D-amanti

di Leoreta Ndoci

D-amanti
D-amanti è una raccolta di racconti e poesie edita da Metafore Edizioni, collana La Buona Luna.

Presentazione del libro

Il mio primo impatto, anche a livello emotivo, con i versi di Leoreta è stata la scoperta di “Come nasce una poesia”, la nitida immagine di una ragazza che si estrania dal mondo e, seduta a un vecchio tavolo di noce, si lascia invadere dalle parole, “parole che diventano versi” e, come ho appreso da successive letture, disegnano personaggi, emozioni e sogni vissuti come realtà.

Tanto è bastato perché cercassi tracce di affinità di pensiero, trovate soprattutto nella completa autonomia del suo vivere, nel tendere ad appropriarsi e creare modi certi di comunicazione. E’ così che Leoreta Ndoci, dagli studi universitari nella sua Albania e in Italia ha acquisito un linguaggio originale che sta affinando anche nella scrittura.

L’impegno di interprete e mediatrice culturale arricchisce ulteriormente il suo bagaglio culturale (una sorta di apprendimento orale archiviato nella sua mente accanto ai risultati delle assidue letture di autori tra i più importanti d’Europa e non solo – e il richiamo a Prévert, a Garcia Lorca e a Leopardi è d’obbligo).

La sua poesia nasce da queste premesse e dall’attaccamento dell’autrice ai suoi Balcani, alle persone che ci vivono e alle persone care, dalla sofferta attenzione a quanto succede nel mondo intero con le sue atrocità, i soprusi, i pregiudizi che alimentano le guerre.

Dai vissuti in prima persona durante la dittatura ai naufragi di imbarcazioni cariche di gente disperata, inghiottite dalla crudeltà del mare nell’Adriatico come nel Mediterraneo meridionale.
A trasmettere la drammaticità dell’accaduto i naufraghi parlano in prima persona ed è Leoreta stessa che si immedesima nel personaggio, anzi lo è, e invia i suoi messaggi “dal Paradiso”.

Nel primo brano in prosa di questa raccolta è la “burrnesha”, cioè la donna che ha rinunciato a ogni ruolo femminile un tempo penalizzato, in Albania come altrove, all’interno del gruppo familiare per assumere aspetto e caratteristiche maschili ottenendo così un ruolo attivo nella famiglia e nella società.

Nell’ambito di un’indagine giornalistica Leoreta Ndoci ha intervistato alcune delle ultime “burrneshe”, è vissuta con loro, ha penetrato la loro anima, ne ha conosciuto e rivissuto emozioni e sentimenti. Questo racconto è stato premiato al concorso Lingua Madre, e successivamente è stato scelto per un adattamento cinematografico da Torino Film Lab.

E, in altre poesie a volte è la bambina, a volte l’innamorata che a momenti di malinconia alterna situazioni vissute o sognate in un’atmosfera delicatamente erotica. Gli sfondi naturali, magistralmente “dipinti” richiamano montagne, laghi e alberi in campagne innevate dell’Albania in stretta corrispondenza con analoghi paesaggi alpini.

Resta da dire della venuta di Leoreta in Italia, della scelta di Cuneo. Una scelta di autonomia che l’ha allontanata dalla famiglia e dagli amici, dai luoghi cari , favorita dai primi premi letterari. Appunto un premio letterario l’ha portata a Cuneo, alla Fondazione Nuto Revelli, con la quale ha collaborato per diversi anni, in concomitanza con l’impegno politico e l’attività di interprete.

Impegni consoni ai suoi studi ma forse non ancora sufficienti a soddisfare il suo bisogno di libertà di pensiero, lontana da ogni conformismo e ipocrisia; e di questa città, per molti versi “difficile”, ha fatto la base di osservazione del mondo, tramite lavori ritenuti “umili” ma che mettono in contatto col “popolo” di diversa estrazione e origine.

Appunto come gentile e abile barista l’ho conosciuta e ho favorito la presentazione delle sue poesie nel club del jazz, accompagnata dal sax di Paolo Perotti o da pianisti del calibro di Riccardo Zegna , Paolo Zirilli e altri artisti di fama internazionale.

(dalla prefazione di Enrico Sanna)

Dettagli

Autore:
Generi: Poesie, Racconti
Editore: Metafore Edizioni
Anno di pubblicazione: 2016

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