Un percorso alla ricerca delle proprie origini e della propria storia. Ritorno al Paese delle Aquile racconta il viaggio di Aldo Renato Terrusi e dello zio Giacomo, che tornano in Albania dopo quarantaquattro anni. Aldo era ancora un bambino quando il regime di Enver Hoxha rinchiuse il padre nel terribile carcere di Burrel, dove morì senza poter dare l’ultimo saluto al figlio e alla moglie.
Il desiderio di Aldo di riportare in Italia i resti del padre si scontra con il passato doloroso della famiglia Terrusi e di una nazione che ancora oggi porta impressi i segni laceranti della dittatura. Attraverso i ricordi di una famiglia, si ripercorrono le drammatiche vicende della pagina di storia più cupa del Paese delle Aquile.
Ritorno in Albania

Nella prima metà del Novecento una famiglia di migranti italiani visse la sua storia sull’onda degli eventi bellici. Un’onda lunga e perigliosa che sconquassò il mondo intero per oltre cinquant’anni.
Il susseguirsi tumultuoso e incontrollato delle politiche espansionistiche e delle operazioni militari che dilagarono in Europa e nel Mediterraneo costrinse il parentado a una difficile navigazione, senza mai poter trovare un porto sicuro a cui approdare. L’Egitto, la Turchia, la Grecia, l’Albania e infine il ritorno in Italia furono le tappe che caratterizzarono l’odissea di una stirpe straziata ma mai domata.
In seguito alla stabilizzazione delle relazioni diplomatiche tra Italia e Albania, Aldo e lo zio Giacomo ritornano nel “Paese delle Aquile” che avevano lasciato quarantaquattro anni prima. Durante la loro permanenza a Tirana nel famoso Hotel Dajti incontrano i vecchi amici di Giacomo. Vanno, a Durazzo, a Valona, visitano il famigerato carcere di Burrel, parlano con Petrit Velai e Angelo Kokoshi ex detenuti politici. Nel risvegliarsi dei ricordi sono narrate le vicende della propria famiglia risalendo alle origini.
Da Cles in Trentino, Giacomo Covi e da Castiglione di Sicilia, Salvatore Poselli emigrano in Egitto per collaborare alla realizzazione del canale di Suez nel 1869. I due diventano amici. Alla fine della costruzione del canale ditte e maestranze sono costrette a rivedere il proprio futuro. Giacomo e Salvatore si incontrano a Istanbul. I loro rispettivi figli Emma e Vitaliano, nonni di Aldo, si sposano. La guerra greco-turca li spinge da Konia a Smirne poi ad Adalia e quindi a Salonicco in Grecia. La famiglia cresce, nascono Aurelia, Carmen e Giacomo.
La politica imperiale italiana nei confronti della Grecia è la causa della migrazione delle famiglie dei due amici in Albania.
Nel contempo Giuseppe Terrusi viene inviato da Castellaneta, sua città adottiva in Albania come Direttore di Banca. Enver Hoxha corteggia Aurelia ad Argirocastro ma ne ha un netto rifiuto. Giuseppe e Aurelia si conoscono e qualche tempo dopo si sposano. Nasce il loro figlio Aldo.
Poco dopo Giuseppe (innocente) viene messo in carcere su mandato di Enver. Giuseppe morirà nel carcere duro di Burrel nel 1952. Enver Hoxha avrà così ottenuto la sua vendetta nei confronti di Aurelia.
Giacomo, fratello di Aurelia diventa portiere della Nazionale albanese che vince le “Balcaniadi” del 1946. Nel 1949, dopo molte peripezie, le famiglie Poselli e Terrusi ritornano in Patria come profughi.