Il monastero dell’amore

«Non avrei mai pensato che la mia vita si sarebbe insensibilmente trasformata in una casa di ricordi. Essa è una costruzione straordinaria che porto sempre con me e non sempre sono in grado di definirne i confini. So soltanto che gli spazi della casa dei ricordi si estendono dentro e oltre il mio essere. / In questi spazi io mi muovo come voglio in qualsiasi ora del giorno e della notte, salgo e scendo le scale del tempo e i ricordi si accavallano senza interruzione. / Mi aggiro nella casa della mia vita. / In questa casa dimorano silenziosi i ricordi. Così spersi come sono, si ridestano con una regolarità sorprendente. Il passato giace insonne tra le fessure della casa. Si stende per i corridoi aperti. Scende dalle pareti delle stanze. Si affaccia dal soffitto. Fa capolino agli angoli. Entra ed esce dalle finestre. Apre e chiude le porte e io mi trovo a faccia a faccia con il passato. / Tempo passato, tempo della mia vita. Piena e affollata di persone, avvenimenti, gioie e dolori, essa viene verso di me appena ne sento la nostalgia e il bisogno. Mi porta amore e bontà, serenità e innocenza; ma anche affanni e pene, disinganni e insegnamenti. / Tutto questo porto dentro di me, tutto questo porto nella casa dei ricordi. E non so ancora se sono io a portare essa o essa a portare me!».
Dall’introduzione del libro