Dal 6 al 16 settembre torna LetteraMondo Fest a Padova, nella sua terza edizione, che vede protagoniste otto comunità straniere residenti nel comune padovano e tra esse, per la prima volta, quella albanese. A sostegno dell’iniziativa, promossa dall’Associazione Popoli Insieme, la Fondazione Migrantes.
Mercoledì 6 settembre alle 19.30, presso il Centro Antonianum, via Prato della Valle 56, si svolgerà l’incontro Albania, di là dal mare. Un ponte di idee, con lo scrittore Artur Nuraj, che partendo dal suo romanzo La valle dei bambini perduti, parlerà della storia e della cultura d’Albania. A dialogare con l’autore la capo redattrice di Albania Letteraria Anna Lattanzi.
A impreziosire l’evento il contributo di Patrizia Tazza, insegnante di italiano in Albania per il Ministero degli Affari Esteri, che porterà la sua esperienza e conoscenza della cultura albanese. Modererà il dibattito Madjana Nuredini.
LetteraMondo: Popoli che si narrano
Il progetto culturale LetteraMondo: Popoli che si narrano è animato dai membri di otto comunità straniere della città di Padova, otto librerie indipendenti, la rete dei Musei Civici e il Sistema Bibliotecario della città.
LetteraMondo nasce con diversi obiettivi, tra i quali quelli di favorire gli incontri e gli scambi interculturali attraverso i libri e la conoscenza del reciproco patrimonio culturale, agevolando l’avvicinamento di un nuovo pubblico composto dai membri delle comunità straniere residenti a Padova e da migranti/rifugiati di recente arrivo, al patrimonio bibliotecario e museale padovano.
In questo modo, anche la cittadinanza locale ha l’opportunità di conoscere e approfondire letterature e culture altre, rispetto alle proprie.
La valle dei bambini perduti
Sono storie dai risvolti inquietanti quelle che animano il romanzo di Nuraj, utili a una narrazione che va al di là del racconto dei fatti e atte a disegnare il profilo politico-sociale dell’Albania durante il periodo del regime e dei suoi anfratti più intimi di Paese martoriato. Protagonista indiscusso del romanzo è il detective Lamani, una figura ben riuscita, dalla mente lucida e al contempo ombrosa, persa nell’intimo più recondito della sua anima.
Le vicende che compongono il volume sono ben adattate al periodo storico che fa loro da sfondo; Nuraj consegna al lettore un libro di buona completezza narrativa, in cui il racconto trascina l’interesse di pagina in pagina, facendo leva sui fatti che hanno caratterizzato uno stralcio di Storia che ha profondamente segnato l’Albania, condizionando la vita e la mente del popolo. L’intelletto dell’individuo è segregato, è lì che risiede la vera prigione; è in quello spazio limitato e infinito che il regime innesca la sua irrazionale dinamica.
Artur Nuraj
Artur Nuraj (già Antony J. Latiffi) è nato a Valona (Albania), nel 1968. Narratore, sceneggiatore e collaboratore di Albania news è considerato uno dei pionieri del noir albanese moderno e si distingue per la sua predilezione per il pulp.
Esordisce nel 2008 con il thriller Lo yàtagan, dato nuovamente alle stampe nel 2022 da Besa Editrice, un romanzo che si è guadagnato l’interesse della critica ed è stato anche adottato come testo universitario. Consolida il suo percorso creativo nel 2014 con l’hard-boiled Tempo per morire, edito da Parallelo45. Nel 2015 torna a pubblicare con Besa Editrice il romanzo L’età della rosa. Nello stesso anno, vede la luce con Paradigmi il romanzo breve The Body.
Lo scrittore che vive a Verona dove lavora come revisore di testi e sceneggiature per alcune agenzie editoriali e produttori cinematografici,