Nel 1941 le Edizioni Distaptur di Tirana pubblicarono il volume di Piero Ghiglione “Montagne d’Albania”, che fu stampato dall’Istituto Geografico De Agostini di Novara.
Il libro, che comprendeuno studio sui “Rapsodi della montagna albanese” di Nicola Lo Russo Attoma, ha 118 pagine ed è corredato da 60 illustrazioni in bianco e nero tratte da fotografie scattate dall’Autore.
Affinché il libro avesse una ampia diffusione in Albania, contemporaneamente ne fu pubblicata l’edizione in lingua albanese – presso “BOTIME të DISTAPTUR-it në TIRANË” con il titolo «Malet e Shqipnisë» e con il sottotitolo «Me nji studim qi merret me Rapsodët e malever Shqiptare” prej Nicola Lo Russo Attoma».

La rivista “DRINI – Bollettino mensile del Turismo Albanese” – edita a Tirana dalla Direzione per Il Turismo, Stampa e Propaganda della Presidenza del Consiglio d’Albania – pubblicò nel N. 8 del 1 ottobre 1941 la recensione del libro. “Montagne d’Albania” può essere considerato il primo saggio scientifico sul sistema montuoso albanese ed è ormai introvabile nel mercato librario dell’antiquariato. Dalle nostre ricerche ci risulta che ne esistono copie in biblioteche specializzate italiane ed anche nella BIBLIOTEKA KOMBËTARE E SHQIPËRISË di Tirana.

Il saggio dell’Ing. Ghiglione valorizza in particolare l’aspetto alpinistico e – nello stesso tempo – turistico della montagna albanese.Riteniamo quindi interessante, per i lettori di Albania News, riportare l’ampia recensione allora pubblicata che illustra il contenuto del volume che rappresenta – come è scritto nella premessa del saggio – «un invito a tutti coloro che amano la montagna a visitare l’Albania intera, con la certezza di trovarvi quelle bellezze panoramiche e quelle alpinistiche emozioni per cui, sinora, vanno celebri soltanto altre regioni d’Europa».
La sopracoperta del libro è tratta da un quadro del pittore Sante Bullo che ritrae i monti di Kruja, e le illustrazioni sono tratte da fotografie scattate dall’Ing. Ghiglione.


Il capitolo sui “Rapsodi della montagna albanese” riporta una illustrazione dei principali strumenti musicali utilizzati allora in Albania.Questo iltesto della recensione pubblicata sulla rivista “DRINI”:«L’Ente Editoriale DISTAPTUR che, pur non avendo un anno di vita già tante lodevoli iniziative ha svolto nel campo editoriale albanese (basterà ricordare la magnifica raccolta di artistiche cartoline illustrate che meglio non potrebbe popolarizzare il folklore e le bellezze panoramiche in Albania) si è acquistato una nuova benemerenza presentando al pubblico un volume che, uscito in questi giorni con i tipi dell’Istituto Geografico De Agostini, porterà nel mondo la tangibile illustrazione di un settore per lo più ignorato del territorio albanese: la montagna.Tre terzi dell’Albania sono montuosi: picchi inaccessibili, catene maestose, aspri contrafforti rocciosi, boschi, vallate, nevi e ghiacciai, casette alpestri aggrappate alla pietra, creste dolomitiche che si intagliano nell’opalina chiarità del cielo.
Ecco un’Albania sconosciuta ai più, un’Albania intravista da lontano, spesso senza interesse e senza curiosità, che oggi attraverso questa nuova attività del Distaptur, richiama particolarmente su di sè l’attenzione del pubblico.

Né si creda che queste «Montagne d’Albania» ci vengano incontro attraverso le pagine di un volume dall’arida prosa di una guida turistica, sia pure essa elegante ed illustrata con tutte le regole dell’arte moderna. No, in ognuna di queste pagine vibra un palpito di profonda umanità, da ogni vallata descritta s’alza un canto di pastore, ogni picco rivive la sua leggenda fatta di carne e di sangue, così che quando richiudete l’opera, attorno a voi è la gloria dello spazio e del silenzio ma è anche l’anima dell’uomo affinata e purificata dal vento dei millenni, dall’eterno candore delle nevi.

E ciò forse è dovuto principalmente al fatto che il volume si apre molto opportunamente con uno scritto che inizia il lettore alla complessa e robusta struttura spirituale del montanaro albanese, che lo accompagna ad ascoltare i canti nati spontanei sulle sue labbra, che gli indica i rudimentali strumenti dai quali esso trae le note semplici suggerite al suo istinto dal flusso regolare della vita rotto solo dai due elementi fondamentali del ciclo umano che sono l’amore e la morte.Ed a questo compito si è accinto con nobiltà di intenti e con profonda competenza Nicola Lo Russo Attoma, il quale con uno studio sui rapsodi della montagna albanese, innanzi ad ogni visione, innanzi ad ogni illustrazione fatta di parole e di fotografie, schiude un panorama spirituale che accompagnerà il lettore in ognuna delle escursioni e che darà ad ogni catena ed a ogni vallata una sua anima particolare. Anche qui come in ogni cosa è l’elemento umano che prevale sulla materia. E’ l’uomo con le sue passioni, con la sua storia, con le sue tradizioni, con i suoi difetti e le sue virtù, che impera e regola le misteriose leggi della natura, che infonde, spesso inconsciamente una particolare fisionomia fatta di colori e di suoni, all’ambiente in cui vive.
La parte turistica del volume, la descrizione cioè della montagna albanese, la illustrazione diremo tecnica di quell’ imponente complesso alpinistico che costituisce la spina dorsale di tutto il paese, è stata affidata a Piero Ghiglione, ad uno cioè degli scalatori più noti nel mondo intero. E basta ricordare a questo proposito che il Ghiglione ha effettuato le sue esplorazioni alpinistiche nell’Himalaia, nelle Ande, nei massicci africani, e naturalmente in tutte le catene europee per comprendere la serietà e la competenza che animano le pagine di questo volume.
Il Ghiglione ha impiegato parecchi mesi ad effettuare la sua minuziosa e laboriosa campagna albanese. L’ha effettuata con quell’amore che è comprensibile in un uomo che della montagna ha fatto il suo principale elemento di vita. Alcune cime gli erano già note, altre vennero da lui superate per la prima volta: per parecchie le sue ascensioni costituirono la conquista ambita di un primato. Egli ce ne descrive in ogni piega rocciosa, in ogni frastagliata di sassi, conducendoci attraverso impervi sentieri e vertiginose scalate sin sulle vette più difficile ed aspre.


Suddiviso in sei capitoli che comprendono i sei gruppi montani del sistema alpinistico albanese, questa parte del volume analizza le montagne con la precisione di un trattato scientifico: precisione forse astrusa ai sedentari, come astrusa potrebbe essere per un prodotto la formula di un chimico o i segni misteriosi tracciati da un radiologo sulla lastra spettro analitica.
Ma nonostante ciò sentite in ogni pagina il respiro possente della natura, la vastità degli orizzonti, la grandiosità della lotta che il piccolo essere umano testardo combatte e vince con il colosso di pietra. E prendete confidenza con le strane, e conosciute armi dello scalatore, coi ramponi, i feltrini, le corde, le picozze, le tende, gli spuntoni. Acquista dimestichezza col sesto grado o col settimo di una parete a picco, con innumerevoli altri termini misteriosi e con i pericoli, i dolori e le gioie, che costituiscono il fardello materiale e spirituale di chi si accinge a una scalata.
Piero Ghiglione è entusiasta delle montagne d’Albania. Egli elogia l’opera del Turismo Albanese che ha già eretto un comodo rifugio nella regione di Thethi, nella catena montana del nord, e prevede un fiorente avvenire all’alpinismo d’Albania e particolarmente alle zone che accolgono ampi e comodi campi da sci. Anzi su questo argomento egli conclude il suo lavoro dedicandoci un intero capitolo nel quale passa in rassegna tutte le zone suscettibili di divenire centri frequentati di questo importante e particolare settore dell’alpinismo.



Libro interessante, dunque, questo «Montagne d’Albania» col quale il Distaptur valorizza un aspetto tanto bello quanto ignoto della terra skipetare, libro interessante e nobile del quale con ampiezza di vedute sono in progetto, oltre all’edizione italiana ed albanese, altre edizioni nelle principali lingue europee».
L’Ing. Ghiglione, da provetto alpinista, ha voluto anche corredare il libro-guida con delle “Avvertenze” per gli escursionisti.“Si tenga presente, scrive, che la migliore stagione per escursioni estive è giugno-settembre. Sino a metà giugno il tempo è in genere malsicuro e alquanta neve si può trovare negli approcci sotto le crode; nel settembre, dopo la metà del mese, le sere e le notti sono assai fredde, specialmente per accampamenti sopra i 1.500 metri. Molto sci si può fare sui monti d’Albania, e cioè nei mesi d’inverno e di primavera.


Si voglia notare – continua l’Autore – che per l’alpinismo rocciatorio propriamente detto, la miglior zona è indiscutibilmente quella del nord albanese compresa fra Boga, Thethi e la Valbona. Vengono quindi, in ordine geografico, la regione della Maja Madhe e quella limitrofa del Parnus. Questa è una lunga serie di pendii sui 2000 metri. Sono notevoli la zona della Maja Dejes nella parte centrale superiore dell’Albania e quella del Korabit e Radomires. La zona del Tomori (centrale inferiore) è pure assai consigliabile: sia per il turista-alpinista nella parte sud, sia per il rocciatore nella parte nord. Citiamo ancora come importanti la catena dell’ Ostroviza nella regione orientale inferiore, presso Korçia e la zona del Nemerçka a sud.
L’Autore conclude il libro con suoi consigli sull’equipaggiamento e le provviste necessarie ed utili agli alpinisti. Ovviamente questa parte fa riferimento a quegli anni eroici dell’alpinismo ed oggi è superata dalle continue innovazioni tecniche. Tuttavia da un’idea di quali difficoltà dovessero superare i primi esploratori-alpinisti (non bisogna dimenticare che molte delle cime albanesi erano allora ancora inviolate) e che potevano imbattersi facilmente in lupi e cinghiali, se non in qualche orso.“Montagne d’Albania” è un libro interessante e documentato, che ha ancora oggi una sua validità scientifica e culturale.
Di seguito pubblichiamo alcune delle illustrazioni tratte dal libro, che rendono particolarmente prezioso il volume.







