Scrivere sull’acqua
La storia di Pablo e Carlo, che legati da svariate esperienze rivoluzionarie, decidono nel 1984, di recarsi insieme in Albania, una nazione sottomessa alla dittatura di Hoxha

La storia di Pablo e Carlo, che legati da svariate esperienze rivoluzionarie, decidono nel 1984, di recarsi insieme in Albania, una nazione sottomessa alla dittatura di Hoxha
Scrivere sull’acqua viene pubblicato nel 2019 e racconta di Pablo e Carlo, che legati da svariate esperienze rivoluzionarie, decidono nel 1984, di recarsi insieme in Albania, una nazione sottomessa alla dittatura di Hoxha.
I due si ritrovano a confrontarsi con il dispotismo e il sospetto continuo e per questo il viaggio costituisce una grande delusione, cosa che li trasforma radicalmente. Ed è ancora l’Amore a fare capolino in questo Scrivere sull’acqua, quando Pablo si innamora di Cristina Zoto, un rapporto che vive le conseguenze del regime e quelle di una rinnovata Albania, dominata da una nuova e disumana realtà dettata dai trafficanti di vite umane.
L’inchiostro, con cui Diana redige questo romanzo, si tinge ancora di emozioni raccontate attraverso il disegno di un Paese afflitto e devastato, privato della sua libertà prima e governato da una grande confusione dopo, nel suo faticoso tentativo di ricostruzione. Un romanzo in cui le speranze oggettive muoiono, per rifiorire puntualmente nell’animo umano che mai si arrende, anche di fronte alle asperità.
Diana Çuli racconta in maniera asciutta e forte di un’Albania che conosce un profondo e mal gestito cambiamento, privo di ogni giusto supporto governativo. Una mutazione di forte impatto emotivo, politico e sociale, che non migliora la condizione di una popolazione, che continua a vivere nella totale povertà, sognando l’Occidente. Il desiderio di approdare in Italia è grande, ma spesso si rivela diverso dalle aspettative.
La Çuli non rimane sopra le parti. Accusa e punta il dito contro chi poteva fare e non ha fatto e contro un sistema prepotente. Arriva al lettore tutta la rabbia e la sofferenza di una scrittrice, che da sempre, vede e tocca con mano le controversie dell’Albania e i suoi cambiamenti, vivendoli con grande coinvolgimento.
Qui, lo stile di Diana si fa ermetico, teso, quasi desunto, non conosce morbidezza, perché il racconto deve giungere al lettore in tutto il suo realismo. Emblematica è la carica emotiva della scrittura, atta a evidenziare la sua intrinseca inquietudine.
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