Si è svolto, in un’atmosfera intima e accogliente, l’incontro L’Albania di ieri e di oggi. Autori a confronto, con Tom Kuka (Enkel Demi) e Mimoza Hysa, presso gli spazi del Centro Culturale Slow Mill, a Milano. L’evento ha chiuso la prima parte del ciclo “Incontri Letterari in presenza” di Albania Letteraria e Slow Mill, patrocinato dal Consolato della Repubblica d’Albania a Milano. A dialogare con gli autori, Anna Lattanzi.
Partendo dai libri siglati da ambo gli scrittori, Le figlie del generale di Hysa ,(Besa Muci Editore, 2022), nella traduzione di Durim Taci, L’Ora del male e Flama, di Kuka, (Besa Muci Editore, 2021 e 2022), rispettivamente tradotti da Fioralba Duma e Valentina Notaro, traduttrice, anche, del volume vincitore del Premio dell’Unione Europea per la Letteratura 2021 (Flama), si è compiuto un excursus nell’Albania di ieri e in quella di oggi, durante un incontro pensato già diverso tempo fa, come affermato da Lattanzi.
Quello di questa sera è un appuntamento fortemente voluto, perché abbiamo, qui con noi, due autori interessanti e differenti tra loro, i cui libri, presentano, in realtà, diversi punti in comune, che analizzeremo insieme.
La narrazione di un’Albania che non c’è più, il potere, l’ambientazione temporale sospesa, la rinascita e l’urgenza di redenzione sono alcune delle tematiche che accomunano i tre libri, intorno alle quali si è snodato il dialogo e che, come ha dichiarato Mimoza Hysa, non solo le uniche.
È vero, questo è un evento al quale abbiamo pensato diverso tempo fa: senz’altro, a questi punti che avvicinano la nostra letteratura, se ne possono aggiungere altri, come la schiettezza nella narrazione. Sia io che Tom Kuka abbiamo narrato con sincerità, senza abbellire, ma raccontando le cose così come sono e per quelle che sono.
Le figlie del generale è un romanzo avvincente, dalla forte impronta psicologica, che ha diverse chiavi di lettura e una di queste è lo sdoppiamento.
Il doppio nella narrazione è molto usato in letteratura. Non esiste un motivo ben preciso per cui ho pensato di utilizzarlo. Quando scrivo, lo faccio per liberare me stessa e ho pensato di profilare la storia in questo modo, oltre che con l’utilizzo del botta e risposta tra le protagoniste, Martina e Marsina.
L’Ora del male è il primo romanzo di Kuka tradotto e pubblicato in Italia. Il volume si apre con un omicidio, con la vendetta da parte del protagonista, Sali Kamati, nei confronti dell’assassino di suo fratello. La storia è intrisa di mistero e corre sulla linea del giudizio e del pregiudizio, pur essendo un romanzo d’amore.
L’Ora del male è un romanzo d’amore, perché è tale. Sì, faccio riferimento alla vendetta, al Kanun, ma ci tengo anche a sdoganare il significato attribuito al codice consuetudinario, che ormai è puramente esotico. Fa scena pensare che gli albanesi si rifacciano al Kanun, attira l’attenzione, allo stesso modo della vergine giurata, una figura puramente attrattiva.
Il concetto di memoria, il ruolo della dittatura nell’evoluzione storico sociale dell’Albania, il potere, il sistema che può essere alienante e coercitivo o benefico, la ricostruzione di una moderna Sodoma che caratterizza il thriller Flama, hanno animato il dibattito che si è sviluppato in più punti, coinvolgendo il pubblico attento e appassionato. Si è discusso sull’Albania di ieri, su quella di oggi e circa quella del futuro. Dai vari interventi è emersa una parola molto importante: speranza. Come direbbe Hysa:
Non abbiamo la sfera magica, ma la speranza che il futuro dell’Albania possa essere tutto rivolto al positivo, non morirà mai.