Ci siamo incontrati alla stazione di Trastevere di Roma, in una calda mattinata di Ottobre, poco prima che Klement Zoraqi ritornasse in Albania.
Non eravamo riusciti a vederci alla sua splendida mostra “Roma.Archi/Nature” perché i nostri rispettivi orari non si erano sincronizzati.
Ci siamo riconosciuti subito. Lui alto, capelli brizzolati su un viso giovanile dal sorriso aperto, invitante, che ha tolto subito l’imbarazzo del primo contatto.
L’intesa Italia-Albania, quel feeling che unisce i due Paesi, si era immediatamente concretizzato. Come se ci conoscessimo da sempre, ci muoviamo sotto braccio alla ricerca di un bar o una panchina dove sederci per iniziare la nostra intervista.
Ma nella grande piazza, brulicante soprattutto di gente di colore e persone anziane che trascinano i carrelli della spesa, non c’è traccia. Finalmente, attraversata la ferrovia, Klement scopre un piccolo locale, dove, davanti a un tavolino di formica, inizia la nostra conversazione. “La pittura l’avevo nel sangue fin dall’infanzia, una passione che negli anni si è poi concretizzata.” mi confessa con gli occhi scintillanti di orgoglio.
Poi, incalzato dalle mie domande, riprende il filo di un racconto che si è sviluppato per ore. “Sono stato insegnante di pittura e di storia dell’arte nell’Istituto di Tirana dal 92. Della pittura mi attira l’intreccio tra architettura e natura. Non i visi, ma I PINI sono veri personaggi: mi incantano per la loro forma, il colore sempre verde, sono come sagome monumentali che svettano nel cielo.”

Cosa poteva dipingere durante il periodo comunista?
Facevo praticamente composizioni e ritratti, che riflettevano il realismo socialista. Nel periodo transitorio, cambiato il regime, ho avvertito un vuoto e per questo motivo, ho scelto la strada del paesaggio che d’altra parte era già nelle mie corde.
Ma, (per rispondere alla sua domanda), nel periodo comunista noi, artisti, non essendo coinvolti nella politica, non abbiamo sofferto molto, tranne la povertà che investiva tutti. Noi non eravamo né ricchi né poveri, vivacchiavamo.
Cosa pensa dell’ex Sindaco e ora primo ministro Edi Rama?
Non posso dire di esserne entusiasta, anche se riconosco il suo grande senso estetico, il culto dell’arte, quindi l’influenza dell’ambiente nella vita, ma il problema è il livello economico, ancora molto basso”.
Torniamo alla mostra.
Cosa l’attira di Roma in maniera così prepotente, tanto da dedicarle una quantità di dipinti e una mostra?
La luce, il clima, l’atmosfera, la bellezza, che si esprime anche nelle piccole cose. A me attira anche un pino solitario, che sembra un personaggio, non solo vedute. Il senso di creare cose belle, di esprimerle in opere d’arte e di saperle leggere e anche di parlarne”. Per quanto riguarda i quadri della mostra, non posso dire che ce n’è uno che prediligo, perché tra di loro c’è un filo che li lega come un’orchestra.
E il rapporto con le persone?
Ho molti amici italiani, tra i quali molti insegnanti bilingue che ho frequentato nel passato.
Lei è di religione ortodossa, frequenta i riti, la Chiesa?
In questo ultimo periodo, si, da quando sono mancati i miei genitori, ne sento il bisogno.

Klement Zoraqi, 57 anni, nato sotto il segno dei pesci, un fratello e una sorella, è una persona solare, il suo sorriso (che ha preso da sua madre) è contagioso per chi lo frequenta.
Nel suo DNA alberga la tenacia, quella spinta per cui vuole sempre arrivare nelle cose che affronta. Nel lavoro è un perfezionista, che lui reputa un difetto, mentre nella vita privata è tollerante, non particolarmente ambizioso, per lo più tranquillo, un sognatore. La politica non l’ha mai interessato. Né lui né suo fratello hanno questo interesse, perché hanno ereditato dai loro genitori il senso di indipendenza.
Non si è mai sposato, ma ha allevato, come una figlia, la nipote Fedra che è diventata la sua migliore allieva di pittura e che lui adora, perfettamente ricambiato.

E’ molto fiero della sua mostra “Le Radici” , un riflessione artistica sulle sue radici (aperta a Tirana pochi mesi fa) che vorrebbe portare in Italia e far viaggiare nel mondo. Un progetto, questo sì ambizioso: cominciare a riflettere sulla vita e sul passato e ricostruire il passato attraverso forme artistiche.
Come “Bisanzio a Roma”. Per esempio il quadro che ritrae la grande stanza dei suoi nonni, i cui volti non vengono ritratti, ma descritti attraverso alcuni dei loro oggetti: come la macchina da cucire della nonna sarta, o gli attrezzi usati dal nonno artigiano delle scarpe, un antico orologio, suscita emozioni e riflessioni nella gente che ha vissuto simili circostanze nella vita.

Quale è quindi per lei la funzione dell’arte?
Rivitalizzare i nostri ricordi non solo per me stesso ma anche per gli altri. Infatti in questo quadro volevo ricordare i miei cari attraverso gli oggetti
L’aldilà è una cosa che rimane attraverso quello che hai fatto.
In conclusione per Klement Zoraqi l’ARTE E’ LA VITA. Vive con l’arte per la vita.

Note biografiche di Klement Zoraqi
Klement ha fatto il ginnasio, non il liceo artistico, ma è entrato dalla scuola direttamente nell’accademia diventando subito insegnante. E questo perché il padre di Edi Rama disse allo zio di Klement, Nikolla, che il ragazzo era molto dotato e che quindi poteva da subito iniziare a insegnare.
In seguito Klement è stato anche preside del liceo artistico Jordan Misja molto prestigioso, dove accanto si trova anche il liceo musicale.
D’altra parte anche la zia e il padre sono stati insegnanti di merito
Lo zio Nikolla Zoraqi è stato il più grande compositore di musica classica. Ha composto 6 balletti, 3 opere e diverse opere sinfoniche. Ha studiato a Mosca. Per lui si mescolavano in perfetta simbiosi l’amore per l’arte e il sacrificio per raggiungerla. Ha infatti dedicato tutta la sua vita all’arte. Era un uomo potente, conosceva le persone più influenti, ma era molto rigoroso. Al nipote Klement non fece dei favori particolari, pur conoscendo bene il padre di Rama, ma gli fece rifare il concorso 3 volte.
Informazioni sulla mostra
- Titolo: “Roma. Archi/Nature” di Klement Zoraqi
- Visitabile fino al 15 novembre. Dalle 10,30 alle 18,00 (domenica chiuso)
- Ingresso: Libero
- Organizza: MICRO Arti Visive
Indirizzo
- MICRO Arti Visive – Spazio Porta Mazzini, Viale Giuseppe Mazzini, 1, Roma