Ma ci sono così tante ragazze albanesi belle e pure dei villaggi d’intorno che sembrano fate con i loro volti e sguardi angelici..(Evliya Celebi, Guide di viaggio, Seyahatname)
Per le strade di Scampia, ogni puzzle del marciapiede sembra portare la dicitura Ho posato la mano. Proprio accanto al bazar, le fate camminano senza calpestare la terra, con abiti di seta raccolti a Ullishte e lavati nelle acque del Shkumbin.
Hanno capelli lunghi, intrecciati al centro del capo e le guance che sembrano confondersi con la frangia. Non sono né bianche né gialle: le fate hanno la pelle marrone e gli occhi color smeraldo, parlano un’altra lingua, con tutte le note musicali, tante quanti i fiori che sono sui loro vestiti. Nel frattempo, gli artigiani intrecciano i tappeti, mentre i bambini intrecciano i sogni.
Sono andata a Elbasan per comprare un vestito, ma non sono riuscita a trovare vestiti come una volta. Ho trovato solo vecchie radio che trasmettevano ricordi di un’altra epoca.
La Torre dell’Orologio, come una signora slanciata, si erge stoica proprio al centro della piazza, osservando tutti dalla sua altezza ancestrale. Si respira aria pesante, la stessa che per anni ha ucciso bambini e mutilato tante anime. Creature per metà umane vagano per questi vicoli fatti di ciottoli. Il loro destino è scritto su fogli luminosi di un altro mondo, non oltre i quaranta giorni di vita nel grembo materno e sigillato con il timbro a carboncino del regime del tempo.
L’aroma dei panini baguette (simit bugace), mescolata con la famosa “Tava Elbasanit per me ble fustan”(vecchia canzone albanese “Vajta n’Elbasan), diventa una fragranza magica che riporta indietro nel tempo, all’epoca dell’infanzia. Il profumo del gelsomino avvolge l’intera città, mentre il suono di un biscotto che si spezza in due, se condiviso con altri, si diffonde in ogni angolo.
L’Ospitalità della città, dove le porte di casa non si chiudono mai, è la protagonista di una fiaba, nelle sere primaverili. Si tratta di una favola che la nonna racconta alla nipote, mentre lega al suo polso un braccialetto intrecciato, con l’illusione che possa proteggerla dai fantasmi e dalle bestie feroci. Dolce sonno e buona notte diventano le preghiere che accompagnano la bambina fino alla mattina del 15 marzo.