La comunità dei viventi di Idolo Hoxhvogli, per la pubblicazione di Editrice Clinamen, 2023, somiglia allo squillo di tromba di un angelo apocalittico, sceso tra uomini accecati dalla menzogna.
Sotto accusa la tecnocrazia: «sviluppa protesi che rendono invalidi i viventi» e priva gli uomini della grazia, «metabolizzata dalla quantità insieme all’individuo in difetto». L’uomo sottomesso alla logica securitaria, imposta dal potere politico ed economico, dimentica sé stesso e i suoi bisogni.

In una società siffatta viene meno la dimensione del sacro, da cui non solo l’uomo ma tutte le creature viventi sono intimamente segnate, scritture stesse di Dio, suo infinito testo. Ridurre l’uomo a un dato, non riconoscere la sua cristicità e permettere agli algoritmi di soffocare i sentieri significano per Idolo Hoxhvogli perdere la possibilità di compiere il «viaggio con Dio».
Non si sottrae alla corruzione e alla deformazione certa teologia, che sempre meno custodisce il senso ultimo della religio come legame fra gli esseri viventi, una teologia persa tra questioni secondarie e lontana dall’essenza del messaggio.
Ciò che auspica lo scrittore è una profonda rivoluzione etica, una disobbedienza alla cosità che ponga al centro delle relazioni l’anima e l’invisibile. Bambini, poeti, santi e uccelli abitano lo spazio del sacro, «si prendono gioco della logica e della semiotica», «hanno in comune il volo caparbio fiducioso nelle stelle, il cui spettro luminoso allude a una storia che deve ancora accadere, il viaggio verticale della comunità dei viventi».
Il viaggio verso l’agostiniana città di Dio ha come compagne la speranza e la nostalgia: «il dritto e il rovescio della stoffa edenica». Il testo, organizzato in quarantasette prose che rimandano fortemente ai testi biblici, è caratterizzato da un impasto linguistico poetico, visionario, sorretto da un fuoco interiore. La comunità dei viventi mette in discussione la società secolarizzata e le promesse di un paradiso in terra.