{"id":49048,"date":"2023-01-05T07:41:40","date_gmt":"2023-01-05T06:41:40","guid":{"rendered":"https:\/\/albanialetteraria.it\/?p=49048"},"modified":"2023-01-23T19:24:31","modified_gmt":"2023-01-23T18:24:31","slug":"letteratura-albanese-2022","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/albanialetteraria.it\/letteratura-albanese-2022\/","title":{"rendered":"La letteratura albanese nel 2022. I libri pi\u00f9 interessanti che ho letto"},"content":{"rendered":"
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Nel corso del 2022, Albania letteraria ha censito\u00a082<\/strong> \r\n libri pubblicati da autori albanesi tradotti, da italofoni e da scrittori italiani che narrano di Albania.<\/p>\n

Si tratta prevalentemente di romanzi e saggi, ma anche la poesia e le biografie hanno fatto la loro parte. Tra queste pubblicazioni ci sono quelle che per le tematiche trattate e per lo stile proprio dell’autore, oltre che essere letture scorrevoli, sono connotate da un’importante sfumatura divulgativa.<\/p>\n

Nella\u00a0sezione<\/a> dedicata, trovate tutti i titoli, quindi potete scegliere i testi che sono pi\u00f9 vicini ai vostri gusti e alle vostre necessit\u00e0 di lettori. Quelli elencati in questo articolo, in ordine cronologico di pubblicazione, sono alcuni di quei titoli che, a mio avviso, meritano un maggiore approfondimento.<\/p>\n

Le figlie del generale di\u00a0Mimoza Hysa<\/strong><\/h2>\n\t\t\t\t
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Le figlie del generale<\/a> \u00e8 Il romanzo d’esordio in Italia di Mimoza Hysa<\/a>, nota scrittrice e traduttrice albanese, che racconta di sistema e del suo potere stringente.<\/p>\n

Marsina e Martina sono le indiscusse protagoniste del racconto, figlie di un alto funzionario del regime ed \u00e8 attraverso le loro voci e il continuo scambio di battute che si instaura (sin da subito) tra le due, che la Hysa narra la loro storia e quella degli altri personaggi che animano le vicende.<\/p>\n

\u00c8 tramite le loro parole che fa un netto riferimento al sistema dittatoriale visto dall’interno di una casa e nello specifico da quella del carnefice. L’autrice offre una visione diversa del regime, inserendolo in un organismo ben pi\u00f9 vasto, che inevitabilmente influenza l’evoluzione individuale. Una lettura avvincente, dai risvolti inattesi e dalla vistosa impronta psicologica.<\/p>\n

Quota Albania di\u00a0Mario Rigoni Stern<\/strong><\/h2>\n\t\t\t\t
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Mario Rigoni Stern<\/a>\u00a0\u00e8 l’autore de Il sergente nella neve, <\/em>il memorabile racconto autobiografico in cui narra della sua esperienza in qualit\u00e0 di sergente maggiore dei reparti mitraglieri nel battaglione Vestone dell\u2019ARMIR, durante la ritirata di Russia del gennaio 1943.<\/p>\n

La prima edizione di Quota Albania<\/a>, pubblicata da Einaudi, risale al 1971 e lo scorso anno, la stessa casa editrice, dopo il successo della ristampa del 2018, ha riproposto una nuova pubblicazione dell’opera.<\/p>\n

I fatti raccontati in Quota Albania<\/em> precedono cronologicamente quelli narrati ne Il sergente nella neve <\/em>e vogliono essere la rappresentazione obiettiva della follia del regime che non trova alcuna spiegazione razionale.<\/p>\n

Sui monti d\u2019Albania, il giovane sergente sente un profondo dispiacere nei confronti di una guerra che porta fame e morte, rendendo i luoghi e la gente oscuri e guardinghi. Nonostante le montagne albanesi si presentino inospitali a causa del conflitto, Rigoni Stern riesce a prendersi un pezzetto di libert\u00e0, correndo all’impazzata, non lasciandosi spaventare dal freddo e dalla neve, impadronendosi di un armonico frammento di libert\u00e0. Un libro da leggere per il contenuto storico e i nostalgici riferimenti all’Albania e alle sue bellezze.<\/p>\n

Sulle strade dell’inferno di Visar Zhiti<\/strong><\/h2>\n

La mia vita nel carcere di Spa\u00e7<\/strong><\/p>\n\t\t\t\t

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La memoria, un valore tanto caro all’autore, \u00e8 il filo conduttore di questo Sulle strade dell’inferno. La mia vita nel carcere di Spa\u00e7<\/a>,<\/em> il doloroso racconto che nasce quando\u00a0Visar Zhiti<\/a> \u00e8 ormai fuori dal carcere. Arrestato durante il regime per le sue poesie, una sorte toccata a diversi intellettuali dell’epoca, l’autore decide di mettere nero su bianco quel terribile vissuto.<\/p>\n

Un libro corale, in cui Zhiti si fa portavoce del suo dramma e di quello dei suoi compagni di cella, tormentati, torturati, uccisi dagli stenti. Scrivere questo volume ha significato rivivere emozionalmente quelle esperienze, dare voce al dolore e nonostante tutto, lasciare comunque una nota di positivit\u00e0.<\/p>\n

Un libro forte, un memoriale di grande importanza storica, che nonostante la sua imponente mole si legge senza perdersi negli anfratti di una scrittura che a tratti si fa importante, non sfuggendo mai al suo alto profilo cristallino.<\/p>\n

Foglie e fiori di Vin\u00e7enc Prennushi <\/strong><\/h2>\n

Patria e fede nelle poesie di un martire in Albania<\/strong><\/p>\n\t\t\t\t

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Foglie e fiori<\/a> \u00e8 l\u2019antologia che raccoglie i versi e le parole di Vin\u00e7enc Prennushi<\/a>, a emblema del perfetto equilibrio tra il suo profilo letterario e quello spirituale. In un periodo come quello attuale, in cui la poesia \u00e8 sofferente e non suscita il giusto interesse nel lettore, i versi di Prennushi sono una ventata di pura e vera arte poetica.<\/p>\n

La penna del martire si esprime attraverso un linguaggio semplice, facendo limpidamente trasparire l\u2019emozione, l\u2019incanto e l\u2019angoscia, catturando le sensazioni, permettendo di conoscerle pi\u00f9 a fondo, di stemperare il dolore o di prolungare il piacere: \u00e8 il cantare le virt\u00f9 che abitano nella sua complessa spiritualit\u00e0.<\/p>\n

\u00c8 una poesia introspettiva che permette di connettersi al mondo, non trascurando la parte pi\u00f9 intima di se stessi.<\/p>\n

Domani e per sempre di\u00a0Ermal Meta<\/strong><\/h2>\n\t\t\t\t
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Un libro ben strutturato questo Domani e per sempre<\/a>, in cui\u00a0Ermal Meta<\/a> narra del suo Paese d\u2019origine, attraverso la storia del protagonista, Kajan.
\nNon si tratta di un volume storico, bens\u00ec di un romanzo di formazione. Kajan \u00e8 un bimbo e la sua evoluzione individuale va di pari passo con le vicende storiche che caratterizzano le epoche che attraversa, acquisendo consapevolezza e cercando la via del riscatto.<\/p>\n

\u00c8 palese la volont\u00e0 dell’autore di rappresentare la storia del suo popolo, non le vicende storiche dell’Albania, trascinando il lettore nella storia di Kajan, non in quella del suo Paese, anche se fa da sfondo alla narrazione.<\/p>\n

\u00c8 accurata la ricostruzione che Meta fa del cammino del giovane protagonista, della sua urgenza di collocamento nel mondo e di adeguamento alla societ\u00e0. Una lettura fluida, che tiene alta l’attenzione di chi legge sin dalla prima pagina.<\/p>\n

Libera di Lea Ypi <\/strong><\/h2>\n

Diventare grandi alla fine della storia<\/strong><\/p>\n\t\t\t\t

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Libera<\/a> di\u00a0Lea Ypi<\/a> doveva essere un saggio accademico, che l’autrice ha trasformato, in corso d’opera, in un romanzo di formazione, che vede protagonista se stessa, (quindi un racconto autobiografico), nel periodo che va dagli ultimi anni del regime comunista di Enver Hoxha al fatidico 1997 (indicativamente), l\u2019anno del caos politico, economico e sociale che coinvolge l\u2019intera Albania.<\/p>\n

Sono due le sezioni che compongono Libera<\/em>: una riguardante l\u2019Albania comunista e l’altra dedicata al Paese che si ritrova nel caos pi\u00f9 totale e nella povert\u00e0 pi\u00f9 assoluta. Il punto di vista \u00e8 quello di una ragazzina convinta dei sani principi del comunismo, che dopo la caduta del regime si rende conto di quanto la realt\u00e0 fosse completamente differente.<\/p>\n

Libera<\/em> non \u00e8 un romanzo pro dittatura: l’autrice utilizza l’ironia e il sarcasmo per alleggerire il racconto di vicende caratterizzate da alta drammaticit\u00e0.<\/p>\n

Il volume \u00e8 un interessante romanzo autobiografico, che narra la faticosa liberazione dalle bugie in un momento di crescita delicato per la bimba a immagine speculare dell\u2019evoluzione confusionaria dell\u2019Albania: una lettura scorrevole e coinvolgente, con un’esplorazione sociologica non sempre cos\u00ec evidente.<\/p>\n

Flama di Tom Kuka<\/strong><\/h2>\n\t\t\t\t
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Flama<\/a> di Tom Kuka (Enkel Demi) <\/a>\u00e8 uno dei libri vincitori del Premio dell’Unione Europea per la Letteratura 2021. Siamo nella Tirana di cento anni fa e ancora una volta Kuka, con la sua scrittura altamente evocativa, narra dell’Albania di ieri per raccontare quella di oggi.<\/p>\n

La citt\u00e0 \u00e8 invasa dai topi, si registrano morti improvvise di uomini uccisi da un morbo e in tutto questo, qualcuno commette un omicidio. A perire sotto la furia assassina \u00e8 una donna, una nana che pratica la caffeomanzia. Iniziano cos\u00ec le indagini di Di Hima, l’ispettore incaricato di fare luce sull’accaduto.<\/p>\n

In questo Flama<\/em>, la passione dell’autore per le storie tramandate oralmente emerge in tutta la sua interezza, cos\u00ec come l’amore per i miti e quello per l’esoterismo. Kuka oltre a offrire una lettura avvincente, consegna uno spaccato dell’Albania identificabile con le inquietudini che sono proprie dell’animo umano, in quella intrinseca necessit\u00e0 di voler guardare al futuro rimanendo legati al filo indelebile del passato.<\/p>\n

Donne d’Albania in Italia<\/strong><\/h2>\n

Riflessioni, testimonianze, emozioni a cura di Rando Devole e Claudio Paravati<\/strong><\/p>\n\t\t\t\t

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Donne d’Albania in Italia<\/a> \u00e8 un interessante e multiforme mosaico dell’universo femminile albanese in Italia. Il volume, curato dal sociologo\u00a0Rando Devole<\/a> e dal direttore della Rivista e Centro Studi Confronti Claudio Paravati<\/a>, nasce grazie ai contributi di donne palesemente diverse tra loro, unite dal filo conduttore delle comuni radici.\u00a0 Il volume pone la lente d\u2019ingrandimento sulle difficolt\u00e0 legate al fenomeno migratorio e sulla capacit\u00e0\/possibilit\u00e0 d\u2019integrazione nel nostro Paese.<\/p>\n

Sono sessantuno i nomi di donne albanesi, di prima e seconda generazione, che compaiono sull\u2019aletta posteriore del volume e ognuna di loro fa sentire la propria voce in maniera differente: chi attraverso un\u00a0 racconto o una testimonianza, altre tramite la poesia, o per mezzo delle proprie competenze o esperienze di aggregazione, o dell’arte visiva. I punti di partenza sono gli stessi per tutte: la separazione dalla propria terra, l\u2019arrivo in Italia in tenerissima et\u00e0 o l\u2019essere nate nel Bel Paese da genitori albanesi.<\/p>\n

Cosa aspettarsi, quindi, da questo Donne d\u2019Albania in Italia. Riflessioni, testimonianze, emozioni?<\/em> Un affresco ben definito raffigurante un importante stralcio della condizione delle donne albanesi in Italia, dei loro sogni, delle gioie, delle vittorie, delle sconfitte.<\/p>\n

In ogni racconto, in ogni esperienza narrata, anche nei saggi o negli scritti pi\u00f9 tecnici, spiccano le emozioni dalle pi\u00f9 tenere, alle pi\u00f9 energiche, alle pi\u00f9 fastidiose. Al lettore rester\u00e0 la conoscenza di un\u2019aggraziata connessione emotiva con questo policromo universo femminile, fatto di sforzi, curiosit\u00e0, determinazione, professionalit\u00e0 e talento.<\/p>\n

Grande Padre di Christian Elia <\/strong><\/h2>\n

Viaggio nella memoria dell’Albania<\/strong><\/p>\n\t\t\t\t

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Grande Padre. Viaggio nella memoria dell’Albania<\/a> \u00e8 un libro fatto di incontri, di voci, di sguardi e di prospettive che si uniscono in un poligono perfetto, al cui interno compare l\u2019Albania, o meglio gli albanesi, i quali rappresentano il soggetto principale della narrazione, in una centralit\u00e0 che\u00a0Christian Elia<\/a> propone e attua con metodo, eleganza e con una lodevole capacit\u00e0 di immedesimazione nella realt\u00e0 sqhipetara raccontata.<\/p>\n

Nel percorso segnato dagli autori non emerge la presunzione di dare risposte nette, bens\u00ec la necessit\u00e0 di diventare un megafono, voce viva dei soggetti smarriti, che si interroga su quella nerissima fame di libert\u00e0 delle generazioni precedenti, chiedendosi se si sia trasformata in un\u2019immacolata e bianca societ\u00e0 libera o se il grigiore e le ombre del passato continuano a rappresentare una pesante ancora per la nave albanese, che, in realt\u00e0, ha fretta di navigare velocemente. (dalla recensione<\/a> di Vito Saracino<\/a>)<\/p>\n

La valle dei bambini perduti di\u00a0Artur Nuraj<\/strong><\/h2>\n\t\t\t\t
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Sono storie dai risvolti inquietanti quelle che animano questo La valle dei bambini perduti<\/a> di Artur Nuraj<\/a>, utili a una narrazione che va al di l\u00e0 del racconto dei fatti e atte a disegnare il profilo politico-sociale dell\u2019Albania durante il periodo del regime e dei suoi anfratti pi\u00f9 intimi di Paese martoriato. Protagonista indiscusso del romanzo \u00e8 il detective Lamani, una figura ben riuscita, dalla mente lucida e al contempo ombrosa, persa nell\u2019intimo pi\u00f9 recondito della sua anima.<\/p>\n

Le vicende che compongono il romanzo sono ben adattate al periodo storico che fa loro da sfondo; Nuraj consegna un libro di buona completezza narrativa, in cui il racconto trascina l\u2019interesse del lettore di pagina in pagina, facendo leva sui fatti che hanno caratterizzato uno stralcio di Storia che ha profondamente segnato l\u2019Albania, condizionando la vita e la mente del popolo. L\u2019intelletto dell\u2019individuo \u00e8 segregato, \u00e8 l\u00ec che risiede la vera prigione; \u00e8 in quello spazio limitato e infinito che il regime innesca la sua irrazionale dinamica.<\/p>\n

L’impero nei Balcani di Alberto Basciani <\/strong><\/h2>\n

L’occupazione italiana dell’Albania 1939-1943<\/strong><\/p>\n\t\t\t\t

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Alberto Basciani<\/a>, in questo L’impero nei Balcani<\/a>, racconta in maniera lucida e cristallina le azioni perpetrate in Albania dall\u2019imperialismo fascista, sottolineando l\u2019empiet\u00e0 con la quale furono messe a punto e ripulendo i fatti da quell\u2019alone di perplessit\u00e0, che sempre ha mascherato le reali intenzioni alla base dell\u2019occupazione italiana. I fatti narrati e le conclusioni esposte sono il frutto di un attento studio e di precise valutazioni della ricca documentazione proveniente da archivi italiani ed esteri.<\/p>\n

Una ricostruzione lucida e al tempo stesso accurata quella fatta da Basciani\u00a0<\/em>atta a eliminare definitivamente ogni ombra di dubbio sulle motivazioni per cui l\u2019Albania sub\u00ec l\u2019invasione italiana. L\u2019autore espone i fatti nella maniera pi\u00f9 semplice e obiettiva\u00a0 possibile, offrendo al lettore un libro interessante e di importante divulgazione storica. Il riuscito intento di Basciani \u00e8 quello di far arrivare un chiaro messaggio informativo su cosa accadde realmente in Albania dal 1939 al 1943, affinch\u00e9 la trasmissione di notizie possa non essere pi\u00f9 distorta.<\/p>\n

Il terzo soldato di Luciano Crosetto<\/strong><\/h2>\n\t\t\t\t
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Zara Kaledi \u00e8 una maestra trentacinquenne, donna di cultura e per questo molto invidiata dalle amiche e da chi le \u00e8 pi\u00f9 vicino. Siamo nel 1941, in piena guerra: l\u2019Italia e la Germania hanno invaso l\u2019Albania e la Grecia. Un convoglio italiano, diretto verso un villaggio greco, subisce l\u2019attacco di un gruppo di partigiani albanesi. La colonna militare non prosegue oltre, al fine di prestare soccorso e le necessarie cure ai feriti. Una sosta che richiede molto pi\u00f9 tempo del previsto ed \u00e8 in questo lasso temporale che Irene Barzanis, amica di Zara, subisce un grave vilipendio da parte dei soldati italiani, tanto che suo padre, pervaso dalla rabbia e dal dolore, ne uccide due. Alle fucilate di Klevi Barzanis sfugge un terzo soldato, che in realt\u00e0 non ha preso parte alla violenza.<\/p>\n

\u00c8 una storia ben scritta e dal profilo fortemente realistico quella che anima Il terzo soldato<\/a>, il libro di Luciano Crosetto<\/a>. La protagonista \u00e8 una donna dal libero pensiero, ben lontana dall’osservare le consuetudini dell’epoca. Zara \u00e8 l\u2019antitesi del pregiudizio, va contro ogni becera formalit\u00e0, \u00e8 una donna che desidera amare e per il suo grande amore decide di sfuggire ai dettami della legge.<\/p>\n

Crosetto narra di guerra e dell\u2019Albania invasa attraverso le vicende che vivono i personaggi e tramite le loro emozioni, senza angosciare il lettore, offrendo uno spaccato di Storia che fa da importante sfondo alle storie raccontate con cognizione di causa e una buona porzione di coraggio.<\/p>\n

Il dossier O. di\u00a0Ismail Kadare<\/strong><\/h2>\n\t\t\t\t
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Il dossier O.<\/a> di\u00a0Ismail Kadare<\/a> \u00e8 un thriller che indaga la nascita e il futuro dei grandi poemi epici, l’effimero nell’arte e l’insolubile enigma della creazione artistica. Un ritratto sottile e implacabile delle derive del potere, che scava nel nostro passato ma dice molto anche del presente.<\/p>\n

Ancora una volta, Kadare sviscera tematiche socioculturali di rilevante importanza, in un libro avvincente e che offre molti spunti di riflessione.<\/p>\n

A met\u00e0 degli anni trenta, la vita di N., piccolo e sonnolento paese nel nord dell’Albania, \u00e8 sconvolta dall’arrivo di due stranieri. Max Roth e Willy Norton, due studiosi irlandesi, sono arrivati da Harvard per approfondire l’antica tradizione dei rapsodi albanesi.<\/p>\n

Armati di magnetofono, da poco inventato, cercano conferma alla loro teoria, secondo la quale nell’epopea albanese si possono rintracciare le origini dei racconti omerici. \u00c8 veramente Omero l’autore dell’Iliade e dell’Odissea, oppure ha riunito e trascritto leggende orali pi\u00f9 antiche? Le ricerche, per\u00f2, non sono facili. Max e Willy sono giunti in Albania preceduti da un telegramma dell’ambasciatore negli Stati Uniti. La nota terminava con questa osservazione: “Non si pu\u00f2 escludere che i due visitatori stranieri siano delle spie.” Tanto era bastato alle paranoiche autorit\u00e0 locali per incaricare il viceprefetto di N. di smascherarli.<\/p>\n

Per farlo, l’uomo sguinzaglier\u00e0 sulle loro tracce il suo migliore agente. I due studiosi, inoltre, si trovano a dover fare i conti con la sete di novit\u00e0 della buona societ\u00e0 locale, con una certa diffidenza nei loro confronti e con tensioni etniche che covano sotto la cenere. Tra avventura, suspence e ironia, Kadare ci consegna un romanzo storico affascinante che porta il lettore nel cuore dell’Albania di inizio Novecento, con le sue speranze e le sue contraddizioni. Un thriller che indaga la nascita e il futuro dei grandi poemi epici, l’effimero nell’arte e l’insolubile enigma della creazione artistica (dalla quarta di copertina).<\/p>\n

Giustizia di\u00a0Eltjon Bida<\/strong><\/h2>\n\t\t\t\t
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Eltjon Bida<\/a>, dopo due libri autobiografici, decide di scrivere Giustizia, <\/a>un noir incentrato su una tematica drammaticamente attuale: la violenza sulle donne.<\/p>\n

Con una scrittura semplice e scorrevole, Bida racconta, in maniera profondamente realistica, una storia pregna di verit\u00e0. Per la stesura del libro, l’autore prende spunto da alcune vicende realmente accadute, consegnando al lettore un messaggio forte e chiaro: le violenze vanno denunciate, non deve essere la paura a fermare nessuno.<\/p>\n

Violenza, controllo, patologia, distruzione fisica e mentale, un vissuto doloroso, sono gli elementi intorno ai quali si snodano le vicende che animano il romanzo, inseriti in una cornice caratterizzata da una fortissima spinta positiva, che induce ad avere sempre pi\u00f9 fiducia nella legge.<\/p>\n

Il dramma dell’Albania <\/strong><\/h2>\n

nel racconto del delegato apostolico Leone G. B. Nigris (1938-1944) a cura di\u00a0Anesti Na\u00e7i<\/strong><\/p>\n\t\t\t\t

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L\u2019istituto Paschini, che si occupa della storia della Chiesa in Friuli, si \u00e8 impegnato nella pubblicazione de Il dramma dell’Albania nel racconto del delegato apostolico Leone G.B. Nigris (1938-1944), <\/a>un testo sulla storia dell\u2019Albania, a cura di Anesti Na\u00e7i,<\/a> in cui due mondi, quello friulano e quello albanese, gi\u00e0 vicini dai primi del ‘900, finalmente si incontrano.<\/p>\n

\u00c8 un volume impreziosito da foto, grazie al contributo del Museo Nazionale della Fotografia \u201cMarubi\u201d di Scutari, che ha reso possibile la realizzazione dell’appendice estetica.<\/p>\n

L\u2019aspetto dominante del racconto riguarda le osservazioni su ci\u00f2 che monsignor Nigris conosce meglio: gli italiani e i cattolici. Al di l\u00e0 delle considerazioni che riguardano altre categorie, come comunisti, musulmani ecc., quello che si pu\u00f2 valutare come particolarmente importante \u00e8 il racconto sugli italiani e gli albanesi con cui Nigris viene in contatto.<\/p>\n

Sono rilevanti le osservazioni o le narrazioni che il Delegato fa, soprattutto nei confronti della componente anticomunista, cio\u00e8 di quella parte del paese che, al di l\u00e0 del giudizio morale sulle scelte che ne contraddistinsero l\u2019azione, si \u00e8 trovata dalla parte \u201cperdente\u201d, sbagliata, della storia albanese. (dall’intervista<\/a> ad Anesti Na\u00e7i)<\/p>\n

La terra sbagliata di\u00a0Gazmend Kapllani<\/strong><\/h2>\n\t\t\t\t
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Confine, immigrazione, identit\u00e0 e famiglia sono i quattro punti cardine intorno ai quali si snoda questo La terra sbagliata<\/a> di Gazmend Kapllani<\/a>, (in commercio dal 6 gennaio 2023), la cui scrittura incisiva consegna al lettore un gioco di atmosfere, di pensieri e di emozioni, disegnando la complicata realt\u00e0 di chi lascia la propria terra, con la quale prima o poi si ritrova in una drammatica resa dei conti.<\/p>\n

Non ci si allontana mai solo per odio e per bisogno, come non ci si riavvicina mai unicamente per amore: \u00e8 un vorticoso mettersi in discussione, \u00e8 l\u2019urgenza di elevare all\u2019ennesima potenza il disagio di chi si trova fuori dal proprio Paese per scelta o per necessit\u00e0 e rientra per riappropriarsi di quel pezzo di cuore lasciato alla terra che lo ha visto nascere.<\/p>\n

Frederick e Karl sono i due protagonisti: il primo si scontra con quello che non vuole vedere, il secondo con i suoi dubbi e le sue incertezze. Piacerebbe molto a Kapllani raccontare di un mondo privo di immigrazione, ma, come da sua stessa ammissione, \u00e8 consapevole che significherebbe privare l\u2019umanit\u00e0 di un fattore salvavita, perch\u00e9, infondo, chi si sposta vede negli altri luoghi qualcosa di pi\u00f9 rassicurante.<\/p>\n

Una storia che rispecchia quella di molti, narrata con la consapevolezza di chi l’ha vissuta, traendo sofferenza, insegnamento e consapevolezza.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Nel corso del 2022, Albania letteraria ha censito\u00a0 libri pubblicati da autori albanesi tradotti, da italofoni e da scrittori italiani che narrano di Albania.<\/p>\n","protected":false},"author":773,"featured_media":49128,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[529],"tags":[],"editore":[761,925,988,1919,837,876,1072,821,1905,916,1022,894],"traduttore":[1935,1405,1938,1108],"mbt_author":[1547,381,384,387,1897,1750,545,392,1828,432,346,1251,1926,1538,633,1515,406,725,1776,449],"mbt_series":[],"yoast_head":"\nLa letteratura albanese nel 2022. 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