Il workshop sulla musica italiana dell’800, svoltosi venerdì 2 giugno presso il liceo artistico Jordan Misja, è stato il primo appuntamento del Maestro Battaglia nel contesto del programma della Settimana dell’Italia.
A seguire, sabato 3 giugno, un concerto aperto al pubblico, nella sala Tonin Harapi dello stesso liceo. Entrambe le date si inseriscono nell’ambito della settima edizione del Festival internazionale della chitarra. Un’occasione unica per gli studenti e i docenti di conoscere e approfondire la storia della musica e i suoi protagonisti. Al centro dell’incontro di venerdì, la figura di Giuseppe Mazzini, che in pochi conoscono come musicista.
La Chitarra e le anticipazioni
Davanti a un gruppo di studenti incuriositi, il Maestro Marco Battaglia ha esposto con estrema cura e delicatezza la chitarra che è stata di Giuseppe Mazzini, ne ha spiegato la storia e fatto ascoltare il suono, eseguendo alcuni pezzi dell’epoca. I ragazzi hanno prestato ascolto assorti e alla fine della lezione hanno rivolto al maestro alcune domande, sotto lo sguardo attento e compiaciuto del direttore Artistico dell’Albania Guitar Festival, il prof. Denis Bizhga.
Lo strumento che ho con me è una delle tre chitarre appartenute a Giuseppe Mazzini ad oggi conosciute. Gli strumenti sono stati restaurati per mia iniziativa e sono conservati nella casa natale di Mazzini, nel Museo del Risorgimento del Comune di Genova e nell’istituto storico nazionale Domus Mazziniana di Pisa, di cui sono musicista conservatore ad vitam.
Interessante il racconto del maestro Battaglia, che ha dato qualche anticipazione sul suo prossimo lavoro.
Il prossimo 4 agosto uscirà un disco registrato con il suono delle tre chitarre, in cui vengono eseguite le musiche citate da Mazzini nelle varie lettere che ha inviato, tratte dai suoi scritti, dalla sua filosofia della musica, dal suo zibaldone giovanile.
L’interesse di Mazzini per la musica è testimoniato da tutta una serie di fonti dell’epoca, senza dimenticare che ogni anno organizzava un concerto per la scuola, da lui stesso fondata nel 1841 a Londra, rivolta ai bambini che giungevano in condizioni di povertà e che la città non sapeva accogliere.
Questo gli permetteva di avere amicizie con celebri cantanti di quel periodo, come il tenore Roberto Mario (il vero nome Giovanni Matteo De Candia) e sua moglie, la soprano Giulia Grisi, Tamburini, Sivoli, il famoso allievo di Paganini e Giulio Regondi, il più celebre chitarrista romantico italiano.
L’incontro si è rivelato molto soddisfacente sia per gli studenti che per il direttore, che ha sottolineato l’importanza di eventi come questo.
Siamo molto lieti e onorati di aver ospitato il maestro Battaglia con la sua lezione sui compositori più importanti dell’800, fondamentali per noi, anche perché nella nostra didattica della chitarra classica prestiamo molta attenzione ai classici italiani. Inoltre, eventi del genere danno qualcosa in più ai nostri ragazzi e alla comunità artistica di Tirana. Siamo felici della nostra collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e con l’Ambasciata d’Italia; si dà così valore allo scambio artistico e all’interpretazione musicale.