Fino a una decina d’anni fa, i nodi cruciali della storia e dell’archeologia della città di Durazzo, in Albania, restavano ancora in gran parte da chiarire: una storia densa e una ricchissima documentazione archeologica, per una città fondata dai Greci alla fine del VII secolo a.C., che fu fiorente città ellenistica e romana, capitale bizantina, ed ancora città veneziana, ottomana e comunista.
Una grande città antica, che l’isolamento del regime comunista albanese ha occultato per decenni.
Le ricerche archeologiche più recenti, dovute principalmente all’instancabile lavoro di Sara Santoro, hanno contributo a far riemergere questo passato, grazie al coinvolgimento di molte e diverse competenze rappresentate da archeologi, geologi, architetti, storici ed archeometristi che, provenienti da Italia, Albania e Slovenia, hanno saputo creare un’occasione di straordinario confronto multiculturale per la valorizzazione del patrimonio di Durrës e per la “riscoperta” della sua storia.

Biografia di Barbara Sassi
Barbara Sassi, autrice del ponderoso volume ricco di numerosissime illustrazioni e di una ampia bibliografia – edito dalla Casa editrice Edipuglia di Bari – , dopo aver conseguito la Laurea in Lettere Classiche e la Specializzazione in Archeologia, è Dottore di Ricerca in Storia presso l’Università degli Studi di Parma. Attualmente è Direttore Tecnico e di progettazione presso ARS/Archeosistemi S.C. di Reggio Emilia
I suoi campi di interesse sono le metodologie della ricerca archeologica, l’urbanistica e le tecniche edilizie antiche, gli studi territoriali dalla preistoria al Medioevo.
Il saggio, dichiaratamente multidisciplinare, tenta di cogliere i caratteri peculiari e millenari della città e di svilupparne diacronicamente i processi di trasformazione culturale (dall’ellenizzazione alla romanizzazione alla cristianizzazione), mediante la collazione delle fonti antiche, dei dati documentari, storici, cartografici, geomorfologici ed archeologici.

Prefazione libro “Dyrrachium III”

Riportiamo uno stralcio della prefazione di Giuliano Volpe, professore ordinario di Archeologia Cristiana e Medievale nell’Università degli Studi di Foggia, della quale è stato Rettore dal 2008 al 2013:
«Questa è una prefazione che non avrei voluto scrivere. Non certo per il valore del volume, per l’interesse della ricerca o per la qualità dell’Autrice, assolutamente eccellenti. Ma perché avrebbe dovuto scriverla una carissima amica e collega, un’ottima archeologa e docente universitaria: Sara Santoro, che questa ricerca, insieme a tante altre, ha progettato, condotto, coordinato, diretto con tanta competenza, passione e umanità.
Mi piaceva la sua energia, il suo entusiasmo, la sua voglia di sperimentare, di innovare, la sua gioia di vivere anche quando è stata provata da dolori e problemi personali. A questo libro di Barbara Sassi Sara teneva moltissimo. E a giusta ragione.
Si tratta, infatti, di un bel volume, molto importante e innovativo, in grado di proporre una lettura della vicenda urbana di Epidamnos-Dyrrachium nel lunghissimo periodo, dalla fine del VII secolo a.C. al VI secolo d.C., avvalendosi di tutti gli strumenti della moderna indagine archeologica, dalla geo archeologia e geofisica all’analisi urbanistica, dall’aerofotointerpretazione alla ricognizione di superficie e allo scavo archeologico, dallo studio archeologico e archeometrico di varie classi di materiali all’approccio antropologico, con un uso integrato di fonti materiali, letterarie, epigrafiche, cartografiche, documentarie.

Uno studio, insomma, di archeologia globale dei paesaggi urbani che coniuga presentazione dei dati, interpretazione storica, elaborazione di strumenti preventivi di programmazione.
La base dei dati, in particolare la Carta Archeologica, è solida, ampia e di notevole interesse. La perfetta conoscenza della storia degli scavi, delle scoperte e degli studi e della relativa bibliografia consentono all’Autrice di padroneggiare con sicurezza, ma sempre con estremo rigore e apprezzabile prudenza, tutta la ricostruzione storica dell’evoluzione urbana.
Barbara Sassi tiene in grande considerazione, giustamente, gli aspetti geomorfologici, sempre determinanti nelle scelte insediative, e ancor di più in una realtà fortemente condizionata dagli aspetti ambientali e profondamente trasformata nel corso dei millenni, come quella di Durazzo: la geomorfologia, i terremoti, le variazioni di costa, l’ambiente lagunare, il rapporto con il mare diventano così elementi fondamentali per definire i caratteri della città, la cui forma urbana viene ricostruita nella sua evoluzione diacronica, con una particolare attenzione al sistema portuale, ai commerci, alle aree di necropoli.
Questo è un libro utile e ben fatto. È una sintesi di storia urbana necessaria per programmare non solo le future ricerche archeologiche a Durazzo manche – mi auguro – per indirizzare con maggiore consapevolezza le scelte di pianificazione di una città che ha conosciuto e continua a conoscere una rapida e profonda trasformazione. Ci mancherà molto Sara. Questo libro è solo uno dei tanti modi per ricordarla e per tenere vivo e proseguire il suo lavoro».
