Avete presente Opere complete e altri racconti, il libro di Augusto Monterroso che contiene il famoso racconto Il dinosauro, considerato il più breve nella storia della letteratura, come giustamente evidenziato da Calvino?
Ebbene, nonostante il titolo (ma lo avrete già intuito…), Arben Dedja, in questa sua nuova opera in italiano, si è cimentato nella stessa operazione di… taglio. Nel suo Trattato di Medicina, suddiviso in 19 racconti e ½, non c’è traccia delle centinaia, per non dire migliaia, di pagine che conferiscono “peso” a ogni trattato che si rispetti. Tanto meno si parla di medicina.
Ci troviamo davanti a un libricino smilzo che mette il naso in faccende che ci riguardano: i retroscena della formazione universitaria dei futuri Ippocrate, la lotta dei medici per restare umani in una realtà ostile, le tragicommedie in scena nelle sale operatorie, i risvolti di una professione che è passione, missione e ossessione. Storie vere, surreali, paradossali.
Quelle che “a volte la realtà supera di gran lunga la fantasia”. Dosi massicce d’ironia, cinismo e poesia. Tinte nero-gotico e rosso-splatter.
La lettura è consigliata a un pubblico capace di restare appeso al filo della tensione nervosa. Con un’avvertenza: rispettare la posologia suggerita dal medico-scrittore. Commuoversi dolcemente, ridere amaramente.