Piccola saga carceraria
di Besnik Mustafaj

In un carcere nei Balcani il detenuto politico Bardhyl Huta è unito al nonno, al padre e alla moglie da un singolare destino che divide le generazioni in prigionieri e guardiani.
Passato e presente si ricongiungono nel senso di prigionia, unica dolorosa costante fra le emozioni demolite dalla violenta coercizione delle guardie e il caparbio tentativo di sottrarsi alle vere catene, quelle della mente.
Mustafaj riesce a ordire una trama densa e dal ritmo incalzante, che si muove fra l’oppressione tormentosa del carcere e quella del potere totalitario, traendone una saga scritta con originale maestria, che penetra nel senso più intimo di una sofferenza percepita ben oltre il versante dell’ingiustizia politica.