Il popolo più odiato in Italia prima degli sbarchi albanesi? Quello italiano, naturalmente. Nord contro Sud, Savoia contro Borboni. Poi negli anni Novanta siamo arrivati noi albanesi a gamba tesa, conquistandoci il gradino più alto del podio.

Il fumetto
L’invasione degli Extraterroni. Un’autobiografia contro ogni confine, di Becco Giallo Edizioni aprile 2023, è la graphic novel impreziosita dai disegni di Elena Rapa, che porta la firma di Renald Hysi, protagonista egli stesso della storia narrata. Le vicende che animano il fumetto partono dalla tenera età di Renald, quando nel 1997 è costretto a scappare con la sua famiglia dall’Albania stretta nella morsa della guerra civile, scatenata da una devastante crisi economica.
Razzismo, cavilli burocratici, il sistema piramidale albanese e le difficoltà di integrazione sono alcuni degli argomenti cardine della graphic novel, fattrice di molteplici sensazioni come la tenerezza, la simpatia, la tristezza, la commozione e la rabbia, che suscitano profonde riflessioni.
Renald narra la sua storia, che ha inizio ben ventisei anni fa. Meditando su quanto accade oggi, sugli aspetti più rilevanti delle tematiche trattate, come il razzismo, si giunge inevitabilmente a un’amara conclusione: nulla è cessato, bensì si è spostata l’asse dell’attenzione da un popolo ad altri popoli. Non sono più gli albanesi a essere discriminati, a essere definiti delinquenti, usurpatori e invasori, ma altri, come quelli provenienti dalla Nigeria, dal Sudan, dalla Libia, dall’Egitto, ecc.
Ancora oggi, sia in ambito politico che tra i privati cittadini, troppo spesso si sente parlare di invasione e sostituzione etnica, senza trascurare i suggerimenti di svariate forme di respingimento, mascherati da buonismo e frasi di rito, come la più classica tra le classiche: “vanno aiutati a casa loro”.
In tempi odierni non esiste alcuna oggettiva risposta o concreta azione da parte della classe politica circa la questione migratoria, se non nella gestione dei centri di accoglienza, dove il più delle volte i migranti vengono lasciati per lunghissimi periodi, ignorando le più elementari condizioni di dignità umana. È una vergogna decisamente attuale l’utilizzo della drammatica gestione del flusso migratorio per scopi politici e propagandistici.
Ho fatto richiesta per la cittadinanza 9 anni fa e l’anno scorso è stata rifiutata per una presunta mancata integrazione…
La burocrazia e la società delle piramidi
La richiesta di cittadinanza italiana presentata ben nove anni prima, dopo venti trascorsi in Italia, viene rifiutata. Eppure i suoi genitori e suo fratello l’hanno ottenuta quasi un decennio prima di Renald, ma secondo il Tribunale di Ancona non è ancora il suo momento. La gravosa verità, messa in evidenza dagli autori, è quella che vivono, a un tempo così lungo di distanza, tanti immigrati in Italia, che in molti casi hanno acquisito un’ottima proprietà di linguaggio o sono arrivati nel Bel Paese quasi in fasce, considerati italiani a tutti gli effetti e stranieri solo per la legge.
Trasuda di orgoglio e serenità la parte in cui Hysi racconta della sua infanzia in Albania caratterizzata dal divertimento, dalla giocosità e dalla carriera di drammaturgo di suo padre. I primi anni sono felici, almeno sino al 1996, quando inizia a delinearsi la condizione che porta l’Albania verso lo sfacelo economico, aprendo le porte alla terribile guerra civile.
Gli schemi piramidali, un apparato fraudolento a sostegno degli investimenti, frutto del tormentato periodo di transizione sociopolitico vissuto dall’Albania dopo il ’91, prendono definitivamente il sopravvento, approfittando dell’ingenuità di un popolo che ha conosciuto la chiusura per ben 45 anni, per poi abbracciare un’ingestibile libertà e il disordine assoluto. Molti albanesi, richiamati dalla facilità di guadagno e dalle speranze riposte nel libero mercato, investono i propri risparmi, per perderli nell’arco di pochissimo tempo.
La sospensione del credito bancario e le leggi favorevoli alla costituzione di istituzioni operanti nell’organizzazione creditizia portano alla creazione di una realtà nociva e deteriorante. La società delle piramidi non è approdata solo in Albania; si è materializzata ed è ancora presente in svariati Paesi, laddove il sogno e l’illusione sono a portata di mano.
La profonda crisi dei primi anni Novanta spinge i cittadini albanesi a protestare aspramente fino alla creazione di vere e proprie bande armate, che danno vita a durissimi scontri. In virtù di questa situazione, i genitori di Renald decidono di lasciare l’Albania, affidandosi agli scafisti, gestori senza scrupoli del traffico di esseri umani, per imbarcarsi su una delle navi di fortuna che approdano in Italia. Il Paese delle Aquile sta ancora pagando le conseguenze di questo suo burrascoso passato.
Il sogno italiano…infranto?
L’esperienza del viaggio è a dir poco traumatica per Renald e altrettanto traumatica si rivela la difficile realtà italiana con la quale si ritrova a fare i conti, contraddistinta dall’accoglienza e da svariate forme di razzismo, che non conoscono età o classe sociale. Le discriminazioni spaziano da quelle verbali tra ragazzini fino alle considerazioni mortificanti del coach, senza trascurare i media, che cercano di fare audience dando in pasto al pubblico le “strazianti storie dei poveri bimbi albanesi, strappati alle loro madri, che chissà che fine poi hanno fatto”.
Il razzismo istituzionale assume un ruolo di grande importanza per l’immaginario collettivo, profilandosi con modalità tutt’altro che inclusive e con leggi stringenti spesso create ad hoc, partendo dal mal riuscito tentativo di respingimento dell’ imbarcazione da parte della guardia costiera italiana.
A tal proposito si menziona la tragedia del Katër i Radës, la motovedetta della marina albanese, che proprio nel 1997 venne speronata nel Canale d’Otranto dalla corvetta Sibilla della Marina Militare italiana. Una tragedia che ha contato ben 98 morti, determinata dal blocco navale voluto dal Ministero degli Interni dell’epoca e dal governo albanese di Sali Berisha, a immagine speculare della malcelata politica razzista della destra. Questo non può non far pensare a quanto accade oggigiorno nei nostri mari e in quelli intorno a noi, che fagocitano quasi quotidianamente vite umane.
Nella notte tra il 13 e il 14 giugno 2023, al largo di Pylos in Grecia, un’imbarcazione di fortuna naufraga. Sono più di 80 le vittime accertate, ma i dispersi sono tantissimi; si parla di cifre enormi che potrebbero far salire a 600 il conteggio dei morti.
Per l’ennesima volta vi è un palleggio delle responsabilità tra le autorità e le ONG che si adoperano per il salvataggio dei migranti. In un video pubblicato dall’Agenzia Frontex si vede chiaramente come la nave sia stata avvistata già 13 ore prima del naufragio e si mostra distintamente come le condizioni fossero di estrema tranquillità, tanto da permettere i soccorsi, che nonostante siano stati richiesti non sono prontamente arrivati. Si giungerà mai alla verità, in questo e in altri casi? Non è cambiato davvero nulla?
L’invasione degli Extraterroni si snoda intorno alla vita di Renald, per arrivare a riflessioni molto forti sulla realtà attuale dei flussi migratori, drammaticamente invariata e su quella di diverse dimensioni sociopolitiche, che nonostante abbiano assunto il volto dell’accoglienza, si palesano fortemente alienanti.
Indubbiamente, sia negli anni in cui il fumetto è ambientato, che nella nostra epoca è esistito ed esiste un corposo numero di persone, di associazioni, di esponenti politici, che si adopera per l’effettiva accoglienza, tentando di restituire dignità a chi scappa dal proprio Paese, affidandosi al mare. Non va dimenticato quanto non è stato fatto e non si fa, come va ricordato quanto è stato fatto e quanto ancora si fa.