Il cielo era spalmato sulla terra. La terra gemeva di un piacere profondo e grave come il respiro della vita. Ricominciava da capo, la vita. Era l’esordio di un’esistenza primordiale. Tutto veniva fecondato in quel giorno, e quanto accaduto prima era completamente irrilevante, pensò Andrea. Non vi erano più ricordi nella corteccia celebrale della terra. Un frammento, un soffio del tutto impalpabile, era invece rimasto nella sua memoria di ragazza smarrita. La parola ragazza la fece sorridere. Erano anni che non si definiva più così. Si era gettata alle spalle il passato, il presente e il futuro. Aveva abbandonato ciò di cui poteva disfarsi. Fuorché questo mattino che non si lasciava tradire da nessuno. Mentre con lo sguardo inchiodava lo spazio davanti a sé, gli occhi le fecero male. Era una giornata maestosa, di quelle che mortificano ogni tentativo di opporsi alla bellezza. Respirò. È possibile, si chiese, tutto è possibile? Qualcosa è possibile? La possibilità stessa è concepibile? Sentì freddo, rabbrividì provando un liquido piacere. Respirò di nuovo, più forte stavolta, concentrandosi sul moto dei polmoni. Si osservò le mani. Erano azzurre: il cielo si era insinuato sotto la pelle. Se la passò fra i capelli con la delicatezza di una goccia di rugiada. Vide il castano trasformarsi in azzurro man mano che le dita li solcavano come un pettine prima di fermarsi sulla nuca, distratte e indecise. Le ritirò e le fissò di nuovo.

L’opinione
Sono quattro le storie, intrecciate tra loro, che compongono questo I mari ovunque di Elvira Dones, edito nel 2007, per la traduzione di Rovena Troqe. Andrea, Eric, Dominique e Natasha sono i quattro personaggi che animano la storia. Andrea emigrata in Svizzera, ancora sofferente per il suo status di orfana, trascina il lettore nelle parti più recondite del suo animo di donna ferita dalla vita. Eric è suo marito, un uomo coraggioso, emblema dell’amore disinteressato e costante. Dominique, la mamma di Eric, è una guerriera che lotta per quello che vuole, nonostante la morte arrivi nella sua esistenza, portandole via un pezzo di cuore. La donna lotterà per restare nella terra, che nel presente le è più cara. Natasha, una donna albanese amica di Andrea, scapperà dalla Svizzera, perché l’amore le ha fatto molto male e ha bisogno di dimenticare.
È l’Amore il filo conduttore di questo delicato romanzo della Dones, che con una prosa di brillante sobrietà, consegna al lettore una storia raccontata con parole sapientemente incastonate nelle descrizioni suggestive degli ambienti, dei paesaggi e delle emozioni, dal profilo elegiaco. È presente l’Amore in tutte le sue forme: come forza assoluta nel cuore di Eric, che sceglie di restare accanto a sua moglie sempre, anche nei momenti più bui. Il sentimento rappresenta il sostegno che dona quotidianamente e la sua più grande forza interiore. Anche per Natasha l’amore è l’energia trainante, ma per non soffrire più. Ama se stessa la donna, vuole guarire dalle ferite che le sono state inferte. E ancora l’amore per la terra che ha accolto, che ha dato la possibilità di ripartire laddove sembrava tutto perduto.
I mari ovunque appartiene a quel gruppo di libri dove andrebbe aggiunta, alla fine, una pagina bianca, per dare la possibilità al lettore di scrivere il suo finale. Una delle caratteristiche che contraddistingue la penna della Dones è quella di lasciare “un’apertura” per poter immaginare un epilogo differente di ogni racconto, per poter riflettere sulla storia appena letta, che non è mai fine a se stessa. L’autrice, nei suoi libri, non si pone mai in maniera giudicante, trascinando il lettore nello scritto passo dopo passo e mai in maniera virulenta, permettendogli di assimilare quanto legge, di farlo proprio. Ogni tematica è affrontata a trecentosessanta gradi, da ogni angolazione e sfaccettatura, proprio come succede in questo prezioso romanzo. Solo in questo modo, il lettore può dirsi onestamente coinvolto.