Albania Letteraria Logo
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Albania Letteraria Logo
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Albania Letteraria Logo
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Home Memoria

Nel compleanno di Musine Kokolari un rimprovero alla memoria collettiva

Visar Zhiti Visar Zhiti
10 Febbraio 2020
Musine Kokalari

Musine Kokalari

Il 10 febbraio, Musine Kokolari, la prima scrittrice donna albanese, la prima dissidente donna in tutto l’impero comunista, fondatrice di un partito di opposizione, prigioniera politica, che, dopo 20 anni di galera, avrebbe chiuso gli occhi in esilio, mentre 10 anni dopo, nel 1993, quando la dittatura comunista era caduta, è stata decorata dal Presidente con la medaglia “Martire della democrazia” e infine “Onore delle Nazione”, era il suo compleanno.

Tutti avrebbero dovuto ricordarlo. Ma ogni giorno può essere considerato un compleanno dei valori umani, quindi anche del grande nome di Musine Kokolari. La sua vita e le sue opere, azioni, sofferenze, l’atteggiamento, bellezza e tenacia sono un’esperienza preziosa, un’inestimabile ricchezza morale per tutti, fonte di virtù, una cultura importante, un appello permanente di dignità, vantaggioso per il paese…

Pubblicità

Musine Kokolari la meravigliosa ragazza di Argirocastro, finito il liceo “Nëna Mbretëreshë (“Reggina Madre”) a Tirana, nel 1937, va a studiare presso l’Università di Roma, in Italia, concludendo con risultati eccellenti. Già da studente pubblica il suo primo libro “Seç më thotë nëna plakë” (Quel che dice la vecchia madre), con storie affascinanti che ha avuto riconoscimenti e apprezzamenti da uno dei maggiori scrittori italiani, Alberto Moravia.

Insieme con altri suoi amici, nel 1943, fondò il Partito Socialdemocratico e il quotidiano “Zëri i Lirisë” (“La voce della Libertà”). Nel 1944, ha pubblicato il suo secondo libro di racconti “Si u tund bota” (“Mentre il mondo trema”), 348 pagine, mentre il 12 novembre dello stesso anno i suoi fratelli Muntaz e Vesim Kokolari sono fucilati senza processo. I nuovi vincitori stavano entrando nella capitale con il terrore. Quattro giorni dopo hanno arrestato anche la prima scrittrice albanese, l’hanno tenuta in prigione per 17 giorni. Pubblica il suo terzo libro “Rreth vatrës” affermandosi cosi una vera scrittrice, ma il 23 gennaio del 1946, la arrestarono per la seconda volta e la condannarono a 20 anni di carcere.

Dalle sue dichiarazioni in Tribunale

“Dopo l’incontro di Mukje, ho partecipato come socialdemocratico al Fronte Nazionale e sono stata responsabile del giornale “La voce della libertà”, dove ho pubblicato articoli che parlano della questione del Kosovo nell’ambito della Carta Atlantica…. La lotta non si faceva per il beneficio di alcuni gruppi, ma per la democratizzazione del paese”

“Io non sono colpevole. Non sono comunista e questo non può essere una colpa. Voi avete vinto le elezioni, ma io non devo essere in carcere… Io sono un’allieva di Sami Frashëri. Condannando me voi volete condannare il Rinascimento”.

Quando qualcuno gridò che lei doveva essere condannata all’impiccagione, e il presidente Frederik Nosi, Le ha chiesto se sentiva quello che il popolo chiedeva, Musine tranquilla ha risposto: “Domani dirà la stessa cosa per voi la folla”.

Nel 1961 viene scagionata e mandata in esilio a Rrëshen: fa lavori fisici pesanti, fa il muratore. La solitudine come punizione e i libri, i libri, erano questi i suoi amici. Comunque lei sarebbe stata la mecenate spirituale dello scrittore Bilal Xhaferri, che fuggirà negli Stati Uniti per sfuggire alla persecuzione, poiché il padre era stato fucilato. Nel 1981 Musine si ammalò gravemente, e morì due anni dopo. L’ hanno gettata in una fossa e coperta insieme alla sua opera, che non le hanno permesso di scrivere, con la macchina della ghiaia.

Alla fine della sua vita

Nel manoscritto ” Sulla mia vita”, Musine scriveva: “I comunisti mi hanno sepolta viva…al processo non ho chiesta scusa per la mia attività. E perché dovevo chiedere scusa?…. Io non sono colpevole…”.

Una fine triste: “Ho conosciuto la cultura democratica, ho conosciuto la tragedia delle grandi repressioni dei moti rivoluzionari. Ho vissuto un processo speciale. Ho conosciuto 16 anni di carcere e 22 anni di esilio. Ho conosciuto il lavoro manuale in agricoltura e in edilizia. Ho conosciuto la solitudine, le amicizie occasionali in carcere e tutte le conseguenze che derivano da questo terremoto per consolidare la dittatura del proletariato. A volte mi dico che non ho vinto niente ad essere rimasta viva. È da 38 anni che non so cosa vuole dire avere una famiglia. Forse sarebbe stato meglio se avessi chiuso gli occhi per sempre. Cosi finivano le mie sofferenze, e questa situazione tragica.

Il suo messaggio: Se muoio, nella mia piccola valigia ho alcuni oggetti di valore etnografico per il Museo di Argirocastro. I pochi risparmi e tutto quello che ho andrà al fondo per la stampa, che bisogna creare a favore dei manovali, è indispensabile, cosi da democratizzarlo e coltivare il semplice operaio”.

Il suo messaggio è ancora più grande, doloroso, importante e permanente. È un richiamo alla memoria collettiva, all’azione, alla vita, al paese. Naturalmente lei oggi viene onorata, ha preso l’aureola della martire, la sua opera è stata pubblicata integralmente, grazie alla volontà dello studioso Novruz Shehu. I suoi lettori sono tanti, gli ammiratori anche, cosi come l’Ambasciatore americano a Tirana. Viene persino dato un premio con il suo nome alle donne, mentre un ricercatore italiano, Mauro Geraci, sta preparando la pubblicazione in Italia dei ricordi di Musine a Roma.

Quando lei studiava là, organizzava incontri culturali e patriottici, le sale le affittava pagando lei stessa un altro albanese, Dane Zdrava, che per primo portò il cinema nella sua città, Berat. Aveva frequentato l’Accademia Navale a Napoli, patriota, ma anche lui sarebbe morto nei carceri comunisti. Ricordiamo questo come un’esperienza meravigliosa, che la dittatura ha devastato, ma che bisogna rianimare.

Pubblicità

Musine Kokolari ha ottenuto dei titoli durante la democrazia, ecc, ecc, comunque il suo compleanno è stato dimenticato, anche se era il 95° anniversario della sua nascita. Il messaggio da trasmettere è: che noi dobbiamo mantenere un legame con coloro che sono stati i protagonisti del rinascimento, includerli nel calendario delle nostre attività, sempre. Questo centenario dell’Indipendenza ci deve aiutare a inculcare questo.

Senza un tale calendario alla nostra società mancherà sempre qualcosa, mancherà la luce del futuro. Tali celebrazioni bisogna farle e non devono essere semplicemente routine ufficiale ma parte attiva di una memoria collettiva, della nostra quotidianità.

Devono essere naturali e assomigliare, come dire, all’accensione metaforica di una candela, per la quale un’altra grande donna albanese, Madre Teresa, diceva: Meglio accendere una candela che brancolare nell’oscurità.

Perché la dimenticanza non diventi oscurità.


Pubblicato per la prima volta in lingua albanese su Albania News il 10 febbraio 2012. Titolo originale “Në ditëlindjen e Musine Kokalarit një qortim kujtesës kolektive ”. Tradotto da Dorina Lulaj.

Leggi anche La memoria restituita: l’autobiografia giovanile di Musine Kokalari, di Mauro Geraci

Argomenti: Mauro GeraciMusine KokalariVisar Zhiti
Google News
Segui Albania Letteraria su Google News! Iscriviti

Libri correlati

688,439,449
Sulle strade dell’inferno. La mia vita nel carcere di Spaç

Sulle strade dell’inferno. La mia vita nel carcere di Spaç

22 Marzo 2022
Visar Zhiti
Besa Muci
9788836292370
Donne d’Albania

Donne d’Albania

2017
AA.VV.
Com Nuovi Tempi
9788889193365
La notte è la mia patria

La notte è la mia patria

2018
Visar Zhiti
Pazzini
9788862572910

Articoli correlati

La letteratura albanese nel 2022. I libri più interessanti che ho letto

di Anna Lattanzi
Gennaio 2023

Fiera del libro di Tirana 2022. La quinta e ultima giornata

di Anna Lattanzi
Novembre 2022

Sulle strade dell’inferno. Il cammino doloroso di Visar Zhiti

di Anna Lattanzi
Luglio 2022

Google News

Recensione a Simonetta Ceglie, Mauro Geraci (a cura di), Musine Kokalari. La mia vita universitaria. Memorie di una

riviste clueb
16 gennaio 2023

Un mondo di donne: libri di autrici albanesi, consigli

albania letteraria
08 marzo 2022

Incontri letterari

Questo mese

Nessun evento

  • Chi siamo
  • La storia
  • Privacy
  • Cookie
[email protected]

L'Albania Letteraria - Narrare l'Albania in italiano

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Home
  • Gli scrittori
    • Tradotti
    • Italofoni
    • Italiani
    • Arbëreshë
    • Stranieri
  • I libri
    • Novità editoriali
    • eBook
  • Gli editori
  • I traduttori
  • News
  • Recensioni
  • Interviste
  • Blog
  • Classifiche
  • Memoria
  • Racconti
  • Incontri letterari

L'Albania Letteraria - Narrare l'Albania in italiano

X