Vincitore del Premio “Il miglior libro per ragazzi 2015”. Motivazione:
Per le favole indovinate e interessanti dove si fonde il semplice gioco con il pensiero, per i versi melodici e ritmici, come pure per la bellezza della parola che suscita immagini adeguate nel lettore, ovunque nel mondo.
La corona di banane di Shkëlzen Zalli, pubblicata dalla casa editrice Ada, Tirana 2022, nell’edizione bilingue albanese-italiano, (traduzione di Klara Kodra), è una variopinta e delicata raccolta di fiabe, in cui l’autore introduce elementi nuovi rispetto alle favole tradizionali e personaggi dal profilo differente, grazie a un processo di trasformazione delle classiche figure, che hanno accompagnato l’infanzia dei più.
Si tratta di favole brevi di due o quattro strofe, contraddistinte da un grande vigore, in cui le diverse emozioni convivono in un armonioso equilibrio, tra drammaticità e umorismo. Il dialogo costituisce la sostanza e il mezzo tramite il quale il messaggio giunge al lettore: ogni anima che popola i racconti possiede caratteristiche, emozioni e modi di fare umani.
La nostalgia non si getta
La sua casa perse l’usignuolo e
intanto
Scelse il violino in luogo del pianto.
Le zampette esili quando il violino
accorda,
Come gocce di pioggia sfiorano le corde.
Piange il violino la perduta aurora
E inaridisce un petalo a ogni rosa.
“Getta il violino – lo scricciol gli dice.
Ti consuma tutto, ti fa più infelice!”
“Tu sai, uccellino, che ha l’anima mia,
Il violino lo getto, ma la nostalgìa?”
Come da tradizione, Zalli condanna i vizi ed esalta le virtù, ponendo l’accento sulle inquietudini dell’animo e sui comportamenti che spesso dividono le generazioni, quali l’ingratitudine da parte dei giovani nei confronti degli adulti e di questi rispetto agli anziani e ancora il servilismo che porta alla distruzione. Che la favola disegni uno stralcio di cultura albanese o che narri di altri lidi, in questa antologia essa rimane una viva espressione della realtà. La tragicità si sposa con l’ironia a piena rappresentazione di un mondo vestito di abiti universali.
A te viene dal fango
Sulla palude una rana
Sente strider la cicala.
-Perché gridi tanto forte?
Vien per te a sera la morte.
Il raggio che chiedi al cielo
Ti fa polvere sullo stelo.
-Niente temo, non conosco
Morte, mai avremmo un incontro.
La mia fine vien da un raggio,
mentre a te…viene dal fango.
In questa A te viene dal fango, Zalli mette a confronto i diversi, creando un potente contraddittorio tra chi è leale, come la cicala, che giunge a un coraggioso faccia a faccia con la morte e chi, come la rana, è l’emblema della mediocrità dedita alla sopravvivenza. Il confronto che ne scaturisce è l’immagine speculare di una parte della società albanese, secondo l’ottica dell’autore, scarsamente attaccata ai valori e accecata dal consumismo.
Le favole di Zalli sono adatte a tutti, grandi e piccini e offrono svariati spunti di riflessione circa l’umanità e il suo essere, le aspirazioni perdute, i conflitti sempre più aspri, le sconfitte e le difficoltà: si ritrova la rappresentazione di una realtà dura, drammatica, profondamente attuale. Lo scrittore non trascura le note di positività e lo fa attraverso il suo giudizio; non si pone mai sopra le parti, esprimendo il suo credo, nella convinzione che ogni cosa ritroverà la giusta collocazione e che l’umano tornerà a essere tale.