Maldiluna-Dhimbjehene
di Gëzim Hajdari

…il lettore subisce il fascino di questa parola scarna, dilavata, corrosa dal dolore, che penetra fino alle radici profonde dell’essere, recuperandone l’essenza, le pulsioni linfatiche, ma rivelandone soprattutto il dilaniante disagio esistenziale, quel male di vivere di cui si intesse la cifra versica hajdariana e che ben viene richiamato dal titolo della raccolta. (Simona Wright)