Quando la vita / mi ha regalato te, / il mio corpo è fiorito, / il cuore è annegato / nel mare del tuo sguardo, / la testa diventata una nube di pensieri, / senza capire / sono nati i miei versi.
Si intitola Corpo fiorito una delle poesie più significative della silloge La poesia veste bianco di Liljana Qafa, pubblicata a maggio 2023 da Aletti Editore, in cui le emozioni si tingono del colore della purezza, misurandosi in una danza primordiale e senza tempo, straripante delle più recondite suggestioni umane.
La memoria e il tempo
Si mette a nudo la poetessa, scrivendo versi che vogliono ardentemente essere un memoriale e che profilano la poesia come lo spettro dell’incoerenza e l’alienazione dalla realtà, in un mondo fatto di parole che estraniano e che, allo stesso tempo, riportano brutalmente all’effettivo palpabile.
La poetica della Qafa evidenzia quanto la lirica sia lontana dalla transitorietà, creando stati di pura angoscia o di grande elevatezza sentimentale, a caposaldo della memoria individuale e collettiva.
La penna dell’autrice duella elegantemente con il fluire del tempo, sfidando la caducità del suo movimento, affinché le parole non si perdano nei meandri delle stagioni, che per natura si avvicendano, diventando un marchio indelebile inciso nell’Animo umano.
Le emozioni
La scrittrice trasforma la poesia in uno strumento di trasmissione di fatti e di emozioni e in un veicolo in grado di farla sentire vicina alle persone amate e scomparse. I versi costituiscono una maniera per tenere vivo il ricordo e renderlo il più tangibile possibile.
Le poesie della Qafa sono il tripudio dell’amore, che si identifica nella figura dell’amata madre, in quella del fratello e degli amici più cari, nel dare la vita a un essere umano e nei gesti più comuni della quotidianità. Si tratta di un sentimento la cui grandezza diventa inenarrabile e che racconta di un’immensa e connaturata sofferenza.
Questo libro è stato scritto in un periodo molto difficile per tutta l’umanità sotto la morsa della pandemia e mia madre ha dovuto ripetute ricadute del suo stato di salute.
Nella nota introduttiva alla raccolta, la Qafa sottolinea l’urgenza avvertita durante il periodo della pandemia, di trasferire nella scrittura il suo stato d’animo altalenante, non celando volutamente il dolore, provocato dalla salute cagionevole della sua mamma o la leggerezza sentita grazie ai momenti di sollievo, soffocata, sul nascere, dal fagocitante timore dell’imprevisto.
La penna che scorre sul foglio sprigiona tutte le sue qualità terapeutiche, consentendo alla poetessa di esplorare il personale universo emotivo, i suoi pensieri, i suoi sentimenti e il dialogo interiore, inclusi i turbamenti più stressanti e traumatici.
L’amore incondizionato
Mi hai bagnato la testa / come se fosse un fiore / assetato / mi hai pettinato i capelli / come se fossero un prato / me li hai legati / come se fossero spighe / di grano / dopo mi hai fatto vedere il sole / e le tue mani morbide / mi hanno accarezzato il volto / facendomi vedere la strada / attraverso il tuo verde sguardo.
Mamma è una delle poesie dedicate alla madre e al dolore per la sua assenza; è uno degli inni all’affettività pura, quella senza compromessi e disinteressata, che rende forti e vulnerabili, mesti e gioiosi. I componimenti sono sussurri che la poetessa rivolge alla mamma e a se stessa, sono frasi che raccontano, che descrivono e che parlano; sono sospiri figli del pensiero, che desiderano vivere come carezze sulla pelle, dettati dall’istinto e impressi sulla carta, secondo la ragionevolezza dell’intelletto e l’impeto del cuore.
La poesia veste bianco è bellezza, paura, felicità, comprensione, mancanza, amarezza, angoscia e disperazione. È ricordo, è memoria, è urgenza di raccontare per rievocare, perché la vita è il dono più prezioso della nostalgia eterna.