Tobias Xhaxhiu fa parte del gruppo di giovani autori invitati al Salone Internazionale del libro di Torino. Originario di Tirana, dove è nato nel 1996, ha completato i suoi studi in comunicazione, arti visive e nuovi media presso l’Università Europea della sua città natale.
Nel 2021 gli è stato assegnato il Premio Nazionale per Giovani Scrittori per il suo romanzo d’esordio Memento Mori (Dudaj, 2021). Ha fatto il suo ingresso nel mondo del teatro con la pièce Elektroshok, messa in scena nella stagione 2022/23 al Teatro Sperimentale Nazionale d’Albania, che ha ricevuto consensi sia dal pubblico che dalla critica. Inoltre, è finalista dell’edizione di quest’anno del prestigioso premio Kadare con il suo nuovo romanzo Imun. Oltre al suo lavoro nella letteratura e nel teatro, si è occupato anche di cinema come sceneggiatore per film come Gravity, selezionato per partecipare al Tirana International Film Festival, e C’era una volta in Albania, vincitore del 48FILM Fest.
Tobias è stato autore e conduttore del programma televisivo dedicato alla cultura TOTEM. Lo abbiamo incontrato durante il quarto giorno, al termine del panel Giovani autori della letteratura albanese contemporanea, moderato da Fabio M. Rocchi, a cui ha partecipato con gli scrittori Liridon Mulaj e Andreas Dushi.
Come descrivi la tua esperienza a questa edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino?
Partecipare quest’anno al Salone del Libro di Torino è stata per me una bellissima sorpresa, un invito che non avrei mai potuto rifiutare. Ho seguito con entusiasmo le precedenti edizioni attraverso i canali social del Salone, sognando un giorno di poter far parte come relatore di questo prestigioso evento.
L’opportunità di condividere la propria creatività con un pubblico straniero è ciò che ogni scrittore desidera ardentemente, pertanto posso affermare che questa è stata per me una delle esperienze più affascinanti e formative.
Qual è la tua opinione riguardo all’impatto che la partecipazione al Salone di Torino potrà avere sulla letteratura albanese e sulla sua distribuzione in Italia?
Il Salone di quest’anno ha segnato la prima partecipazione dell’Albania come paese ospite d’onore, un’occasione in cui i migliori nomi della nostra letteratura sono stati esposti in una vetrina paneuropea. L’evento ha anche rappresentato uno spazio di riflessione per comprendere l’interesse odierno verso la letteratura albanese e i suoi autori, nonché un importante ponte di contatto con le case editrici italiane. Sono pieno di speranza che questo evento possa rappresentare il primo passo verso l’internazionalizzazione degli autori albanesi, auspicando un destino simile a quello del boom latinoamericano.
Durante uno degli incontri si è parlato e sono stati letti dei brani del tuo primo romanzo, Memento Mori, pubblicato in Albania nel 2021 dalla casa editrice Dudaj dopo aver vinto il Premio del Fondo per la Letteratura dei Giovani. Ci parli del romanzo, dei temi che affronta e del processo che ti ha portato a scriverlo?
Il lavoro svolto per Memento Mori è stato intenso e approfondito, alimentato dal fatto che l’opera si basa sulla ballata La fede di Costantino, un tema anche affrontato da Ismail Kadare nel romanzo Chi ha riportato Doruntina?. Ho voluto creare una reinterpretazione delle dimensioni epiche della ballata, trasportando gli eventi nell’Albania medievale, tra le corti dei principi e dei signori. Alcuni frammenti si svolgono a Gerusalemme e in Baviera, testimonianza degli scambi culturali tra gli albanesi e il resto d’Europa nel Medioevo.
Il romanzo segue la storia del nobile Costantino Progonio, che fa ritorno nella sua patria dopo tre difficili anni trascorsi combattendo nella prima crociata. Ma il suo ritorno non sarà affatto facile, poiché i nemici giurati della sua famiglia gli tendono una trappola, lo crocifiggono e lo abbandonano a morire in una vecchia necropoli romana, dove le leggende narrano dell’esistenza di un’entità soprannaturale chiamata “Separatio”.
Proprio il Separatio appare davanti a Costantino in una voluta di fumo e gli offre l’opportunità di tornare in vita, riavvicinarsi alla sorella (come nella ballata originale) e portare giustizia nel Paese. Costantino riceve una sepoltura solenne all’interno della cattedrale della città, in un maestoso sepolcro di marmo. Tuttavia, dopo tre giorni, il suo corpo non viene più trovato nella tomba e sua sorella, che era sposata con un conte nella lontana Baviera, viene misteriosamente ritrovata nel castello natale, trasportata sul cavallo di Costantino.
Da quel momento in poi, la linea tra la realtà e l’immaginazione si confonde e il romanzo assume le sembianze di un thriller, o di una storia gotica. Nessuno è più al corrente di nulla, poiché la vendicativa presenza di Costantino possiede i corpi e le menti dei suoi nemici. Il romanzo si snoda attorno a tre elementi centrali: le colpe del passato, la sete di potere e l’ideale di giustizia, strettamente legati al topos della fede albanese.
Il panel di cui hai fatto parte era dedicato ai giovani autori albanesi. Vorrei sapere qual è il tuo punto di vista sul lavoro di questi autori di cui fai parte e chiederti una previsione, circa i potenziali sviluppi della letteratura albanese.
Negli ultimi tre-quattro anni la scena letteraria albanese ha vissuto un periodo di grande floridezza, grazie all’emergere di voci nuove e meritevoli, sostenute da istituzioni come il Centro Nazionale del Libro e della Lettura. Ciò che rende questa situazione particolare è proprio il fatto che le voci dei giovani autori si distinguono profondamente l’una dall’altra e affrontano temi universali, prendendo le distanze dai cliché del passato. La loro dedizione e l’impegno con cui si dedicano al proprio lavoro porteranno sicuramente risultati significativi.
Oltre a scrivere romanzi, ti occupi anche di drammaturgia. Una tua pièce è andata in scena pochi mesi fa sul palco del Teatro Sperimentale Nazionale d’Albania e so che ne hai un’altra in lavorazione. Vorrei saperne di più e chiederti qual è, per te, la differenza tra la scrittura di un testo narrativo e di uno teatrale.
Elektroshok è il primo, tra i miei lavori, ad essere portato in scena su un palco prestigioso come quello del Teatro Sperimentale Nazionale. La pièce tratta del confronto tra l’artista e il pensatore con la dittatura: gli eventi si sviluppano all’interno dello stato immaginario della Federazione, un regime distopico su cui il Leader Supremo ha governato per decenni, trasformandosi in una figura mitica.
Quando il drammaturgo più rinomato viene invitato nella residenza del Leader con l’obiettivo di scrivere un’opera che giustifichi le sinistre intenzioni del Leader, la trama prende una piega inusuale e surreale, che ha tenuto il pubblico di Tirana incollato alle poltrone per un’ora e trenta minuti.
Invece il nuovo dramma I due volti di Giano tratta di un noto scrittore albanese che viene imprigionato per aver tentato di uccidere il suo giovane apprendista e a seguito dell’incarcerazione, vecchi crimini sepolti riemergono, gettando luce sulla vera natura dell’invidia e del successo nell’Albania dell’era comunista. Spero che la pièce sia messa in scena per il pubblico il prima possibile.
Per quanto riguarda la seconda domanda, non trovo una distinzione fondamentale tra il dramma e la prosa, in quanto considero entrambi come forme inseparabili di narrazione, ognuna delle quali offre libertà creativa, uno spazio per sperimentare e cercare nuove strade.
Per quanto riguarda invece la letteratura, il tuo secondo romanzo, finalista al Premio Kadare, verrà presto dato alle stampe. Da quanto so, è un romanzo molto diverso dal primo in quanto ad ambientazione, temi e genere. Cosa puoi anticiparci in merito?
Il nuovo romanzo si svolge nel contesto storico attuale, durante una pandemia che affligge il mondo. La narrazione si sviluppa attraverso molteplici prospettive, focalizzandosi su una coppia dell’élite albanese, composta da un uomo e una donna, che cercano disperatamente di mantenere viva la loro relazione mentre tutto intorno a loro sembra crollare. Nel corso della storia, si svelano segreti del passato, tradimenti e altre rivelazioni che approfondiscono la trama, senza tralasciare temi importanti come la manipolazione dei media e le teorie del complotto. Inoltre, sono entusiasta di condividere con voi che il romanzo sarà presto disponibile.