Oltre Confine
di Euglent Plaku

Oltre il confine c’è la vita: il racconto bruciante di un fuggiasco dall’Albania
Euglent Plaku arriva dall’Albania all’indomani del collasso della dittatura di Hoxha. Per tre anni, dal 1993 al 1996, tra i 14 e i 17 anni, tenta di espatriare più volte attraverso il confine con la Grecia. L’Albania di allora è un paese povero, violentato, disperato: le nuove generazioni, tra cui quella a cui appartiene l’autore, hanno fame di tutto e si ribellano al destino dei padri. In un paese allo sbando tutto è possibile, anche che il dramma di un popolo si ribalti in insolite soluzioni. Per Plaku l’adolescenza non esiste, né esiste la scuola, la spensieratezza, l’allegro cameratismo. Solo fuggendo si può sperare che tutto cambi, anche a rischio della vita.
Il resoconto di questo ex ragazzo d’Albania, Oltre confine, è implacabile. Ricostruisce giorno dopo giorno, strada per strada il suo terribile passato e il lettore accompagna i suoi viaggi con una partecipazione da thrilling, restando sorpreso di tanta rudezza, di tanta crudeltà, di tanta straordinaria voglia di vivere. Quando finalmente Plaku giunge a Milano è come resuscitato da un miracolo. Ma l’Italia non è l’Eldorado sognato, è invece la mano stritolante di un’organizzazione criminale che riduce in schiavitù e costringe all’elemosina secondo una ben calcolata strategia di sfruttamento. Nel vagone di uno squallido binario senza destinazioni Plaku e i suoi compagni vivono quest’incubo e lo impastano con sogni stracciati. Arriva poi l’arresto e il rimpatrio e, di nuovo, come in una ruota inesorabile, la fuga, il pianto inutile di una madre, l’antico villaggio che non lascia altro scampo.