{"id":49363,"date":"2023-01-24T10:13:10","date_gmt":"2023-01-24T09:13:10","guid":{"rendered":"https:\/\/albanialetteraria.it\/?p=49363"},"modified":"2023-01-24T10:13:29","modified_gmt":"2023-01-24T09:13:29","slug":"recensione-tempi-che-sono","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/albanialetteraria.it\/recensione-tempi-che-sono\/","title":{"rendered":"Tempi che sono…la recensione del libro di Gentiana Minga"},"content":{"rendered":"
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Accostarsi e immergersi in \u201cTempi che sono…Zeiten wie diese\u2026Koh\u00eb q\u00eb jan\u00eb\u2026<\/a>,Terra d\u2019ulivi edizioni 2021), il pi\u00f9 recente lavoro della intensa e vibrante Gentiana Minga<\/a>, \u00e8 calarsi, in felice e improvviso abbandono ad un inatteso annegamento, nei gorghi trasparenti e cristallini, irruenti e turbinosi, delle acque verdi -simili a foglie traslucide \u2013 dei torrenti e dei fiumi che attraversano e circondano la mitteleuropea Bolzano, cantiere multiculturale, di notevole vivacit\u00e0 culturale, non solo seconda patria dell\u2019autrice, ma anche e soprattutto luogo interiore di profonde e tenaci radici, aperte al futuro, ma con la ferita antica di lontana e atavica paura.<\/p>\n

Ecco, dunque, che questo crocevia di culture, terra di confine, avvolge un simbolo manifesto di incontro, spesso forzato, tra pensieri differenti e diverse identit\u00e0, tema ricorrente nella produzione dell\u2019autrice, vissuto in prima persona, in bilico tra la struggente nostalgia per la terra natale, cos\u00ec ben espressa nella precedente raccolta \u201cCiao, mamma, un saluto da Bolzano\u201d e la vigorosa tensione verso l\u2019amalgama del presente attuale, un tempo inquieto, peraltro -ci ricorda la Minga.<\/p>\n

La citt\u00e0 alpina, nei suoi azzurri e bianchi stampigliati con tratti decisi, \u00e8 una protagonista, fiera, elegante, misteriosa, involontariamente accentratrice, della raccolta di versi in questione; \u00e8 voce, ora profonda, ora sottile, che si affaccia decisa dai suoi ponti -fili di unione e raccolta di pensieri, legami e ricordi, abbandoni ed incontri, sgranati lungo gli archi che proteggono le acque-, attraversa le sue strade intrecciate ai pastelli di case e castelli del proprio passato, avvolte dell\u2019inafferrabile sapore di ricerca proustiana della propria identit\u00e0, ricostruita, talvolta smarrita, diviene parte viva della narrazione lirica, dell\u2019interrogarsi dell\u2019anima -ci\u00f2 che della poesia costituisce l\u2019essenza.<\/p>\n

La raccolta si articola in quattro intense sezioni, per una trentina di liriche, ottimamente presentate con traduzione in tedesco di W. Menapace e I. Ferra e nel natio albanese, per la prima e terza parte, a fronte, occasione peraltro di ulteriore riflessione sul potere del volgere in altro idioma le parole -centro di magica possessione- della poesia e del complesso intreccio di espressione, tra libert\u00e0, interpretazione e rispetto che lo rendono tra i pi\u00f9 interessanti e fragili rapporti letterari.<\/p>\n

Ritorna qui, tra i versi piani e apparentemente quieti, sempre sobri nella loro intensit\u00e0 trattenuta, il tema della identit\u00e0, della definizione del s\u00e9, del tentativo di conciliazione tra culture, tra origini e vissuti diversi, di viaggio tra passato e presente, tra quanto ci ha forgiato e definito e quanto ci ha cambiato, proposto, confrontato, come le acque che ,fluide, sferzano e sono sferzate dalla roccia, sempre uguali e sempre diverse da se stesse.<\/p>\n\t\t\t\t

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\u201cIo pure mi vedo incompiuta ovunque\/dove nacqui e dove vado, donna e straniera\/\u2026\u201d\u00a0 confessa l\u2019autrice, a mo\u2019 di ouverture, nella lirica \u201cUno\u201d, che apre il volume, a ricordarci non solo il conflitto interiore di chi lascia la propria terra per dirigersi altrove, ma anche la dicotomia dell\u2019umanit\u00e0 stessa, che ritrova in s\u00e9 aspetti contradditori e opposti, con cui fare i conti, \u201cscorpione accerchiato nella tana \/che credevo mia\u201d.<\/p>\n

Il rapporto tormentato con l\u2019altro, il confronto a volte aspro, duro e insensibile con la realt\u00e0 venata di diffidenza, di paura, di estraneit\u00e0 che contagia addirittura la propria identit\u00e0 e rimette in discussione tratti acquisiti divengono temi cesellati con la consueta abilit\u00e0, in versi che hanno il sapore del tempo lungo, dell\u2019attesa e della scoperta, che riescono ad alternare, in guizzi rapidi e improvvisi, sciabolate feroci nel consueto, diverse facce del sentire.<\/p>\n

Come ci ha abituato l\u2019autrice, emergono numerose figure femminili, pennellate con colori e tratti incisivi e contenuti, a ridare loro forma e passione, cos\u00ec come spuntano, timidi e resistenti, tenaci ed eterni nella loro apparente fragilit\u00e0 i fiori, che definiscono e rendono compiuti gli attimi e i brandelli di storia, anzi, di storie, baluardi e simboli di resistenza e di espressione silenziosa, assoluta, inafferrabile.<\/p>\n

I toni intimistici, di profonda riflessione sul s\u00e9, sulla relazione del s\u00e9 con l\u2019altro, sempre sobri e misurati, di intensit\u00e0 spesso pi\u00f9 sussurrata che manifesta, si alternano ad altri pi\u00f9 legati ai temi universali e sociali, primariamente quelli legati alla migrazione e alla discriminazione-terra di orrende ombre in cui la diversit\u00e0 diviene condanna e i colori della vita si tingono di morte-, alla crudezza e durezza vissute dai migranti e dalle diverse identit\u00e0, filtrati, come del resto in ogni poesia che tale si possa definire, attraverso la sensibilit\u00e0 e le esperienze di chi scrive. \u201cTempi che sono\u2026\u201d, appunto, ciclico ripetersi delle stagioni della storia dell\u2019uomo, in un reciproco apporto-scambio tra quella con la S maiuscola e quella, pi\u00f9 intima e sofferta, del singolo.<\/p>\n

Restano nelle pieghe della mente i volti dei bambini dai neri capelli ondulati, gli scorci di vivido colore tra strade, acque di porto, \u201cle rarefatte chiome arancioni \u201c e il violino, cos\u00ec come i meriggi novembrini e la primavera di nascita e di morte, le sere d\u2019agosto come il rosso si mescola al celeste, in attesa inconsapevole, sussurrano le loro storie, gli attimi raccolti come per caso, nella complessa esistenza di un universo dai molteplici raggi. Acque che si fanno neve, gelo che assorbe e matura, ricerca del calore e della stabilit\u00e0, oltre gli schiaffi del tempo e della realt\u00e0; a questo chiama il nido sofferto di questa potente raccolta.<\/p>\n

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Questa recensione di Monica Buffagni<\/a> \u00e8 stata\u00a0originariamente pubblicata su Letteranza.org<\/a><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

La recensione di Monica Buffagni, pubblicata originariamente su Letteranza.org, del libro Tempi che sono…scritto da Gentiana Minga.<\/p>\n","protected":false},"author":725,"featured_media":49368,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[510],"tags":[],"editore":[827],"traduttore":[],"mbt_author":[560],"mbt_series":[],"yoast_head":"\nTempi che sono...la recensione del libro di Gentiana Minga<\/title>\n<meta name=\"description\" content=\"La recensione di Monica Buffagni, pubblicata originariamente su Letteranza.org, del libro Tempi che sono...scritto da Gentiana Minga.\" \/>\n<meta name=\"robots\" content=\"index, follow, max-snippet:-1, max-image-preview:large, max-video-preview:-1\" \/>\n<link rel=\"canonical\" href=\"https:\/\/albanialetteraria.it\/recensione-tempi-che-sono\/\" \/>\n<meta property=\"og:locale\" content=\"it_IT\" \/>\n<meta property=\"og:type\" content=\"article\" \/>\n<meta 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