{"id":48711,"date":"2022-11-10T19:30:29","date_gmt":"2022-11-10T18:30:29","guid":{"rendered":"https:\/\/albanialetteraria.it\/?p=48711"},"modified":"2023-01-11T11:16:59","modified_gmt":"2023-01-11T10:16:59","slug":"frammento-letterario-il-terzo-soldato","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/albanialetteraria.it\/frammento-letterario-il-terzo-soldato\/","title":{"rendered":"1941. L’anticonformismo femminile nell’Albania sotto assedio"},"content":{"rendered":"
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Il ragazzo non aveva alcuna intenzione di andarsene. La caparbiet\u00e0 era una virt\u00f9 che lo ripagava della scarsa attitudine allo studio, spesso rimproverata dalla madre, e dell\u2019ignoranza dileggiata dai compagni pi\u00f9 bravi di lui. <\/em><\/p>\n
Quel mattino se ne stava seduto da un bel po\u2019 sul bordo sgretolato della vecchia torre di difesa e da lass\u00f9 guardava il mare. Da sotto, il cane grattava le zampe sui calcinacci impolverati nel vano tentativo di arrampicarsi come aveva fatto il suo padrone. Era troppo grosso per quel genere di scalata verticale, e tuttavia insisteva latrando per la disperazione. Fadil gli fece segno di zittire e, dopo un\u2019ora che aspettava, decise che era venuto il momento di scendere: il convoglio corazzato italiano annunciato dalla radio era ancora lontano e tanto valeva tornare al villaggio e cercare un amico disposto a giocare ai dadi puntando una cifra che gli permettesse di comprarsi le sigarette e magari un accendino. <\/em><\/p>\n
Aveva una fortuna sfacciata ai dadi, su dieci giocate ne perdeva due o tre dicendo che il diavolo ci aveva messo lo zampino, ma subito dopo rimediava e il diavolo doveva battere in ritirata. Allo sfortunato compagno di gioco non restava che deporre le monete sul tavolino e ritentare la fortuna con un\u2019altra puntata. Mentre appoggiava il piede sul primo scalino, in direzione di Valona vide sollevarsi un nuvolone di polvere biancastra che saliva, allargandosi a imbuto, verso il cielo. \u00abEccoli!\u00bb esclam\u00f2 ad alta voce, con l\u2019emozione che gli mozzava il respiro. Aguzz\u00f2 lo sguardo e sotto il nuvolone distinse i mezzi del convoglio corazzato che avanzava in direzione del villaggio, lento come una carovana. C\u2019erano anche dei cannoni, perdio, trascinati dalle autoblinde. Avevano forse intenzione di bombardare il suo villaggio? Non aspett\u00f2 un momento di pi\u00f9, scese, scivol\u00f2 maldestramente sui calcinacci sbucciandosi le ginocchia e si mise a correre a perdifiato sul ciglio della strada costiera tallonato dal cane. In meno di dieci minuti raggiunse le prime abita<\/em>zioni periferiche, casupole di calce cubiche come i suoi dadi, sparse fra lecci, ulivi e terebinti.<\/em><\/p>\n
\u00abArrivano! Hanno anche i cannoni!\u00bb grid\u00f2 a tutti quelli che incontrava, e la gente si affrett\u00f2 a sprangare le porte e a chiudere gli scuri. Si ferm\u00f2 a bere a una fontana e, dato che il cane non la smetteva di lappare l\u2019acqua che si era formata nella vasca, gli moll\u00f2 una pedata. La povera bestia gua\u00ec e poi <\/em>and\u00f2 a rifugiarsi all\u2019ombra di un leccio. La via principale del villaggio, dedicata al poeta Naim Frash\u00ebri, partiva dalla piazza e scendeva diritta fino alla banchina del porticciolo, dove nelle darsene oscillavano barche e pescherecci. L\u2019abitazione del capo villaggio si trovava a mezza strada e nella piazza, vicino al mezzobusto di Giorgio Castriota Scanderbeg, si era formato un gruppetto di ragazze. <\/em><\/p>\n
Anche a loro il ragazzo annunci\u00f2 a squarciagola che i soldati italiani stavano arrivando, ma nessuna si agit\u00f2 o mostr\u00f2 sgomento; fu poi la volta del taverniere e dei suoi clienti. E subito ci furono i primi commenti, in genere negativi. \u00abItaliani o tedeschi che siano, essendo alleati, sono tutti uguali e perci\u00f2 bisogna riguardarsi\u00bb. \u00abHo sentito dire alla radio che si tratta in genere di convogli disorganizzati\u00bb. \u00abA cosa ti riferisci dicendo che sono disorganizzati?\u00bb<\/em> \n\u00abAlla scarsit\u00e0 di munizioni e di provviste. Ma Fadil ha detto di aver visto dei cannoni\u00bb. \u00abBisogna prepararsi a ogni evenienza\u00bb. \u00abChe cosa significa prepararsi a ogni evenienza?\u00bb \u00abSignifica aspettarsi il peggio o, se siamo fortunati, gli dobbiamo apparecchiare i tavoli all\u2019ombra dei tamarischi mettendoci sopra tutto quello che abbiamo nelle credenze e nelle cantine. Come \u00e8 successo ai nostri connazionali di Selenic\u0113 che sono rimasti senza provviste nelle cantine\u00bb. \u00abSe ci chiedono dei viveri, vino, pane, formaggio, carne secca e salsicce, li avveleno con i topicidi\u00bb.<\/em><\/p>\n\t\t\t\t