L’immagine è l’unico ricordo che ho
di Nerina Toci

Nerina Toci inizia a occuparsi di fotografia nel 2015 prediligendo la sua immagine come soggetto. È il pretesto per indagare dentro se stessa, immortalandosi in spazi interni, spesso spogli, e in mezzo alla natura, e mostrando i soggetti con i quali ha un rapporto empatico.
Gli scatti di Nerina mostrano se stessa in una nudità contemplata e in un solitario abbandono. Immagini romantiche e decadenti, drammi dicibili e indicibili, eterni in ogni istante. La donna ride, si dispera e a volte piange, cercando le fattezze di un volto ritrovato e, dissimulando, imbroglia lo sguardo per poi catturarlo, mostrandosi nella sua violata identità.
Lo scopo? Tanti e uno solo: arrivare a se stessa.
E attraverso la sua storia rappresentare un sentire comune, un disagio più ampio, e indagare la complessità dell’uomo e soprattutto della donna.
Un viaggio intimo nei ricordi personali dell’artista, che inizia come un’innocente esperienza voyeuristica e termina con un’inaspettata introspezione dello spettatore.
La famosa fotografa sociale e fotoreporter palermitana Letizia Battaglia, conosciuta in tutto il mondo, firma la prefazione di questa fotobiografia. Lei che – per prima – ha vissuto la fotografia come documento e interpretazione, come salvezza e verità, e ha considerato le donne capaci di vivere e raccontare il mondo diversamente, scommette su questa giovane fotografa.
In un simbolico passaggio di testimone, da donna a donna, Letizia Battaglia firma la prefazione di questo introspettivo viaggio fotografico che inizia sulla pelle della fotografa Nerina e termina con un’inaspettata introspezione dello spettatore.