Nel corso del 2022, Albania letteraria ha censito 81 libri pubblicati da autori albanesi tradotti, da italofoni e da scrittori italiani che narrano di Albania.
Si tratta prevalentemente di romanzi e saggi, ma anche la poesia e le biografie hanno fatto la loro parte. Tra queste pubblicazioni ci sono quelle che per le tematiche trattate e per lo stile proprio dell’autore, oltre che essere letture scorrevoli, sono connotate da un’importante sfumatura divulgativa.
Nella sezione dedicata, trovate tutti i titoli, quindi potete scegliere i testi che sono più vicini ai vostri gusti e alle vostre necessità di lettori. Quelli elencati in questo articolo, in ordine cronologico di pubblicazione, sono alcuni di quei titoli che, a mio avviso, meritano un maggiore approfondimento.
1 Le figlie del generale di Mimoza Hysa

Le figlie del generale è Il romanzo d’esordio in Italia di Mimoza Hysa, nota scrittrice e traduttrice albanese, che racconta di sistema e del suo potere stringente.
Marsina e Martina sono le indiscusse protagoniste del racconto, figlie di un alto funzionario del regime ed è attraverso le loro voci e il continuo scambio di battute che si instaura (sin da subito) tra le due, che la Hysa narra la loro storia e quella degli altri personaggi che animano le vicende.
È tramite le loro parole che fa un netto riferimento al sistema dittatoriale visto dall’interno di una casa e nello specifico da quella del carnefice. L’autrice offre una visione diversa del regime, inserendolo in un organismo ben più vasto, che inevitabilmente influenza l’evoluzione individuale. Una lettura avvincente, dai risvolti inattesi e dalla vistosa impronta psicologica.
2 Quota Albania di Mario Rigoni Stern

Mario Rigoni Stern è l’autore de Il sergente nella neve, il memorabile racconto autobiografico in cui narra della sua esperienza in qualità di sergente maggiore dei reparti mitraglieri nel battaglione Vestone dell’ARMIR, durante la ritirata di Russia del gennaio 1943.
La prima edizione di Quota Albania, pubblicata da Einaudi, risale al 1971 e lo scorso anno, la stessa casa editrice, dopo il successo della ristampa del 2018, ha riproposto una nuova pubblicazione dell’opera.
I fatti raccontati in Quota Albania precedono cronologicamente quelli narrati ne Il sergente nella neve e vogliono essere la rappresentazione obiettiva della follia del regime che non trova alcuna spiegazione razionale.
Sui monti d’Albania, il giovane sergente sente un profondo dispiacere nei confronti di una guerra che porta fame e morte, rendendo i luoghi e la gente oscuri e guardinghi. Nonostante le montagne albanesi si presentino inospitali a causa del conflitto, Rigoni Stern riesce a prendersi un pezzetto di libertà, correndo all’impazzata, non lasciandosi spaventare dal freddo e dalla neve, impadronendosi di un armonico frammento di libertà. Un libro da leggere per il contenuto storico e i nostalgici riferimenti all’Albania e alle sue bellezze.
3 Sulle strade dell’inferno di Visar Zhiti
La mia vita nel carcere di Spaç

La memoria, un valore tanto caro all’autore, è il filo conduttore di questo Sulle strade dell’inferno. La mia vita nel carcere di Spaç, il doloroso racconto che nasce quando Visar Zhiti è ormai fuori dal carcere. Arrestato durante il regime per le sue poesie, una sorte toccata a diversi intellettuali dell’epoca, l’autore decide di mettere nero su bianco quel terribile vissuto.
Un libro corale, in cui Zhiti si fa portavoce del suo dramma e di quello dei suoi compagni di cella, tormentati, torturati, uccisi dagli stenti. Scrivere questo volume ha significato rivivere emozionalmente quelle esperienze, dare voce al dolore e nonostante tutto, lasciare comunque una nota di positività.
Un libro forte, un memoriale di grande importanza storica, che nonostante la sua imponente mole si legge senza perdersi negli anfratti di una scrittura che a tratti si fa importante, non sfuggendo mai al suo alto profilo cristallino.
4 Foglie e fiori di Vinçenc Prennushi
Patria e fede nelle poesie di un martire in Albania

Foglie e fiori è l’antologia che raccoglie i versi e le parole di Vinçenc Prennushi, a emblema del perfetto equilibrio tra il suo profilo letterario e quello spirituale. In un periodo come quello attuale, in cui la poesia è sofferente e non suscita il giusto interesse nel lettore, i versi di Prennushi sono una ventata di pura e vera arte poetica.
La penna del martire si esprime attraverso un linguaggio semplice, facendo limpidamente trasparire l’emozione, l’incanto e l’angoscia, catturando le sensazioni, permettendo di conoscerle più a fondo, di stemperare il dolore o di prolungare il piacere: è il cantare le virtù che abitano nella sua complessa spiritualità.
È una poesia introspettiva che permette di connettersi al mondo, non trascurando la parte più intima di se stessi.
5 Domani e per sempre di Ermal Meta

Un libro ben strutturato questo Domani e per sempre, in cui Ermal Meta narra del suo Paese d’origine, attraverso la storia del protagonista, Kajan.
Non si tratta di un volume storico, bensì di un romanzo di formazione. Kajan è un bimbo e la sua evoluzione individuale va di pari passo con le vicende storiche che caratterizzano le epoche che attraversa, acquisendo consapevolezza e cercando la via del riscatto.
È palese la volontà dell’autore di rappresentare la storia del suo popolo, non le vicende storiche dell’Albania, trascinando il lettore nella storia di Kajan, non in quella del suo Paese, anche se fa da sfondo alla narrazione.
È accurata la ricostruzione che Meta fa del cammino del giovane protagonista, della sua urgenza di collocamento nel mondo e di adeguamento alla società. Una lettura fluida, che tiene alta l’attenzione di chi legge sin dalla prima pagina.
6 Libera di Lea Ypi
Diventare grandi alla fine della storia

Libera di Lea Ypi doveva essere un saggio accademico, che l’autrice ha trasformato, in corso d’opera, in un romanzo di formazione, che vede protagonista se stessa, (quindi un racconto autobiografico), nel periodo che va dagli ultimi anni del regime comunista di Enver Hoxha al fatidico 1997 (indicativamente), l’anno del caos politico, economico e sociale che coinvolge l’intera Albania.
Sono due le sezioni che compongono Libera: una riguardante l’Albania comunista e l’altra dedicata al Paese che si ritrova nel caos più totale e nella povertà più assoluta. Il punto di vista è quello di una ragazzina convinta dei sani principi del comunismo, che dopo la caduta del regime si rende conto di quanto la realtà fosse completamente differente.
Libera non è un romanzo pro dittatura: l’autrice utilizza l’ironia e il sarcasmo per alleggerire il racconto di vicende caratterizzate da alta drammaticità.
Il volume è un interessante romanzo autobiografico, che narra la faticosa liberazione dalle bugie in un momento di crescita delicato per la bimba a immagine speculare dell’evoluzione confusionaria dell’Albania: una lettura scorrevole e coinvolgente, con un’esplorazione sociologica non sempre così evidente.
7 Flama di Tom Kuka

Flama di Tom Kuka (Enkel Demi) è uno dei libri vincitori del Premio dell’Unione Europea per la Letteratura 2021. Siamo nella Tirana di cento anni fa e ancora una volta Kuka, con la sua scrittura altamente evocativa, narra dell’Albania di ieri per raccontare quella di oggi.
La città è invasa dai topi, si registrano morti improvvise di uomini uccisi da un morbo e in tutto questo, qualcuno commette un omicidio. A perire sotto la furia assassina è una donna, una nana che pratica la caffeomanzia. Iniziano così le indagini di Di Hima, l’ispettore incaricato di fare luce sull’accaduto.
In questo Flama, la passione dell’autore per le storie tramandate oralmente emerge in tutta la sua interezza, così come l’amore per i miti e quello per l’esoterismo. Kuka oltre a offrire una lettura avvincente, consegna uno spaccato dell’Albania identificabile con le inquietudini che sono proprie dell’animo umano, in quella intrinseca necessità di voler guardare al futuro rimanendo legati al filo indelebile del passato.
8 Donne d’Albania in Italia
Riflessioni, testimonianze, emozioni a cura di Rando Devole e Claudio Paravati

Donne d’Albania in Italia è un interessante e multiforme mosaico dell’universo femminile albanese in Italia. Il volume, curato dal sociologo Rando Devole e dal direttore della Rivista e Centro Studi Confronti Claudio Paravati, nasce grazie ai contributi di donne palesemente diverse tra loro, unite dal filo conduttore delle comuni radici. Il volume pone la lente d’ingrandimento sulle difficoltà legate al fenomeno migratorio e sulla capacità/possibilità d’integrazione nel nostro Paese.
Sono sessantuno i nomi di donne albanesi, di prima e seconda generazione, che compaiono sull’aletta posteriore del volume e ognuna di loro fa sentire la propria voce in maniera differente: chi attraverso un racconto o una testimonianza, altre tramite la poesia, o per mezzo delle proprie competenze o esperienze di aggregazione, o dell’arte visiva. I punti di partenza sono gli stessi per tutte: la separazione dalla propria terra, l’arrivo in Italia in tenerissima età o l’essere nate nel Bel Paese da genitori albanesi.
Cosa aspettarsi, quindi, da questo Donne d’Albania in Italia. Riflessioni, testimonianze, emozioni? Un affresco ben definito raffigurante un importante stralcio della condizione delle donne albanesi in Italia, dei loro sogni, delle gioie, delle vittorie, delle sconfitte.
In ogni racconto, in ogni esperienza narrata, anche nei saggi o negli scritti più tecnici, spiccano le emozioni dalle più tenere, alle più energiche, alle più fastidiose. Al lettore resterà la conoscenza di un’aggraziata connessione emotiva con questo policromo universo femminile, fatto di sforzi, curiosità, determinazione, professionalità e talento.
9 Grande Padre di Christian Elia
Viaggio nella memoria dell’Albania

Grande Padre. Viaggio nella memoria dell’Albania è un libro fatto di incontri, di voci, di sguardi e di prospettive che si uniscono in un poligono perfetto, al cui interno compare l’Albania, o meglio gli albanesi, i quali rappresentano il soggetto principale della narrazione, in una centralità che Christian Elia propone e attua con metodo, eleganza e con una lodevole capacità di immedesimazione nella realtà sqhipetara raccontata.
Nel percorso segnato dagli autori non emerge la presunzione di dare risposte nette, bensì la necessità di diventare un megafono, voce viva dei soggetti smarriti, che si interroga su quella nerissima fame di libertà delle generazioni precedenti, chiedendosi se si sia trasformata in un’immacolata e bianca società libera o se il grigiore e le ombre del passato continuano a rappresentare una pesante ancora per la nave albanese, che, in realtà, ha fretta di navigare velocemente. (dalla recensione di Vito Saracino)
10 La valle dei bambini perduti di Artur Nuraj

Sono storie dai risvolti inquietanti quelle che animano questo La valle dei bambini perduti di Artur Nuraj, utili a una narrazione che va al di là del racconto dei fatti e atte a disegnare il profilo politico-sociale dell’Albania durante il periodo del regime e dei suoi anfratti più intimi di Paese martoriato. Protagonista indiscusso del romanzo è il detective Lamani, una figura ben riuscita, dalla mente lucida e al contempo ombrosa, persa nell’intimo più recondito della sua anima.
Le vicende che compongono il romanzo sono ben adattate al periodo storico che fa loro da sfondo; Nuraj consegna un libro di buona completezza narrativa, in cui il racconto trascina l’interesse del lettore di pagina in pagina, facendo leva sui fatti che hanno caratterizzato uno stralcio di Storia che ha profondamente segnato l’Albania, condizionando la vita e la mente del popolo. L’intelletto dell’individuo è segregato, è lì che risiede la vera prigione; è in quello spazio limitato e infinito che il regime innesca la sua irrazionale dinamica.
11 L’impero nei Balcani di Alberto Basciani
L’occupazione italiana dell’Albania 1939-1943

Alberto Basciani, in questo L’impero nei Balcani, racconta in maniera lucida e cristallina le azioni perpetrate in Albania dall’imperialismo fascista, sottolineando l’empietà con la quale furono messe a punto e ripulendo i fatti da quell’alone di perplessità, che sempre ha mascherato le reali intenzioni alla base dell’occupazione italiana. I fatti narrati e le conclusioni esposte sono il frutto di un attento studio e di precise valutazioni della ricca documentazione proveniente da archivi italiani ed esteri.
Una ricostruzione lucida e al tempo stesso accurata quella fatta da Basciani atta a eliminare definitivamente ogni ombra di dubbio sulle motivazioni per cui l’Albania subì l’invasione italiana. L’autore espone i fatti nella maniera più semplice e obiettiva possibile, offrendo al lettore un libro interessante e di importante divulgazione storica. Il riuscito intento di Basciani è quello di far arrivare un chiaro messaggio informativo su cosa accadde realmente in Albania dal 1939 al 1943, affinché la trasmissione di notizie possa non essere più distorta.
12 Il terzo soldato di Luciano Crosetto

Zara Kaledi è una maestra trentacinquenne, donna di cultura e per questo molto invidiata dalle amiche e da chi le è più vicino. Siamo nel 1941, in piena guerra: l’Italia e la Germania hanno invaso l’Albania e la Grecia. Un convoglio italiano, diretto verso un villaggio greco, subisce l’attacco di un gruppo di partigiani albanesi. La colonna militare non prosegue oltre, al fine di prestare soccorso e le necessarie cure ai feriti. Una sosta che richiede molto più tempo del previsto ed è in questo lasso temporale che Irene Barzanis, amica di Zara, subisce un grave vilipendio da parte dei soldati italiani, tanto che suo padre, pervaso dalla rabbia e dal dolore, ne uccide due. Alle fucilate di Klevi Barzanis sfugge un terzo soldato, che in realtà non ha preso parte alla violenza.
È una storia ben scritta e dal profilo fortemente realistico quella che anima Il terzo soldato, il libro di Luciano Crosetto. La protagonista è una donna dal libero pensiero, ben lontana dall’osservare le consuetudini dell’epoca. Zara è l’antitesi del pregiudizio, va contro ogni becera formalità, è una donna che desidera amare e per il suo grande amore decide di sfuggire ai dettami della legge.
Crosetto narra di guerra e dell’Albania invasa attraverso le vicende che vivono i personaggi e tramite le loro emozioni, senza angosciare il lettore, offrendo uno spaccato di Storia che fa da importante sfondo alle storie raccontate con cognizione di causa e una buona porzione di coraggio.
13 Il dossier O. di Ismail Kadare

Il dossier O. di Ismail Kadare è un thriller che indaga la nascita e il futuro dei grandi poemi epici, l’effimero nell’arte e l’insolubile enigma della creazione artistica. Un ritratto sottile e implacabile delle derive del potere, che scava nel nostro passato ma dice molto anche del presente.
Ancora una volta, Kadare sviscera tematiche socioculturali di rilevante importanza, in un libro avvincente e che offre molti spunti di riflessione.
A metà degli anni trenta, la vita di N., piccolo e sonnolento paese nel nord dell’Albania, è sconvolta dall’arrivo di due stranieri. Max Roth e Willy Norton, due studiosi irlandesi, sono arrivati da Harvard per approfondire l’antica tradizione dei rapsodi albanesi.
Armati di magnetofono, da poco inventato, cercano conferma alla loro teoria, secondo la quale nell’epopea albanese si possono rintracciare le origini dei racconti omerici. È veramente Omero l’autore dell’Iliade e dell’Odissea, oppure ha riunito e trascritto leggende orali più antiche? Le ricerche, però, non sono facili. Max e Willy sono giunti in Albania preceduti da un telegramma dell’ambasciatore negli Stati Uniti. La nota terminava con questa osservazione: “Non si può escludere che i due visitatori stranieri siano delle spie.” Tanto era bastato alle paranoiche autorità locali per incaricare il viceprefetto di N. di smascherarli.
Per farlo, l’uomo sguinzaglierà sulle loro tracce il suo migliore agente. I due studiosi, inoltre, si trovano a dover fare i conti con la sete di novità della buona società locale, con una certa diffidenza nei loro confronti e con tensioni etniche che covano sotto la cenere. Tra avventura, suspence e ironia, Kadare ci consegna un romanzo storico affascinante che porta il lettore nel cuore dell’Albania di inizio Novecento, con le sue speranze e le sue contraddizioni. Un thriller che indaga la nascita e il futuro dei grandi poemi epici, l’effimero nell’arte e l’insolubile enigma della creazione artistica (dalla quarta di copertina).
14 Giustizia di Eltjon Bida

Eltjon Bida, dopo due libri autobiografici, decide di scrivere Giustizia, un noir incentrato su una tematica drammaticamente attuale: la violenza sulle donne.
Con una scrittura semplice e scorrevole, Bida racconta, in maniera profondamente realistica, una storia pregna di verità. Per la stesura del libro, l’autore prende spunto da alcune vicende realmente accadute, consegnando al lettore un messaggio forte e chiaro: le violenze vanno denunciate, non deve essere la paura a fermare nessuno.
Violenza, controllo, patologia, distruzione fisica e mentale, un vissuto doloroso, sono gli elementi intorno ai quali si snodano le vicende che animano il romanzo, inseriti in una cornice caratterizzata da una fortissima spinta positiva, che induce ad avere sempre più fiducia nella legge.
15 Il dramma dell’Albania
nel racconto del delegato apostolico Leone G. B. Nigris (1938-1944) a cura di Anesti Naçi

L’istituto Paschini, che si occupa della storia della Chiesa in Friuli, si è impegnato nella pubblicazione de Il dramma dell’Albania nel racconto del delegato apostolico Leone G.B. Nigris (1938-1944), un testo sulla storia dell’Albania, a cura di Anesti Naçi, in cui due mondi, quello friulano e quello albanese, già vicini dai primi del ‘900, finalmente si incontrano.
È un volume impreziosito da foto, grazie al contributo del Museo Nazionale della Fotografia “Marubi” di Scutari, che ha reso possibile la realizzazione dell’appendice estetica.
L’aspetto dominante del racconto riguarda le osservazioni su ciò che monsignor Nigris conosce meglio: gli italiani e i cattolici. Al di là delle considerazioni che riguardano altre categorie, come comunisti, musulmani ecc., quello che si può valutare come particolarmente importante è il racconto sugli italiani e gli albanesi con cui Nigris viene in contatto.
Sono rilevanti le osservazioni o le narrazioni che il Delegato fa, soprattutto nei confronti della componente anticomunista, cioè di quella parte del paese che, al di là del giudizio morale sulle scelte che ne contraddistinsero l’azione, si è trovata dalla parte “perdente”, sbagliata, della storia albanese. (dall’intervista ad Anesti Naçi)
16 La terra sbagliata di Gazmend Kapllani

Confine, immigrazione, identità e famiglia sono i quattro punti cardine intorno ai quali si snoda questo La terra sbagliata di Gazmend Kapllani, (in commercio dal 6 gennaio 2023), la cui scrittura incisiva consegna al lettore un gioco di atmosfere, di pensieri e di emozioni, disegnando la complicata realtà di chi lascia la propria terra, con la quale prima o poi si ritrova in una drammatica resa dei conti.
Non ci si allontana mai solo per odio e per bisogno, come non ci si riavvicina mai unicamente per amore: è un vorticoso mettersi in discussione, è l’urgenza di elevare all’ennesima potenza il disagio di chi si trova fuori dal proprio Paese per scelta o per necessità e rientra per riappropriarsi di quel pezzo di cuore lasciato alla terra che lo ha visto nascere.
Frederick e Karl sono i due protagonisti: il primo si scontra con quello che non vuole vedere, il secondo con i suoi dubbi e le sue incertezze. Piacerebbe molto a Kapllani raccontare di un mondo privo di immigrazione, ma, come da sua stessa ammissione, è consapevole che significherebbe privare l’umanità di un fattore salvavita, perché, infondo, chi si sposta vede negli altri luoghi qualcosa di più rassicurante.
Una storia che rispecchia quella di molti, narrata con la consapevolezza di chi l’ha vissuta, traendo sofferenza, insegnamento e consapevolezza.