Maria Castori aprì gli occhi e sorrise. Si svegliò prima del solito. Aveva dormito bene e di questo ringraziò il Signore. Era credente, convinta che chi aveva fede in Dio, fosse una persona più felice rispetto a un ateo. Scostò le coperte da un lato del letto e si alzò. Indossava il suo pigiama preferito.
Quello della Disney che le avevano regalato i genitori in occasione dell’ultimo Natale. Era color latte, a maniche corte. Sul davanti, c’era il disegno di Minnie, in bianco e nero. Aprì l’armadio e tirò fuori il tappetino pieghevole da ginnastica. Lo distese sul parquet e cominciò a fare yoga. Quando terminò gli esercizi, si recò in bagno e fece una doccia veloce. Indossò l’accappatoio, lavò i denti e truccò gli occhi neri. Nella mente cantava Mamma mia degli Abba. L’aveva ascoltata la sera prima alla radio e non riusciva a togliersela dalla testa. Passò il rossetto sulle labbra carnose, raccolse i lunghi capelli a coda di cavallo e si fece l’occhiolino davanti allo specchio. Si piaceva e stava bene con se stessa. Scese le scale e a ogni passo il legno del pavimento cigolava sotto le sue scarpe nere dal tacco medio, producendo un suono simile al gracidio delle rane. Si diresse verso il tavolo dove i suoi genitori stavano facendo colazione e li salutò allegra.

L’opinione
Giustizia è il terzo libro di Eltjon Bida, che dopo due pubblicazioni dal profilo autobiografico, scrive un thriller incentrato su una tematica molto delicata e drammaticamente attuale: la violenza sulle donne.
La lotta della giustizia per la giustizia è il punto focale del libro, che vede la protagonista Maria, una donna vittima di violenza, lacerata nella mente, nel corpo e nell’anima, stretta nella morsa della paura. Una donna come tante, troppe intorno a noi, spesso nascoste nella bolla della normalità, che a un certo punto raccoglie tutte le forze necessarie per parlare. Maria, anche se terrorizzata, decide di denunciare per salvare se stessa, ma anche per dar voce a tutte le altre donne private della dignità, picchiate e oppresse nell’intimo, molto spesso da chi sostiene di amarle.
Silvano è la figura specchio del male, del dolore, un uomo assetato di controllo, pervaso da una convinzione malata e dettata dall’idea di un amore alienante e distruttivo.
È attraverso le azioni e le parole di Antonio e Giovanni, due avvocati paladini della giustizia, oltre il proprio lavoro e al di là del proprio dovere, che Bida consegna al lettore un messaggio di positività e di fiducia, dando il meritato potere alla bilancia della giustizia.
È gentile la prosa di Bida, è candida la sua scrittura che racconta la devastazione dell’animo umano vittima di brutalità, non aggredendo il lettore, non creando inutili sensazioni di sgomento e riuscendo a rappresentare – limpidamente – fatti di alta drammaticità, in tutta la loro interezza.
Giustizia è un romanzo a tutti gli effetti, che non ha la pretesa di essere cronaca giornalistica condita da fiction, bensì ha l’obiettivo di consegnare una buona lettura e un messaggio forte e chiaro: denunciare è fondamentale e affidarsi alla giustizia è l’unica strada percorribile affinché si possa uscire dal giogo della violenza, riappropriandosi della perduta libertà.