Nel 1942 è stato pubblicato – a cura del “Centro Studi per l’Albania” – costituito presso la Regia Accademia d’Italia (oggi Accademia dei Lincei) un importante saggio dedicato al Kossovo, primo volume della serie dedicata alle terre albanesi redente.
Questo volume offre un importante contributo alla conoscenza e alla chiarificazione delle origini del Kossovo.

Nella prefazione Francesco Ercole scrive: «La liberazione del Kossovo e della Ciamuria, regioni particolarmente care a tutti gli Albanesi, è un avvenimento troppo importante non solo nella storia dell’Albania ma anche in quella che potrà essere chiamata la storia delle lotte nazionali del nostro tempo, perché questo Centro Studi, che consacra la sua attività ai problemi culturali e scientifici della Nazione sorella, non sentisse il dovere di garantire, per sua parte, una degna illustrazione dei caratteri e dei valori storici, linguistici e naturali delle due regioni, felicemente redente.
Il Kossovo, sede delle antiche stirpi illiriche dei Penesti, dei Peoni e dei Dardani, la cui civiltà è testimoniata da preziosi ritrovamenti archeologici, fu, nel periodo imperiale, solcato da importanti vie di comunicazione, mentre gli stessi nomi delle antiche città dimostrano come la romanizzazione sia stata un tempo ivi molto estesa.
Le relazioni spirituali con l’Occidente, nel periodo medioevale, sono testimoniate dai molti monumenti, in cui evidenti si riflettono quelle tendenze stilistiche, che, fissate lungo il litorale dell’alto Adriatico, nella Dalmazia, nell’Istria, ad Aquileia e nell’esarcato di Ravenna, dovevano caratterizzare la prima origine delle forma architettoniche della Russia.
Il Kossovo, come il resto della terra albanese, fu il campo in cui la Cristianità si scontrò con la mezzaluna; esso soggiacque all’imposto letargo durante la dominazione straniera, mentre da una sua città doveva avee inizio il periodo travagliato ed eroico del risorgimento schipetaro».
Studiosi tra i più competenti hanno collaborato a questo volume trattando ampiamente e con particolare attenzione ai vari aspetti del Kossovo e raccogliendo in questo territorio, e fuori, le testimonianze albanesi nel Kossovo.
Il risultato dell’accurata analisi è evidente. Siamo dinanzi alla più compiuta documentazione della tradizione della regione e della politica con la quale la ex Jugoslavia cercava di fare di questo territorio albanese uno dei suoi dipartimenti vitali adoperandosi con tutti i mezzi a snazionalizzare questo popolo fiero delle proprie tradizioni schipetare e orgoglioso del suo passato albanese.
Il volume si apre con il saggio di oltre ottanta pagine di Carlo Tagliavini “Le parlate albanesi di tipo ghego orientale (Dardania e Macedonia Nord Occidentale) ”, che è un esauriente esame della struttura linguistica del Kossovo. Resta dimostrata, da questa analisi, l’appartenenza del Kossovo all’Albania, nonostante la snazionalizzazione tentata dalla ex Jugoslavia.
Segue lo studio su “I canti eroici del Kossovo” di Ernest Koliqi, cui la cultura albanese è debitrice di opere fondamentali sulla tradizione e sula poesia popolare albanese. L’Autore dimostra come i canti del Kossovo siano l’espressione più schietta dell’anima albanese. Egli riporta come esempio nell’articolo alcuni brani lirici di un lungo canto del Kosovo da lui stesso raccolto a Dragobija, nel quale si narrano le tristi vicende della bellissima giovinetta Hasime che rimase sola al mondo dopo l’uccisione dei due suoi fratelli. Sono frammenti di una regione sfortunata che anche nei periodi più oscuri della sua storia seppe scrivere pagine di eroismo e dette generosamente il sangue per l’unità e la grandezza dell’Albania.
Seguono “Archeologia del Kossovo” do Domenico Mustilli e “L’arte nella zona del Kossovo” di Sergio Bettini, con interessante ed inedita documentazione iconografica.
Un ampio articolo storico è dedicato da Gennaro Maria Monti a “La Lega di Prizren”. Nelle conclusioni l’Autore riafferma la grande importanza della Lega di Prizren e riporta quanto asserì Frasheri: la Lega fu «il primo fattore di una certa importanza che capovolse la cattiva concezione dell’Europa occidentale circa il popolo albanese. Dopo quel movimento, qualsiasi avvenimento, che si sviluppò nei Balcani o che fu discusso nei circoli diplomatici, non poté non tener conto della questione albanese, come di una speciale questione nazionale».
Giuseppe Schirò tratta “P. Gjeçov e la prosa del Kanûn di Lek Dukagjini”, cui segue “Tradizioni e costumi del Kossovo” di Ndue Paluca. La vita familiare, Riti funebri, l’abbigliamento sono altrettanti capitoli dell’articolo.
Il grande geografo Osvaldo Baldacci scrive un fondamentale saggio: “Contributi alla conoscenza forestale dell’Albania Dardanica (Kossovo). Egli auspica una politica di rimboschimento con un processo di restaurazione della foresta che annovera una serie non indifferente di tipi propri, del tutto endemici o quasi. Questi sono – afferma l’Autore – sovente residui di coperture boschive rappresentate da specie superstiti della glaciazione che, all’occhio del botanico, vengono inserite tra quelle tipiche della selvicoltura umida e fresca dell’Europa centrale, con quelle proprie di un ambiente ecologico caldo-arido causa il substrato prevalentemente calcareo e serpentinoso e la relativa vicinanza al mare.
Il Kossovo possiede una riserva grandiosa di legname di aghiformi, di legni resinosi duri, di quelli a fibra tenace e resistente, di altri di tipo grossolano per gli impieghi sott’acqua, per l’armamento ferroviario o delle gallerie in genere, e infine di legnami per gli usi di ebanisteria e scultura. Il patrimonio forestale dardanico potrà colmare – secondo Baldacci – il soddisfacimento integrale dei consumi albanesi.
Il volume si conclude con il saggio di Alessandro Kemal Vlora “Descrizione fisico-economica del Kossovo”, con una ampia sintesi e limitandosi ai prodotti principali di quali siano le condizioni economiche del Kossovo in quegli anni.
Questi studi dimostrano come il popolo albanese del Kossovo, nonostante le avversità, abbia saputo tramandare di generazione in generazione le proprie tradizioni e le proprie leggi, leggi e tradizioni tipicamente albanesi.