Nell’ambito degli studi sull’Albania che fiorirono in Italia durante il periodo 1939-1943 mi sembra interessante richiamare l’attenzione del lettore su un libro, del quale è autore il Prof. Salvatore Villari, allora Libero docente di Diritto coloniale nell’Università di Roma.
Il titolo del libro, di oltre 184 pagine, è: Le consuetudini giuridiche dell’Albania. Il Kanun di Lek Dukagjin ed è stato pubblicato dalla Società Editrice del Libro Italiano, a Roma nel 1940.

Certamente si tratta di un libro conosciuto da molti, ma per la sua rarità oggi è introvabile, se non – forse – in biblioteca e in qualche libreria antiquaria. E’ uno studio datato – e certamente superato dalle attuali norme giuridiche vigenti in Albania – ma che forse può colmare una lacuna culturale in qualche giovane lettore.
Ritengo doverosa una mia premessa: con questo articolo intendo segnalare alcuni degli studi che sono apparsi nel recente passato sull’Albania e darne una notizia a carattere esclusivamente scientifico e non politico. Chiunque si rechi in Albania o si interessi del paese – scrive l’Autore – sente spesso parlare di un codice di consuetudini tramandato a memoria d’uomo e profondamente radicato nella coscienza del popolo: di un codice di consuetudini detto il Kanun e del quale pochi sanno dare notizie attendibili.
Lo studio su questa consuetudine giuridica importa una lunga elaborazione dei dati ed uno studio accurato della casistica.
L’espressione comune di Kanun serve però ad indicare più che le norme contenute in un codice scritto o tramandato, tutto il complesso di norme consuetudinarie secondo le quali è regolata la vita delle popolazioni della montagna dell’Albania del Nord.
L’uomo della montagna, a qualunque bandiera o tribù appartenga, interrogato su un determinato istituto, ne indica gli elementi e dice «così vuole il Kanun».
Le modifiche e le aggiunte che le bandiere o le tribù, ciascuna per conto proprio, hanno potuto apportare al Kanun non sono intese come tali, poiché anche coloro che seguono una norma consuetudinaria che si differenzia da quelle data per il caso corrispondente del Kanun, fanno risalire al Kanun e non all’assemblea della loro comunità la validità della norma.
In effetti il Kanun detta – fra l’altro – le norme secondo le quali si può procedere alla formazione di nuovi precetti e prevede tutto un apparato allo scopo.
Le variazioni e le aggiunte del Kanun, essendo previste dal testo, rientrerebbero nel suo contenuto perché dal contenuto traggono fondamento e validità.
Il prof. Villari con questo libro intende – come egli stesso dichiara – fare un semplice tentativo di presentare la materia (ricordiamo che lo studio è limitato all’Albania del Nord) in modo organico perché si possano cogliere le caratteristiche dei singoli istituti così da poterli raffrontare con quelli analoghi esistenti presso altri popoli.
Il saggio si propone di studiare il Kanun considerandolo come la legge della tribù. Pertanto sono stati premesse – in alcuni capitoli – le indagini di carattere generale relative al testo del Kanun, alla sua origine, alla sua storia, alla sua importanza e alla sua efficacia e quelle relative all’organizzazione della tribù dell’Albania.
Nei successivi capitoli l’Autore si occupa in particolar modo degli istituti di diritto consuetudinario delle tribù albanesi, comprendendovi anche le norme di carattere penale, procedurale ed ecclesiastico.
L’elenco dei capitoli e di alcuni sottocapitoli spiega, meglio di ogni altro commento, il contenuto del libro:Parte generale:L’organizzazione della tribù albanese ( L’origine del Kanun di Lek Dukagjin, Efficacia territoriale del Kanun, La tribù albanese. Gli organi della tribù: Capi, Consigli, Assemblee); Struttura ed evoluzione del Kanun di Lek Dukagjin: Valore storico e attuale del Kanun (Le consuetudini e il Kanun, Valore del Kanun nei primi tempi e fondamento della sua validità, Riconoscimento implicito della legislazione dello Stato in virtù del D.L. N. 128 del 1928).
Parte speciale:La famiglia (Concetto della famiglia e sua organizzazione, Le associazioni di famiglie, Rapporti personali e patrimoniali tra i coniugi, L’ospite); Il matrimonio ( Le varie forme di matrimonio, Celebrazione del matrimonio, Scioglimento); La proprietà e le cose (La proprietà immobiliare. Proprietà indivisa, del villaggio e della famiglia, Godimento di diritti su cose in comune. Strade, sentieri, muri, corsi d’acqua); La divisione dei beni e le successioni; Contratti e istituti speciali (La compra-vendita, Locazione, Mutuo, Il lavoro. Il contadino, il fabbro e il mugnaio, Il pastore e il servo); Norme di carattere penale; La legge del sangue; Elementi di procedura; Cenni di diritto ecclesiastico (La Chiesa e il parroco, Le norme penali a tutela della Chiesa).Un’ampia bibliografia – di ben 15 pagine – consente allo studioso ed all’appassionato di storia e di diritto l’approfondimento dell’argomento.