\u00e0\u00bb, ma anche le \u00abpeculiarit\u00e0 tribali a scapito della nazione\u00bb. Cos\u00ec, non si costruisce n\u00e9 un mondo basato sui valori della civilt\u00e0 europea e nemmeno una nazione con un senso proprio.<\/p>\n

Balza agli occhi del grande scrittore la miseria della classe media \u00abmeschina\u2026 (essa stessa colpevole) e sempre con il desiderio di lasciare il Paese\u00bb \u2013 quanta \u00e8 ancora oggi, purtroppo, verit\u00e0. Le parole pi\u00f9 belle, tuttavia, sono quelle rivolte alla classe degli \u00abpseudointellettuali<\/em>\u00bb, un \u00ab\u00e9lite assai esigua che provoca a questo paese pi\u00f9 danni che profitti\u00bb. Si tratta di quei \u00abmezzo istruiti, avidi di denaro, sempre pronti a negoziare con vicini interessati e a ordinare cospirazioni\u00bb.<\/p>\n

A volte sembrano le parole di un Noli, a volte di un Eqerem bej Vlora, e volte, tradotta in prosa, una poesia di Ali Asllani, ma \u00e8 uno straniero lontano a scriverle. E Roth guarda ai difetti di questo popolo con estrema obiettivit\u00e0, partendo dal dispiacere di vederli arrancare e soffrire in questo modo nel mezzo dell\u2019Europa. Che si tratti dei politici, della classe media o degli \u201cintellettuali\u201d, il male maggiore allora, ma ovviamente anche agli occhi degli osservatori odierni, da Roth descritto in maniera letteraria come \u00abla qualit\u00e0 pi\u00f9 pericolosa, \u00e8 l\u2019amore per il denaro\u00bb.<\/p>\n

Nella maniera pi\u00f9 sbagliata gli albanesi amano arricchirsi, perch\u00e9 l\u2019Albania era ed \u00e8, appunto, \u00abun povero paese ricco\u00bb. Egli, in una maniera geniale, condanna, quindi, non tanto l\u2019avarizia, ma il fatto che \u00ab\u00e8 difficile insegnare un albanese che ci sono cose che si fanno per niente, vale a dire\u2026 nell\u2019interesse della cosa pubblica<\/em>\u00bb. L\u2019albanese che pensa soltanto al suo orto oggi \u00e8 facilmente riconoscibile come lo era anche allora. In passato si parlava di bajrak; oggi quel bajrak si \u00e8 ingrandito tanto da chiamarsi Tirana.<\/p>\n

Non si pu\u00f2 non notare quanto risultino belle le parole ironiche su quella classe di albanesi che, una volta che hanno visto il mondo, tornano in patria. L\u2019autore si riferisce \u00aballa pseudocultura e al mandolino di coloro che sono rientrati dall\u2019America<\/em>\u00bb, ma il dramma \u00e8 che, ancor oggi, quel \u00abmandolino\u00bb rubato (oggi elevato al grado di chitarra) e le serenate copiate oltre oceano divengono, agli occhi degli albanesi, soprattutto quelli pi\u00f9 colti, ottenebrati dal loro regionalismo malato, sinonimo di \u201cCultura\u201d; parimenti, a seconda delle circostanze, le varie pseudo-citt\u00e0 si autoincensano nel voler sembrare esclusive depositarie dell\u2019attributo \u00abdi cultura\u00bb.<\/p>\n

Roth si accorge cento anni fa della malattia albanese rappresentata dalla devozione fanatica verso la tradizione e dall\u2019ansia di conservare gli antichi costumi, tanto venefica al punto da trasformarci in patetici estimatori di serenate copiate da altri a scapito della vera musica o, come nel presente, in proseliti parrocchiali che protestano, nel dialetto di Tirana, per la sopravvivenza del \u2018teatro nazionale\u2019 (un edificio fascista di scarsissimo pregio estetico) a discapito di tutti i monasteri, chiese e moschee antiche che in Albania rischiano di crollare per mancanza di restauro ma che gli intellettuali di Tirana nemmeno sanno l\u2019esistenza. D\u2019altronde, questo paese, come diceva l\u2019austro-ungarico Roth, \u00e8, oggi come allora, in mano, alle \u00absanguisughe alfabetizzate\u00bb.<\/p>\n

In conclusione, questo libro, a parer mio, \u00e8 una lettura obbligata anche per gli stranieri in Albania, compresi gli ambasciatori e i diplomatici di oggi che, come quelli di allora, arrivano da \u00abeuropei civilizzati\u00bb ma si riducono, con il passare del tempo, ad assumere le caratteristiche deteriori dell\u2019albanesit\u00e0.<\/p>\n

Nel paese esiste una buona fetta di popolazione che, per cultura e mentalit\u00e0, potrebbe sentirsi perfettamente a proprio agio a Parigi o a Berlino, vivendo alla stregua della migliore cittadinanza europea, ma che in patria, per l\u2019assenza di libert\u00e0 (l\u2019anarchia \u00e8 altra cosa) oppure a causa di una povert\u00e0 che solo in pochi riescono a sopportare con dignit\u00e0, finisce per ritrovarsi schiacciata tra il dominio dell\u2019atavica mentalit\u00e0 albanese da un lato, e la presunzione dei cosiddetti \u00abeuropei civilizzati\u00bb giunti nel paese dall\u2019altro. Quindi leggetelo, leggiamolo.<\/p>\n\t\t\t\t

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