Le vecchie del titolo richiamano un antico adagio albanese che vuole le tardive gelate di marzo responsabili del destino degli anziani, i quali, se sopravvivono all’ultimo freddo, avranno in sorte almeno un altro anno da vivere, fino appunto al marzo successivo e alle prossime “vecchie”. Ma sono anche metafora della condizione di tutto un popolo alla caduta del Regime: appena terminato il lungo e immobile inverno dell’isolamento socialista, l’impatto con la “libertà” dalle dande dello stato-padre, col mercato, col miraggio indotto del benessere e del guadagno facile, imporrà al paese altre e durissime prove, cui molti soccomberanno.
Il romanzo si apre raccontando i convulsi mesi a Tirana dopo la caduta del Muro. Nella vita di due studentesse, apparentemente ancora regolata dai rigidi cerimoniali del socialismo di stato, cominciano a farsi strada i primi dubbi sulla effettiva tenuta del regime, accompagnati dal filtrare delle prime notizie d’oltre cortina. Si organizzano assemblee semi-clandestine e si comincia a riflettere sul da farsi con sempre maggior urgenza, ma non senza un filo d’ironia: “Ci sono notizie che nei paesi più sviluppati quando delle persone vogliono protestare organizzano lo sciopero della fame, si chiudono in un edificio isolato, bevono soltanto acqua e dormono a terra. – Allora, noi tutti da anni stiamo facendo lo sciopero della fame.” Chi può si procura un visto per l’estero e fugge.
La seconda parte segue le vicende d’un giovane funzionario di polizia siciliano che, quattro anni dopo i fatti succitati, indaga sui traffici di droga, armi, esseri umani tra Albania e Italia. Il lavoro lo condurrà a Tirana e qui conoscerà le due studentesse, una delle quali, rimpatriata dopo un periodo (infelice) in Italia, è la sua interprete. Qui il poliziotto scoprirà anche le proprie origini arberesh, cioè di albanese fuggito in Italia ai tempi gloriosi di Skanderbeg e dell’invasione turca, ma il precipitare dei tumulti scoppiati in seguito al fallimento delle finanziarie (“le firme piramidali”) sorte a prosciugare i risparmi di migliaia di cittadini, lo allontanerà dalle proprie radici e, forse, da un nuovo amore.
OBCT