Mio padre è morto a Tirana
di Mario Deidda e Marsela Gjyshja

Miri, un ragazzo albanese di 13 anni, si trovava nel porto di Durazzo, dove molte persone manifestavano contro il regime comunista di Enver Hoxha.
Per una serie di eventi, fu’ costretto a partire con la nave, e dopo un viaggio incredibile, sbarca nelle coste della Puglia, in Italia nel 1991. Accolto inizialmente in un Istituto per minori, fu’ inspiegabilmente abbandonato dalla madre, ma venne aiutato dagli assistenti sociali. I quali lo diedero in affidamento presso una famiglia in Sardegna. Qui, ricevette la notizia che il padre era stato ucciso a Tirana, da sconosciuti.
In seguito a questa sconvolgente notizia fecce ritorno nel suo paese, per vendicarsi della morte del padre. Nonostante il suo disperato tentativo di trovare il colpevole, dovette affrontare i tristemente famosi anni 97-98. Periodo nel quale l’Albania era in mano alle bande armate. Diversi anni dopo, si iscrisse all’ Universita’ di Firenze, inoltre lavorava come interprete per la Direzione Investigativa Antimafia, che combatteva il forte dilagarsi della Mafia Albanese.
Particolari situazioni famigliari lo portarono in Calabria, dove viveva la madre, malata. Nel tentativo di aiutarla , Miri, cambia il nome diventando Mario, e purtroppo si ammala di una forte depressione. Dopo molti anni pieni di sofferenza, non avendo piu’ nessuna speranza in un futuro migliore , fecce ritorno in Albania, per mettere fine alla sua vita.
Ma il suo Angelo custode, aveva altri progetti per il suo futuro, e gli fa incontrare l’amore, Marsela, che diventa sua moglie e con la quale hanno due figli, Alberto ed Emma. Mario crede nuovamente nella vita…