Oltre Adriatico e ritorno
Percorsi antropologici tra Italia e Sudest Europa

Come i due curatori, Zaira Tiziana Lofranco e Antonio Maria Pusceddu, argomentano nell’introduzione, in Italia il binomio antropologia- sud-est Europa per molti anni ha stentato a decollare, nonostante l’interesse reciproco, la prossimità territoriale e gli innumerevoli rapporti tra le due sponde dell'Adriatico.
Nell'Italia post-unitaria nacquero i primi studi demologici ad etnologici anticipatori dell'antropologia, ma fu durante il fascismo che si assistette a un vero revival, sulla scorta delle strumentalizzazioni della disciplina a sostegno degli interessi imperialistici nazionali e delle teorizzazioni razziali.
L'antropologia italiana del secondo dopoguerra, rinnovatasi grazie a nuovi stimoli provenienti dal mondo anglosassone e della svolta culturalista, ha però dimostrato uno scarso interesse per il sud-est Europa, riservando invece uno sguardo attento ad altre aree, come quella sub-sahariana.
Questa progressiva marginalizzazione del sud-est Europa nelle ricerche antropologiche è alla base della discontinuità odierna nei filoni di studio; tuttavia, testimonia anche l'assenza di un ripensamento critico dell'asservimento della disciplina nel Ventennio fascista, sulla scorta di quanto avvenuto nell'etnologia africanista sotto la spinta dei processi di decolonizzazione.
Leggi la recensione di Francesca Rolandi su OBCT