Nel 2023 Albania Letteraria ha censito 72 libri, pubblicati da autori albanesi tradotti, da italofoni e da scrittori italiani che narrano di Albania.
Si tratta prevalentemente di romanzi e saggi, ma anche la poesia e le biografie hanno fatto la loro parte. Tra queste pubblicazioni, ci sono quelle che per le tematiche trattate e per lo stile proprio degli autori, oltre che risultare letture scorrevoli, sono connotate da un’importante sfumatura divulgativa.
Nella sezione dedicata, trovate tutti i titoli; quelli elencati in questo articolo, in ordine cronologico di pubblicazione, appartengono ai volumi che ho apprezzato di più e dei quali consiglio la lettura.
Il Muro di Selma Dino, Europa Edizioni, è il sequel di Colazione sul Prato di Casa. Il Quadro, il romanzo che vede protagonista l’inglese Ann, in cui la Dino ripercorre un pezzo di Storia che ha condizionato il mondo intero, dando vita a una narrazione coinvolgente, avvincente e dal carattere informativo e divulgativo. L’arte e l’amore sono i motori che muovono il racconto carico di alta drammaticità, che la scrittrice alleggerisce sapientemente con una scrittura morbida, non sminuendo l’importanza delle tematiche trattate.
Ne Il Muro ritroviamo sia il proseguo della storia d’amore di Ann e Perlat, il medico albanese, bloccato in Inghilterra a causa della guerra e un’interessante interpretazione letteraria, storica e umana dell’autrice, che offre al lettore un volume dall’impronta fortemente psicologica, senza trascurare la dovizia di particolari di cui la Dino si avvale per disegnare gli ambienti e profilare i personaggi, per trasmettere le emozioni, che non vengono mai soffocate dagli avvenimenti e dal corso del racconto. (Qui la recensione).
Il leggero transito delle parole è l’ultimo lavoro della poetessa italofona Griselda Doka, pubblicato da Macabor Editore, che va a impreziosire, ulteriormente, la collana diretta da Bonifacio Vincenzi, I fiori di Macabor.
I luoghi di transito e i momenti di vita corrono paralleli nei versi impetuosi che animano l’antologia, creando una delicata cornice, all’interno della quale Griselda incastona il suo IO, libero da vincoli e prudentemente contorniato da una limpidezza fatta di sofferenza, di fierezza, di ricerca continua dell’equilibrio e di quella stabilità, che nonostante tutto, non viene mai a mancare.
La poetessa non trascura i ricordi, che sembrano illusoriamente svanire, rimanendo legati, oltremodo, al vissuto del singolo, che si proietta, senza esitazione alcuna, in quello della collettività. La poesia della Doka, che racconta senza mai cedere a prevedibili forme di esposizione, è frutto di una penna razionale, consapevole e matura, capace di arrivare al lettore in tutta la sua interezza. (Qui la recensione).
L’invasione degli Extraterroni. Un’autobiografia contro ogni confine di Becco Giallo Edizioni aprile 2023, è la graphic novel con disegni di Elena Rapa, che porta la firma di Renald Hysi, protagonista egli stesso della storia narrata. Le vicende al centro del fumetto partono dalla tenera età di Renald, quando nel 1997 è costretto a scappare con la sua famiglia dall’Albania stretta nella morsa della guerra civile, scatenata da una devastante crisi economica.
Razzismo, cavilli burocratici, il sistema piramidale albanese e le difficoltà di integrazione sono alcuni degli argomenti cardine della graphic novel, fattrice di molteplici sensazioni come la tenerezza, la simpatia, la tristezza, la commozione e la rabbia, che suscitano profonde riflessioni.
Renald narra la sua storia, che ha inizio ben ventisei anni fa. Meditando su quanto accade oggi, sugli aspetti più rilevanti delle tematiche trattate, come il razzismo, si giunge inevitabilmente a un’amara conclusione: nulla è cessato, bensì si è spostata l’asse dell’attenzione da un popolo ad altri popoli. Non sono più gli albanesi a essere discriminati, a essere definiti delinquenti, usurpatori e invasori, ma altri, come quelli provenienti dalla Nigeria, dal Sudan, dalla Libia, dall’Egitto, ecc. (Qui la recensione).
Donne d’Albania. Voci dissidenti contro il regime di Isabella Lorusso, edito da Sensibili alle Foglie, raccoglie tredici interviste, realizzate dall’autrice tra il 2020 e il 2021, rivolte a donne che hanno vissuto l’Albania del regime.
La Lorusso interroga figure disparate, quasi tutte appartenenti a famiglie che, per le folli decisioni del Partito, sono cadute in disgrazia e di conseguenza finite nella lista nera dei perseguitati. Spesso, come si evince dalle parole delle intervistate e come la storia insegna, non rientrare più nelle grazie del dittatore, significava prigionia o pena capitale.
È una narrazione fatta di dolore, dettata dall’angoscia per essere state donne giudicate, alienate, imprigionate, per aver visto i cari perire sotto un’ingiustificata cattiveria, per aver aver assistito alle persecuzioni della propria famiglia nell’arco di decenni. (Qui la recensione e l’intervista all’autrice).
Ballata dello scarafaggio di Shpëtim Selmani, nella traduzione di Fatjona Lamçe, Crocetti Editore. L’autore fa un uso smodato di punti fermi, quasi a voler dare al lettore il tempo di prendere fiato, di pensare, di vivere, leggendo parole che tolgono il respiro, che proiettano la mente verso l’incredulità, che conducono il pensiero in un mondo senza tempo.
Una penna appassionata quella di Selmani, scrittore tra i più apprezzati in Kosovo, che, in questo volume d’esordio in Italia, traccia il percorso della sua vita, (intersecandolo con quello storico della nazione), partendo dalla guerra del Kosovo che lo vede bambino, attore, suo malgrado, di una tragedia che coinvolge il suo popolo e con esso la sua famiglia.
La narrazione è diretta, fredda, con l’unica preoccupazione di trasmettere, riferire, propagare, consegnare, diffondere, infondere il suo forte attaccamento alla letteratura, sottolineando quanto essa sia fondamentale per l’individuo e la collettività. La sua essenza deve essere libera da nazionalismi e controversie politiche, non trasformandosi mai nell’espressione di un malato patriottismo, nonostante si ritrovi spesso a fare i conti con il passato. (Qui la recensione e l’intervista all’autore).
La politica come idea. Riflessioni tradotto da Ida Xoxa è siglato da Valentina Leskaj, edito da Bonanno Editore. Il volume riassume un’analisi approfondita di trent’anni di politica, lavoro che ha richiesto una lunga gestazione. È una sorta di contenitore di tutte le riflessioni, che l’ex politica ha maturato durante la sua esperienza e delle quali ha preferito parlare dopo essersi allontanata dal mondo in cui si è fermata per circa quindici anni.
Le tematiche affrontate e sviscerate dalla Leskaj sono inerenti le problematiche fronteggiate dalla collettività albanese, sin da quando si è costituita la società civile. L’autrice disegna l’interazione con le dinamiche sociali dell’Albania di ieri e di quella di oggi, sottolineando le differenze e le assonanze e facendo un corposo riferimento al ruolo fondamentale della politica. (Qui la recensione e l’intervista all’autrice).
La poesia veste bianco di Liljana Qafa, pubblicato da Aletti Editore, è la silloge della poetessa salentina, che mette a nudo le sue emozioni, scrivendo versi che vogliono ardentemente essere un memoriale e che profilano la poesia come lo spettro dell’incoerenza e l’alienazione dalla realtà, in un mondo fatto di parole che estraniano e che, allo stesso tempo, riportano brutalmente all’effettivo palpabile.
Mamma è una delle liriche dedicate alla madre e al dolore per la sua assenza; è uno degli inni all’affettività pura, quella senza compromessi e disinteressata, che rende forti e vulnerabili, mesti e gioiosi. I componimenti sono sussurri rivolti alla mamma e a se stessa, sono frasi che raccontano, che descrivono e che parlano; sono sospiri figli del pensiero, che desiderano vivere come carezze sulla pelle, dettati dall’istinto e impressi sulla carta, secondo la ragionevolezza dell’intelletto e l’impeto del cuore.
La poesia veste bianco è bellezza, paura, felicità, comprensione, mancanza, amarezza, angoscia e disperazione. È ricordo, è memoria, è urgenza di raccontare per rievocare, perché la vita è il dono più prezioso della nostalgia eterna. (Qui la recensione e l’intervista all’autrice).
La breve vita di Lukas Santana di Elvira Dones edito da La Nave di Teseo Editore. Quella di Lukas è la storia di un giovane che vive la terribile esperienza carceraria e il suo lento cammino verso la morte, riuscendo a fare un doloroso percorso di crescita, che gli permette di abbandonare la vita da adulto cosciente. La scrittrice narra di storie nella storia, costruendo il mondo che gira intorno al condannato, fatto di umanità consapevole e inconsapevole e sottolineando come, coloro che percorrono la strada verso il patibolo, non siano solo i condannati, ma anche i loro familiari e gli amici. Questo è il motivo per cui si racconta il dramma di Lukas, attraverso le tragedie altrui, che si sviluppano attorno alla sua sfortunata esistenza.
Doveva essere un altro il taglio da dare alla storia, poiché scriverla come romanzo sembrava riduttivo, trattandosi di una vicenda reale. Ci ha provato la scrittrice, ma alla fine ha capito che la forma romanzata si palesava come la migliore. Sempre particolarmente attenta a conferire alle sue opere un profilo che renda testimonianza, Elvira Dones è riuscita, comunque, a consegnare al lettore un’appassionata, articolata e argomentata riflessione su quella che ella stessa definisce una delle più grandi ingiustizie umane: la pena di morte, così come viene inflitta ad Huntsville, ritenuta la capitale mondiale delle esecuzioni. (Qui le recensioni).
Cattedrale senza croce di Gëzim Aliu, tradotto da Iris Hajdari, Besa Muci Editore, è un romanzo incentrato su tematiche delicate come l’arte, l’amore e l’umanità.
La narrazione si snoda intorno alla figura del pittore Leonard Kurti, intento a terminare un ciclo di dipinti intitolato I Sette Giorni. Senza un apparente motivo, l’ispirazione abbandona il pennello dell’artista, che in preda alla disperazione non riesce a ultimare l’opera conclusiva della serie. L’uomo trova rifugio nell’amore ed è proprio Lisa, la donna amata, a restituirgli fiducia, fino a quando il loro rapporto non incontra i primi ostacoli. Leonard e Lisa non sono gli unici protagonisti del racconto: lo scrittore, amico, confidente e testimone della tormentata storia d’amore, assume un ruolo determinante.
Fino a dimostrazione contraria, (come si suol dire), Kurti è un soggetto immaginario, proprio come le sue doti artistiche, la sua passione amorosa e le sue confessioni: sono cose difficili da credere a primo impatto, in quanto Aliu ha saputo dare un’impronta realistica ai contenuti oggettivi, ai riferimenti espressivi ed emozionali, adottando uno stile semplice e informale, che non sempre dona scorrevolezza alla lettura, ma che rende limpidamente l’idea di ogni momento vissuto dai personaggi, di ogni luogo che il lettore visita con esse e di ogni suggestione provata e trasmessa. (Qui la recensione e l’intervista all’autore).
Albania serafica di Donato Martucci pubblicato da Besa Muci Editore, raccoglie l’avvincente analisi dell’autore, considerato uno dei più interessanti studiosi italiani di storia albanese e di Kanun.
Le vicende raccontate hanno inizio con le missioni, (1634), di padre Bonaventura Relli da Palazzolo Vercellese (di cui si riporta un rarissimo ritratto in copertina), e si spingono fino al 1650, quando, a seguito della persecuzione da parte dei turchi, i padri sono costretti a lasciare temporaneamente l’Albania.
La Relatione Universale di padre Giacinto è un po’ una risposta politica, indirizzata ai Cardinali della S. Congregazione di Propaganda fide, per lodare e giustificare l’operato dei padri francescani in Albania e per ribattere alle accuse che venivano loro rivolte dal clero albanese, di essere stati causa delle persecuzioni dei turchi. Il manoscritto riprende altre relazioni di alcuni confratelli di Giacinto e le amalgama, ordinando il materiale, come detto, in ordine cronologico. (Qui l’intervista all’autore).
Il dittatore in croce di Mira Meksi, A&B Editrice, nella trasposizione di Giovanna Nanci, racconta degli ultimi giorni di vita del dittatore, durante i quali egli ripercorre tutta la sua esistenza, ponendo attenzione agli episodi più significativi, quelli che più lo hanno segnato. La Meksi narra, attraverso le rimembranze dell’uomo, l’Amore che egli ha vissuto, le nefandezze che ha commesso, il terrore che è stato per gli altri uomini.
Il dittatore non è un arrendevole e cerca un’altra forma di redenzione, un’altra possibilità di vita sulla terra, chiedendola alla Sacra Reliquia della Resurrezione, mentre si prepara alla morte. La scrittrice racconta delle radici pagane della chiesa della Natività di Labova della Croce, delle origini antiche della lingua albanese, rivelando l’arcano del “Santo Graal”, che rappresenta la speranza di salvezza per l’uomo.
Si consegna al lettore un libro che dona una piacevole lettura, dallo stile superbamente elegante, in cui la scrittrice condensa, con ricercato equilibrio, sarcasmo, una buona dose di noir, le indagini poliziesche, un pizzico di magia e fantasia, per raccontare la tragica verità di un uomo e con essa la tragedia dell’umanità. (Qui la recensione e l’intervista all’autrice).
Ascesa e caduta del compagno Zylo, di Dritëro Agolli, Argo Editrice, tradotto da Fernando Cezzi, è considerato una delle pietre miliari della letteratura albanese del XX secolo. Agolli scrive un racconto satirico focalizzato sull’incompetenza dei funzionari del regime. Il narratore è Demka, un uomo che ha rinunciato al suo sogno di essere scrittore, per guadagnarsi da vivere, scrivendo report e discorsi per i funzionari del partito. Quello a cui continuamente assiste gli crea profonda amarezza e stress. Zylo è il suo capo, che rappresenta l’archetipo del funzionario comunista incompetente.
Il palazzo dei sogni, la nuova edizione pubblicata da La Nave di Teseo Editore, nella traduzione di Liljana Cuka Maksuti, è il libro che Ismail Kadare scrisse, nel 1981, come forma di denuncia nei confronti dei totalitarismi, motivo per cui il volume conobbe l’immediata censura da parte della dittatura albanese.
Il palazzo dei sogni vede la luce nel periodo di piena attività del regime di Enver Hoxa, mentre il dittatore, durante una delle sue tante purghe, arresta e condanna dirigenti e funzionari, accusandoli di propaganda contro lo Stato. Il romanzo contiene la descrizione di simili e inequivocabili episodi che gli costano la censura, salvando Kadare da ogni tipo di ritorsione. Egli è già un intellettuale che gode di privilegi, come poter viaggiare e poter scrivere, in una collettività che ispira la negazione e il rifiuto dei suoi principi e allo stesso tempo, è cosciente che quel labile filo sul quale si muove, potrebbe spezzarsi da un momento all’altro. Il protagonista del libro sembra essere (quasi) l’alter ego dello scrittore. (Qui la recensione).
Antichi racconti albanesi, Argo Editrice tradotti da Amik Kasoruho ed Eugenio Scalambrino è una preziosa antologie di ballate rapsodie popolari, che rivivono la storia e la cultura dell’Albania. Divise in due grandi cicli, provenienti dalle montagne del nord e dagli arbëreshë, queste storie sono un tributo al popolo albanese.
Il nucleo di queste leggende affonda le radici nell’antichità e nonostante le variazioni attraverso i secoli, conservano intatta la loro esistenza. La raccolta celebra le virtù del popolo albanese: il coraggio, la resistenza indomabile contro i nemici, per difendere la Patria e l’onore.
L’ultima candela di Krujë di Stefano Amato, Neri Pozza, è un romanzo storico, incentrato sulla figura del condottiero ed eroe albanese Giorgio Castriota Skanderbeg.
Era ormai solo una questione di giorni e i turchi sarebbero arrivati davanti alle mura di Krujë, già presidiate notte e giorno: i cannoni erano già carichi e posizionati sulle torrette delle mura e sui bastioni del castello, assieme ai balestrieri e agli spadaccini. All’alba del 14 maggio le campane della vecchia torre cominciarono a suonare all’impazzata, le guardie correvano per le vie di Krujë urlando a squarciagola: “I turchi, i turchi, svegliatevi, arrivano i turchi!”
Amato si misura con il mito fondativo del Paese delle Aquile, narrando del principe Skanderbeg che guidò la ribellione contro il gigante ottomano, in un romanzo storico che riporta in vita un’epoca di eroi: un omaggio alla tradizione e all’orgoglio del popolo albanese. (Qui l’intervista all’autore).