La nostra è una famiglia ed una parentela mista quanto alla religione, così come accadeva per buona parte dei nuclei familiari albanesi, ma la mia lo era particolarmente di più.
I miei due nonni erano albanesi ed ortodossi.
Per cui a casa nostra – rigorosamente di nascosto sotto dittatura – si tingevano le uova di rosso e si celebrava con riserbo in casa la Pasqua cattolica ed ortodossa.
Intanto, la nonna materna era di origine turca, di Smirne, cresciuta a Salonicco, Grecia.
Musulmana di credo.
Suo padre, – raccontava – dalla Turchia andava abitualmente in pellegrinaggio a Mecca, come “Haxhi”.
Questo è un titolo che viene conferito ai pellegrini abituali dei santuari e vale per la Mecca o per Jerusalemme.
La nonna aveva lasciato la Turchia da piccola, perché suo padre era devoto alla religione ed ai pellegrinaggi e sua madre era morta giovanissima purtroppo.
Per cui, la nonna è stata cresciuta a Salonicco, in Grecia dalla zia paterna, sorella del padre.
Al compimento dei suoi 18 anni, con la zia ed il marito, si recarono nella vicina Albania, nel Sud, a Himarë per partecipare ad un matrimonio.
La nonna era una bellissima ragazza bionda ad occhi azzurri.
Lì conobbe un bel ragazzo albanese ortodosso – mio nonno – tra loro avvenne un colpo di fulmine e la nonna, follemente innamorata, abbandonò la Grecia ed i parenti propri, per lui.
Lei rimase in Albania quindi, per tutta la vita.
Si sposarono ed ebbero cinque figlie.
La nonna non portava il fazzoletto in testa.
Lo portava solo in determinati momenti, quando cucinava o faceva le pulizie.
Sempre foulards colorati e stampati di fiori.
Preservava la sua religione mussulmana dentro di sé.
Teneva rigorosamente il digiuno sacro, non mangiava carne di maiale, ma il maiale lo cucinava per tutti noi.
Lei, i suoi utensili di cucina, li teneva da parte, perché capiva subito che in una certa pentola era stato cucinato il maiale per la famiglia oppure con certe posate, era stato consumato il maiale e per sé teneva i dovuti accorgimenti.
Quando io andavo a letto, a casa sua, mi capitava di scorgere la nonna seduta sul tappeto e mentre mi giravo nel letto, all’orecchio mi arrivavano le sue preghiere in arabo:
“Bismil-lahi Rrahmani Rrahim!” Allora comprendevo che quello era un momento tutto suo e io dovevo rispettare i suoi spazi…
Ero troppo affezionata a lei, le devo molto…
Lei ha avuto cinque figlie, di cui tre hanno sposato degli uomini mussulmani e due – tra cui, mia madre – uomini cristiani.
Tra l’altro quest’anno coincidono Pasqua cattolica e Ramadan.
Invece Pasqua ortodossa cade il 5 maggio.
Per questo, la nostra è stata una parentela mista a riguardo della religione.
La religione in Albania non veniva praticata come oggi, in quanto dal 1967, l’Albania era stata proclamata primo paese ateo nel mondo e si viveva sotto dittatura, con tanto di divieto della fede e della frequentazione degli oggetti e luoghi di culto nella Costituzione, ma la gente ha saputo convivere in pace con il proprio credo e rispettando la fede altrui, tra mussulmani, ortodossi e cattolici, sempre.
L’altra nonna, quella paterna era italiana, cattolica.
Per cui tutte le festività religiose cattoliche, a questo proposito, Pasqua, la celebravamo al contempo con lei.
Ed io ero sempre presente e partecipe al rituale della colorazione delle uova.
Lei poi seguiva, con criterio ad insegnarmi le preghiere in italiano e le rispettive usanze, il tutto, facendo di casa nostra una grande Matrioska di intercultura, contenente tante vicende plurinazionali ad incastro.
In sintesi, oltre a celebrare il Ramadan per la nonna turca e mussulmana, Natale e Pasqua per la nonna italiana e cattolica, mi faceva particolarmente coinvolgere la Pasqua ortodossa.
Questo perché, entrambe le nonne – straniere a loro volta – avevano sposato due uomini albanesi ortodossi.
Per cui, ognuna colorava le uova sode ed allestiva il modesto banchetto per il rito ortodosso in casa quel giorno di Pasqua ortodossa.
Dopo aver consumato le uova sode colorate però, da bambina non riuscivo a comprendere la grande fretta e l’ansia da parte delle nonne, della mamma e di tutti i familiari, nel far sparire i gusci colorati rimanenti nelle ciotole sul tavolo!
Una volta avevo visto le nonne che quei gusci colorati li trasportavano velocemente dal tavolo, verso il balcone e li nascondevano dentro i vasi dei fiori, mescolandoli con il terriccio delle piante.
La nonna mi aveva detto, vedendomi incredula a quel gesto, che quei gusci si trasformavano in ottimo concime per le piante e io giustamente ci avevo creduto.
Più avanti avevo capito che specie in alcune famiglie segnalate, giravano delle persone incaricate dalla sezione di polizia di quartiere, per fare ispezione nelle abitazioni, frugando addirittura nel contenitore della spazzatura, per verificare che ci fossero tracce di gusci di uova colorate.
Nel caso le avessero riscontrate, le conseguenze, ça va sans dire, sarebbero state immaginabili, data l’interdizione sulle feste religiose, dal 1967, incisa addirittura sulla Costituzione in seguito, nel 1976.