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Home Frammenti letterari

I miti e le leggende d’Albania nelle fiabe di Virgjil Muçi

Frammento letterario tratto da Fiabe albanesi

Anna Lattanzi Anna Lattanzi
12 Agosto 2022
Virgjilmuci

La fiaba degli imbecilli

C’era una volta un vecchio che era andato ad arare la terra assieme alla moglie, al figlio e alla figlia. Quando giunse l’ora del pranzo mandarono la figlia a casa a prendere il cibo e portarlo nel campo.

Appena la ragazza arrivò a casa, il primo oggetto su cui si posò il suo sguardo fu una zucca appesa alla parete. Lei si mise a pensare un attimo e si disse: “Verrà un giorno in cui mio padre mi darà in sposa e, dopo essermi sposata, metterò al mondo un bimbo e lo chiamerò Mazllum e assieme a Mazllum verrò a dormire nella casa paterna e, quando ciò accadrà, la zucca si potrebbe staccare e cadere dalla parete uccidendo il mio Mazllum”.

E in quattro e quattr’otto scoppiò in lacrime: – O Mazllum della mamma, figliolo mio, che ti ha
ucciso la zucca! O Mazllum della mamma, o figlio mio, che ti ha ucciso la zucca! Così alla ragazza passò di mente il motivo per cui era venuta a casa e continuò a piangere Mazllum, con le lacrime agli occhi e forti lamenti. Disse il figlio alla mamma: – Vai di corsa a casa, madre mia, e vedi, perché non torna la sorella? Andò la madre e trovò la figlia in lacrime. Le chiese il perché di quel pianto e la figlia le raccontò tutto ciò che le era passato per la testa. Allora pure la vecchia cominciò a gemere:
– O Mazllum della nonna, figliolo, che ti ha ucciso la zucca!

Disse il figlio al padre:

– Vai di corsa a casa, papà, e vedi cos’è successo a quel- le due, perché non arrivano?

Si avviò pure il vecchio e, giunto a casa, trovò madre e figlia che piagnucolavano e gemevano. Chiese cos’era accaduto ed esse gli raccontarono per filo e per segno la storia di Mazllum. Dopo aver sentito tutto ciò, il povero vecchio si commosse a tal punto che dimenticò il motivo per cui era andato a casa e si mise a piangere:
– O Mazllum del nonno, figliolo, che la zucca ti uccise…! Il ragazzo aspettava e aspettava in mezzo al campo e,
vedendo che nessuno arrivava, s’incamminò verso casa. Una volta arrivato trovò tutti e tre i suoi familiari che
piangevano. Il ragazzo si spaventò e chiese loro: – Cos’è successo? Perché piangete così? Intanto loro gli raccontarono la storia di Mazllum e della zucca. Il ragazzo si incollerì molto e li minacciò: – Se non trovo altre tre persone più pazze di voi, vi farò a pezzi come questa zucca. Prese l’accetta e fece a pezzi la zucca. Dopo di che lasciò la casa e prese a girare il mondo. Cammina e cammina, vide una capanna e un vecchietto con un sacco in mano che non faceva altro che entrare e uscire di casa.
Il ragazzo gli si avvicinò e gli chiese: – Cosa fai, vecchio?
Rispose il vecchietto: – Ah, figliolo, se tu sapessi! Sono settanta anni che non vedo un raggio di sole entrare a casa mia, perciò sto cercando di raccoglierlo nel sacco e portarlo dentro, ma invano.

Il ragazzo gli disse: – Cosa mi dai, vecchio, se ti riempio la casa di sole?
Il vecchietto gli disse: – Oro quanto ne vuoi.
Il ragazzo si arrampicò in cima al tetto e aprì un bel buco. Il vecchietto entrò in casa e la trovò inondata di sole.
Diede le monete d’oro al ragazzo e lo accompagnò con tutti i riguardi. Il ragazzo se ne andò dicendo fra sé: “Un
pazzo l’ho trovato, vediamo se ne incontrerò degli altri”. Cammina e cammina, si imbatte in un corteo nuziale, il
quale si era fermato assieme alla sposa sulla soglia della casa dello sposo e tutti si stavano impensierendo: “Dobbiamo decapitare la sposa oppure tagliare le gambe al cavallo?” Tutto il problema consisteva nel fatto che la porta era bassa e non ci potevano passare tutt’e due insieme. Il ragazzo rimase ad ascoltarli, poi disse loro:
– Lasciate fare a me ché ci riuscirò senza far male a nessuno.

Fece abbassare il capo alla sposa e il cavallo scavalcò senza problemi la soglia della porta. Scoppiarono le risate
e l’allegria e i parenti riempirono un sacco pieno zeppo di monete d’oro per il ragazzo. Inoltre il padre dello sposo invitò il ragazzo a partecipare alle nozze. Mangiando e bevendo, cantando e scherzando, se ne
andò la notte e giunse l’alba. In quel mentre il ragazzo captò il rumore di alcuni passi che non cessavano di rintronare. Il ragazzo chiese chiarimenti agli invitati e loro gli risposero: – Dalle nostre parti c’è l’usanza che lo sposo, prima di coricarsi, deve indossare le mutande che la sposa ha portato in dote.
Disse il ragazzo: – Bene, questo l’ho capito, ma perché tutta la casa trema e rintrona? – Perché, per indossare le mutande, noi saliamo sul letto e poi ci lanciamo sopra di esse, mentre altre due persone le reggono in mano.

– Posso vedere lo sposo mentre indossa le mutande? – Sì, con piacere – dissero i parenti e lo portarono nella camera dove lo sposo cercava di indossare le mutande e non ci riusciva.

Il ragazzo vide lo sposo in imbarazzo e gli si rivolse: – Alza il piede sinistro e infilalo qui, ora alza il destro e
infila pure questo. Ecco fatto, senza nessun problema. Tutti quanti, compreso lo sposo, rimasero stupefatti di
quanto fosse semplice indossare le mutande, cosa che a loro non era mai passata per la testa.
Invece il ragazzo disse tra sé: “Ora i miei sono sani e salvi, perché vedo che in questo mondo c’è chi è ancora
più imbecille di loro”. La fiaba è finita. Il ragazzo ebbe una vita lunga e felice.

Fiabe Albanesi

L’opinione

Fiabe albanesi di Virgjil Muçi è una preziosa raccolta di fiabe, nata con il ben riuscito obiettivo di presentare al lettore i miti e le leggende dell’Albania. La tradizione orale è uno dei valori che caratterizza il popolo albanese, capace di farne strumento di diffusione e allo stesso tempo di utilizzarla per tramandare di generazione in generazione distillati di saggezza come questi.

Muçi, con una penna vivace e curiosa, spalanca le porte di un mondo fatato, qualche volta spaventoso, ma fortemente affascinante. Non mancano gli esseri ultraterreni, oltre a re, regine, contadini, briganti, gesta eroiche, pescatori, pellegrini. Fiabe albanesi è una lettura piacevole, che permette di conoscere alcune tra le più diffuse tradizioni albanesi, oltre che a delineare sapientemente il profilo del popolo; la fiaba e la purezza d’animo diventano un tutt’uno e i personaggi della fantasia si mescolano amabilmente con quelli appartenenti alla realtà.

Sono tanti i simbolismi e le allegorie che tratteggiano la scrittura incisiva seppur semplice dell’autore, offrendo un equilibrato e raffinato agglomerato di racconti adatti a tutti.

 

Argomenti: Virgjil MuçiBesa Muci EditoreDritan Çela
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