Nel lontano 1991, l’esodo albanese sulle coste Adriatiche fece conoscere all’Italia, che si lasciava alle spalle povertà e dittatura e si proiettava – con un carico di speranze.
Ma c’è un aspetto di quell’esodo che è stato poco evidenziato: sulle navi stracariche di umanità arrivarono anche scrittori e poeti albanesi, che contribuirono in maniera determinante a far conoscere la vivacità e l’originalità della letteratura del Paese delle Aquile.
Oggi vi vogliamo presentare con gli scrittori di punta del panorama letterario albanese ma anche della letteratura migrante in lingua italiana.
1 Ismail Kadare
Nato a Argirocastro, il più grande scrittore della letteratura albanese contemporanea ed è una grande personalità conosciuta a livello mondiale. L’opera di Kadare, tradotta finora in più di 60 lingue del mondo, è così diffusa, perché è un’opera universale, ed utile a lettori di tanti paesi. È membro d’onore dell’Accademia Francese. E’ sempre presente nella classifica dei possibili vincitori del Premio Nobel per la letteratura. Albania News lo ha inserito nella lista degli albanesi più famosi del mondo.
Ismail Kadare scrive, con “I tamburi della pioggia” un romanzo epico. Una vicenda del XV secolo, l’epopea del leggendario eroe Scanderbeg contro i Turchi. Un grande romanzo storico dal fondo della memoria del popolo albanese. (leggi la recensione).

2 Dritëro Agolli
Dritëro Agolli è stato uno scrittore e poeta albanese. Si è dedicato soprattutto alla poesia, ma ha anche scritto novelle dalle quali sono stati realizzati diversi film durante il periodo socialista.
Nemmeno la divertita serenità usata per raccontare le beghe carrieristiche di un gruppo di apparatchik riescono a mascherare quanto è stata dura e grigia la vita nell’Albania degli anni ’70.
“In questo capolavoro d’ironia… tutto è malizioso, abilmente dosato, alato. La dinamite si nasconde sotto un fiore” Le Figaro

3 Visar Zhiti
Visar Zhiti è nato a Durazzo. Poeta e scrittore di valore internazionale, rappresentante diplomatico negli Stati Uniti. Fino a qualche mese fa Ambasciatore presso la Santa Sede.
Nel 1973 proprio quando si apprestava a pubblicare la raccolta di versi Rapsodia e jetës së trëndafilave (Rapsodia della vita delle rose), fu denunciato perché le sue poesie vennero considerate colpevoli di gravi errori ideologici e foriere di agitazione e propaganda anti-comunista. Dieci anni fa Umberto Eco ha firmato l’introduzione ad una antologia di poesie pubblicate in inglese dai poeti mondiali imprigionati dai regimi.
In questo libro si racconta la storia vera di una ragazza che, durante il liceo, venne condannata dal regime e mandata in prigione perché portava una croce al collo, credeva in Cristo e leggeva di nascosto la Bibbia. Un racconto con spunti autobiografici (leggi la recensione).

4 Anilda Ibrahimi
Anilda Ibrahimi è nata a Valona. Giornalista e scrittrice albanese attualmente residente in Italia. Nel 1996 ha vinto a Losanna il primo premio per la poesia albanese contemporanea e ha pubblicato la raccolta di poesie “Cristallo di tristezza”. Nel 2008 è stato pubblicato da Einaudi il romanzo “Rosso come una sposa”, scritto in lingua italiana e incentrato sulle vicende delle donne di una famiglia attraverso i cambiamenti sociali della storia albanese, dal mondo arcaico di inizio Novecento al socialismo reale del regime comunista di Enver Hoxha, alla società post-comunista.
Con il romanzo “Il tuo nome è una promessa” ha vinto la 33/a edizione del premio letterario nazionale per la donna scrittrice “Rapallo Carige“. (leggi intervista).
“Il tuo nome è una promessa rievoca le vicende tormentate di una famiglia di ebrei in fuga dalla Berlino nazista all’Albania di re Zog. Al centro i destini di due sorelle divise dalla storia, vissute in un quadro mosso e frantumato che comprende la Tirana del secondo dopoguerra, il clima del regime comunista e la sua caduta, per ricomporsi infine ai giorni nostri.
«Anilda Ibrahimi sa raccontare i legami di sangue spezzati dalla Storia dimostrandoci che, in fondo, tra fuga e ritorno non c’è alcuna differenza» Diego De Silva

5 Ornela Vorpsi
Ornela Vorpsi è nata a Tirana. Studi all’Accademia di Brera, fotografa e pittrice ora residente a Parigi, la scrittrice, che ha usato l’italiano per il romanzo d’esordio, “Il paese dove non si muore mai”, sceglie il francese per proseguire la sua indagine sulle emozioni e sulla scrittura.
Attraverso la lente della distanza, l’autrice albanese focalizza e immortala sequenze della sua vita e del suo popolo durante la dittatura. Questo romanzo è l’autobiografia dell’Albania, e Ornela Vorpsi disegna, con pennellate lievi e brevi, immagini mnemoniche individuali e collettive: la memoria di un popolo quello albanese che ha patito la dittatura di Enver Hoxha.
“Dedico questo libro alla parola umiltà, che manca al lessico albanese. Una tale mancanza può dar luogo a fenomeni assai curiosi nell’andamento di un popolo.” Ornela Vorpsi.

6 Elvira Dones
Elvira Dones è nata a Durazzo e cresciuta a Tirana (Albania). Nel 1984 si laurea in lettere inglesi e albanesi all’Università statale di Tirana. Nel 1988 lascia il suo paese per stabilirsi in Svizzera, dove vive attualmente. Nel ’97 pubblica il suo primo romanzo, Dashuri e huaj (Senza bagagli).
Tra i suoi libri, Piccola guerra perfetta, scritto in italiano, racconta l’orrore della guerra in Kosovo, partendo dalle testimonianze della gente che quella guerra l’ha vissuta. Un libro inevitabile, nato sin dai giorni della guerra in Kosovo quando all’epoca la scrittrice viveva in Svizzera.
«Non romanzo sulla guerra, né romanzo di guerra. No, questo romanzo è invece direttamente la guerra. È l’assunzione della guerra nell’occhio pietoso della vittima che non giudica, non condanna, ma comunica a tutti la sua visione. Uno sguardo limpido, classico, che non distorce nulla». Roberto Saviano

7 Arben Dedja
Arben Dedja è nato a Tirana, si è laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Chirurgia Generale. Vive in Italia dal 1999 e lavora come ricercatore presso l’Università degli Studi di Padova. Pubblica articoli nel campo della trapiantologia e delle cellule staminali. In Albania sono usciti due suoi libri di poesie originali e tre di traduzioni poetiche (da Cavalcanti, Saba e dal poeta ceco Miroslav Holub). Autotraducendosi, ha potuto pubblicare suoi testi in riviste e antologie italiane.
Amputazioni prolungate, segna il debutto in prosa di Arben Dedja. Con una sintassi particolare, quasi allergica al punto fermo, e uno stile tagliente, l’autore porta in scena improbabili quadri di partito, acclamatori un po’ matti, coristi stonati, chirurghi distratti, magazzinieri svitati e un pugno tragicomico di ex agenti segreti del regime. Tutti protagonisti di storie dissacranti e intrise di umorismo nero, che si comportano come ombre impaurite e vaganti di una realtà grottesca, passata oppure attuale.

8 Anila Wilms
Anila Wilms è nata a Tirana, dove ha studiato Storia e Filologia. Del 1994 si è trasferita a Berlino dove vive attualmente. La strada del Nord è il suo romanzo d’esordio premiato con l’Adelbert-von-Chamisso-Preis e lo Stuttgarter Krimipreis 2013 come miglior esordio letterario.
Albania 1924. Un’intollerabile violazione delle norme che regolano l’ospitalità, una vergogna: nella zona montuosa del Paese vengono assassinati due turisti americani. Da Tirana, la capitale provvisoria, l’onda dello shock si propaga fino a Londra e Washington. Un romanzo appassionato e intelligente: una parabola sulla modernizzazione forzata e sulla costituzione di uno Stato (leggi recensione)
“Ambizioso come un thriller di Eric Ambler, divertente e poetico come un romanzo di Ismail Kadaré” Perlentaucher

9 Mira Meksi
Mira Meksi è scrittrice e traduttrice albanese. Rappresenta una delle voci più importanti e potenti nel panorama letterario del periodo successivo alla caduta del regime di Enver Hoxha. Ha ricevuto diversi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, come il Premio per la traduzione letteraria del Ministero della Cultura, nel 2008.
Un avvincente romanzo in cui storia, leggenda e mito si fondono per dare voce a un periodo del quale purtroppo non esistono che scarsi documenti storici.

10 Gëzim Hajdari
Gëzim Hajdari, classe ’57, è considerato tra i maggiori poeti viventi contemporanei. Nato nei pressi di Lushnja nell’Albania meridionale, vive a Frosinone dal ’93. Scrive in italiano e in albanese. Con una poesia libera tratta i temi dell’esilio, della solitudine e del viaggio, ma anche dei suoi rapporti con le culture tra cui si trova a vivere. Ha ricevuto numerosi premi e le sue poesie sono tradotte in diverse lingue.
”Farsi chiamare poeta migrante è un onore, un privilegio, perché significa non metterti sullo stesso piano di Baricco, per esempio. Tutti i grandi poeti sono stati dei migranti… perché liberandosi della nazionalità raggiungevano altre dimensioni, valori universali, altrimenti sarebbero rimasti provinciali” Gëzim Hajdari

11 Ron Kubati
Ron Kubati è nato a Tirana. È uno scrittore albanese giunto in Italia con l’ondata migratoria del 1991. A Bari ha intrapreso gli studi di dottorato in Filosofia moderna e contemporanea ed ha iniziato a svolgere attività di traduzione. Scrive saggi, romanzi, raccolte di poesie e collabora con svariate riviste e quotidiani, fra cui La Gazzetta del Mezzogiorno e la Repubblica di Bari.
L’Albania durante la metà del XX secolo, seguendo la vita del colonnello Sami, eroe della resistenza all’occupazione nazifascista (leggi recensione di OBCT)

12 Darien Levani
Darien Levani è nato a Fier. È un avvocato e scrittore albanese. Esordisce nel mondo della narrativa nel 2010 con “Solo andata, grazie. – I popoli degli abissi” un mosaico di racconti che scavano nel mondo del sottoproletariato extracomunitario in Italia. Sempre nel 2010 partecipa nell’antologia “Nuove lettere persiane”, (a cura di Internazionale, con prefazione di Gad Lerner ed illustrazioni di Zero Calcare) con il racconto “Ladri di bicilette”, dal quale verrà realizzato il cortometraggio “L’importanza dell’essere in sintonia con l’universo” di Federico Micali (leggi intervista)
Una storia sospesa tra giallo e noir, è una storia di criminalità e droghe, un lavoro quasi giornalistico basato, tra l’altro, nel suo lavoro da avvocato ma anche nei rapporti annuali della Direzione Nazionale Antimafia.
“Un romanzo avvincente, che si legge tutto d’un fiato grazie alla ritmicità esplosiva del testo” Lorenzo Mazzoni

13 Vera Bekteshi
Vera Bekteshi è nata a Tirana. È un’affermata scrittrice albanese. Figlia di un generale dell’esercito, che è stato anche Direttore dell’Istituto di Studi Militari, durante il regime di Enver Hoxha, cresciuta a Tirana in quello che viene chiamato il “Blocco della dirigenza “, cioè il perimetro della capitale riservato agli alti papaveri del regime. Candidata per il Premio dell’Unione Europea per la letteratura
Un romanzo autobiografico sulla vita durante il regime di Enver Hoxa, in Albania: dal quartiere della dirigenza, nel cuore di Tirana, all’isolamento in sperduti villaggi.

14 Ylljet Aliçka
Ylljet Aliçka è nato a Tirana nel 1951. È fra i più importanti scrittori albanesi contemporanei, i suoi libri sono stati tradotti in più lingue. Già diplomatico internazionale, Ambasciatore presso l’UNESCO e attualmente National Representative del prestigioso Fondo Eurimages.
Aliçka è autore di numerose opere, tra cui raccolte di racconti, romanzi, testi universitari e sceneggiature divenuti film (alcuni dei quali hanno vinto numerosi premi, tra cui il premio della critica al Festival di Cannes 2001 e il Golden Prize all’International Film Festival di Tokyo 2001).
Un libro basato su una storia vera: immigrati che hanno visto la sofferenza, vicissitudini al limite di una civiltà moderna, vere anche le esperienza di vita che si snodano tra procedure e trafile burocratiche, sogni a occhi aperti, sentimenti contrastanti e forti emozioni, senza dimenticare i pregiudizi e la cattiveria della gente, ancora spaventata da culture e tradizioni diverse dalle proprie (leggi recensione)
Un libro che ci induce a riflettere non solo sul passato ma anche, e soprattutto, sul presente e su noi stessi. Oliviero La Stella

15 Luljeta Lleshanaku
Luljeta Lleshanaku è una poetessa albanese nata a Elbasan nel 1968. Ha studiato presso l’Università di Tirana ed è stata capo redattrice del settimanale Zëri i rinisë (leggi articolo)
Una poesia “straordinariamente apolitica” per un’autrice la cui famiglia è stata brutalmente oppressa durante il regime comunista Henri Israeli
La poesia di Luljeta Lleshanaku è un nido di ricordi d’infanzia: il dispiacere dell’assenza e il ricamo dei dettagli nella sua poesia si intrecciano in modo fitto. Anila Resuli
