Irena Toçi, ormai da anni, è al timone di Toena, una delle più note e grandi case editrici albanesi, famosa per le sue pubblicazioni e per il prezioso lavoro di promozione culturale. Irena, che ha un’esperienza ormai trentennale nel campo dell’editoria, per la quale le sono stati conferiti alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti, è anche traduttrice di libri per bambini dal greco, dall’italiano e dall’inglese. È stata caporedattrice per diversi anni della rivista culturale e artistica “Universi Shqiptar i Librit – Autori, Libri, Kritika” e dirige dal 2010 “Institutin e Librit dhe të Promocionit” – l’organizzazione no-profit che vanta un’intensa attività di sostegno e diffusione della cultura fuori e dentro l’Albania.
In occasione della Fiera del libro di Tirana ho avuto modo di incontrare Irena e dialogare sulla realtà editoriale di cui si occupa. Buona lettura.
Toena nasce nel gennaio del 1993 e da allora si è sempre dedicata intensamente alla produzione libraria. Tra tutti i libri che hanno visto la luce in questi anni, un’altissima percentuale è siglata da autori albanesi. Mi riferisco ai classici, ma anche a quelli di giovani scrittori emergenti o ancora poco conosciuti.
Il primo volume pubblicato è stato quello di Fatmir Toçi, il fondatore della casa editrice; era una sorta di guida per imparare l’italiano senza il sostegno di un docente, contenete tutte le fondamentali regole della grammatica italiana spiegate in albanese. Il volume ha avuto un grandissimo successo, con una tiratura di circa 12.000 copie, supportata dal periodo in cui in tanti desideravano acquisire la padronanza della lingua per potersi trasferire in Italia.
In seguito ci siamo dedicati alla letteratura per ragazzi, pubblicando i libri degli autori più noti dell’epoca e con loro abbiamo messo in atto un’imponente promozione per tutta l’Albania, da Saranda fino a Tropoja, da Korça a Scutari, fino a Durazzo, entrando nelle scuole e in questo modo siamo diventati più grandi e più conosciuti, nonostante fossero anni particolarmente difficili.
Nel 1996 abbiamo messo in pratica l’idea di creare un’azienda che si occupasse di distribuzione del libro. Le altre case editrici ci affidavano i loro volumi e noi provvedevamo alla loro diffusione; siamo andati avanti fino al 1997, un anno drammatico per l’Albania che ha visto il Paese totalmente allo sbando. Una buona parte del lavoro è andato distrutto a causa della situazione creatasi e noi abbiamo dovuto fare un passo indietro, concentrando gli sforzi sul potenziamento della nostra tipografia che nel frattempo avevamo fondato. Siamo riusciti a ottenere dei buoni accordi con lo Stato, che ci ha dato la concessione per la produzione dei libri scolastici e questo ci ha permesso di prendere fiato e di avere gli strumenti per tornare a dedicarci alla produzione letteraria.
Facendo un passo per volta, abbiamo costruito una rete di librerie, in totale 15, distribuite in tutta l’Albania: siamo riusciti ad aprirne una anche in Kosovo (nel 1999) e così i nostri libri sono arrivati in Grecia, ad Atene, a Salonicco, oltre che in tutta l’Albania.
Nel 2008 è giunta la crisi che ha investito anche gli albanesi e il settore editoriale. Si è palesato un periodo molto difficile in cui abbiamo dovuto chiudere le librerie e diminuire di tanto la distribuzione. Nonostante tutte le difficoltà, Toena vanta un catalogo ricco e variegato composto da libri di autori albanesi, da volumi tradotti e ancora da romanzi, testi enciclopedici, letteratura per ragazzi, insomma un po’ di tutto.
Com’è la situazione dell’editoria albanese?
Attualmente sono circa cento gli editori albanesi attivi, ma non tutti sono a capo di un’impresa ben strutturata. Molte di queste case editrici sono prive della redazione e sono composte da una sola persona che gestisce tutto, oppure sono tipografie che attirano gli autori solo per stampare libri senza un reale lavoro a sostegno di una buona pubblicazione. Si possono contare sulle dita delle mani gli editori che hanno iniziato a operare prima dell’anno 2000, che lavorano rispettando determinati canoni e che rimangono tra i più noti e produttivi in Albania.
Due parole sulle traduzioni: come gestite la trasposizione di un testo?
Sono del parere che sulla traduzione debba lavorare l’intera equipe ed è questo il principio che la casa editrice adotta. Il traduttore si occupa della trasposizione del testo in albanese, che poi passa al correttore di bozze e in seguito all’editor. L’intero lavoro è supervisionato dal caporedattore, che fa una lettura finale, apportando eventuali correzioni. Mentre si impagina, si pensa alla produzione della copertina e il lavoro finito torna al vaglio del caporedattore che concede l’autorizzazione affinché possano essere inviati i materiali in tipografia.
La rete dei traduttori dall’italiano all’albanese presente in Albania, di madrelingua albanese, è costituita in parte da chi si è dedicato allo studio della lingua italiana e in minima parte da chi l’ha autonomamente imparata. Tra questi, esiste chi è in grado di offrire un lavoro di qualità.
Mi rendo conto, invece, che trovare dei buoni traduttori dall’albanese all’italiano sia molto più complicato, come diventa decisamente più problematica la traduzione dall’albanese in altre lingue, come il tedesco, che offre pochi buoni traduttori e perennemente impegnati o non interessati a tradurre opere di scrittori poco conosciuti, seppur di qualità. Questa è una condizione fortemente preoccupante, che richiede una pronta soluzione. Probabilmente, per incentivare l’interesse verso l’albanese, le nostre università dovrebbero organizzare più corsi per gli italiani o per chi vuole avvicinarsi alla nostra lingua.
Pensi, quindi, che il disinteresse verso la lettura che si sta palesando in Albania, come in altri Paesi, sia dovuto anche a una scarsa qualità della traduzione?
Credo che le cause siano molteplici e sono convinta che una di queste sia il numero esagerato delle pubblicazioni. Il lettore, ogni mese, si ritrova sommerso da tantissime novità e questo genera un caos totale, perché diventa impossibile anche solo valutare una quantità così importante di nuove uscite. Di fronte a questa confusione, anche noi operatori del settore non riusciamo ad avere le idee chiare in merito e a capire come poter fronteggiare questo rilevante problema.
Parliamo di letteratura per ragazzi. Dallo scambio di impressioni con altri editori e con alcuni autori, è emersa una situazione particolarmente disastrosa in merito a questo genere letterario in Albania. Cosa ne pensi a riguardo?
Sì è così, concordo con gli altri. Si scrive poco di letteratura per ragazzi e sono altrettanto pochi gli autori di qualità. Negli ultimi tempi sono affiorati dei nomi che sembrano affrontare con serietà la scrittura rivolta ai più giovani, ma non sono tanti, purtroppo.
Sono passati quasi trent’anni dalla nascita della casa editrice. Come vi siete adeguati, nel tempo, ai cambiamenti sociali e culturali dell’Albania?
Indubbiamente è stato necessario muoversi, essere sempre presenti alle iniziative, partecipare agli eventi per contestualizzarsi adeguatamente e stare al passo con l’evoluzione socioculturale albanese. Un esempio su tutti è dato dall’utilizzo dei social, che ha costituito negli ultimi anni un importante strumento di promozione e informazione e parlando al presente, dobbiamo ammettere che non si può più prescindere dalla comunicazione social. Inoltre, siamo sempre molto attenti a quei progetti a sostegno delle traduzioni e con molto sforzo supportiamo la nostra fragile editoria. Purtroppo sono tempi difficili perché si legge sempre meno in albanese.
Avete raggiunto gli obiettivi che vi eravate prefissati?
Penso proprio di sì. Siamo nati e siamo cresciuti con tanta difficoltà, ma siamo qui e cerchiamo di dare il meglio.
Quali sono gli obiettivi futuri?
Vorrei rafforzare la produzione del libro elettronico. Nel 2020 abbiamo creato un nuovo e-commerce per la vendita dei volumi cartacei e degli ebook. Desidero potenziare questo settore della nostra casa editrice, in maniera tale che, con la diffusione di ebook, epub e pdf, in ogni parte del mondo si possa leggere in albanese, dando, nei limiti delle possibilità, un valido sostegno alla conservazione della lingua, oltre che alla diffusione della letteratura albanese.