Sono tantissimi gli autori albanesi di prima generazione – parte della cosiddetta letteratura migrante – che hanno deciso di raccontare e raccontarsi nella lingua d’adozione: l’italiano.
La maggior parte di loro narra storie legate all’Albania, ai suoi usi, costumi e tradizioni. Non mancano però anche racconti della vita degli immigranti in Italia, delle difficoltà che trovano, della grande umanità e accoglienza dell’Italia e degli italiani. In molti casi le storie narrate contengono elementi autobiografici, aiutando così a costruire l’edificio del multiculturalismo e trasformando questi autori in degni ambasciatori della cultura e letteratura albanese nel mondo.
La diversità tra culture è qualcosa da valorizzare. Raccontare queste diversità ci aiuta a capire l’incredibile varietà di usi e costumi delle culture umane, che possono sembrare talvolta assurde se osservate dall’esterno, ma che restano irrimediabilmente affascinanti.
Il bisogno di questi autori di narrare in italiano, a mio avviso, nasce dalla necessità di raccontare senza il filtro della traduzione, che pur minimo, potrebbe far calare qualche ombra sul vero spirito narrativo degli autori. Allo stesso tempo, scrivere nella lingua d’adozione è un percorso naturale per questi scrittori e poeti, che hanno passato gran parte della loro vita in Italia.
Tantissimi sono anche gli autori albanesi tradotti in italiano e in altre lingue. La lista è lunga ma io mi soffermerei in cinque libri di autori albanesi che mi hanno colpito particolarmente e per i quali suggerirei la lettura.
1 Il generale dell’armata morta
di Ismail Kadare
Il primo, scritto da Ismail Kadare e intitolato “Il generale dell’armata morta” (Longanesi 1970, 2009, Corbaccio 2004), è stato pubblicato per la prima volta a Tirana nel 1963 quando l’autore aveva solo 26 anni. È stato tradotto in 36 lingue e dal romanzo è stato tratto un film in albanese e un altro di coproduzione italo-francese.
A 17 anni lessi la versione in lingua albanese del romanzo, intitolata “Gjenerali i ushtrisë së vdekur” e 25 anni dopo, quella in lingua italiana. È uno di quei libri che bisognerebbe leggere diverse volte nella vita. E ogni volta ti gusta di più.
Il romanzo narra la storia di un generale e un prete, entrambi italiani, arrivati in Albania con una missione: riportare in Italia i corpi dei soldati caduti durante la Seconda Guerra Mondiale. Un compito per niente facile, che si infrange contro gli scogli di un clima ostile e la freddezza di un popolo fiero e diverso per usi e costumi, senso della vita, della morte e dell’onore.
Ismail Kadare
Nato ad Argirocastro nel 1936, Ismail Kadare è considerato uno dei più grandi scrittori e intellettuali del XX secolo. Si laureò nella Facoltà della Storia e Filologia presso l’Università di Tirana e studiò per due anni letteratura mondiale all’Istituto Gorkij a Mosca. Nel 1990 ha chiesto e ottenuto l’asilo politico in Francia. Ha vinto molti premi letterari, tra cui il Premio Mediterraneo per stranieri, Premio Herder, Man Booker International Prize, Premio Principe delle Asturie per la letteratura ecc. Più volte candidato per il Premio Nobel e membro d’onore all’Accademia Francese.

2 Vergine Giurata
di Elvira Dones
Il secondo, è il bellissimo romanzo di Elvira Dones, Vergine Giurata (Feltrinelli 2007). Lo stesso anno, il libro fu pubblicato in Albania con il titolo “Hana”. Lo lessi tutto d’un fiato nel 2016, dopo l’uscita del film dall’omonimo titolo, tratto liberamente dalla sua storia. Una scrittura delicata e una fatica letteraria riuscitissima dell’autrice, che ha scritto questo libro direttamente in italiano; il primo dopo un periodo di gestazione linguistica partita dall’uso dell’albanese tradotto.
Con la storia di Hana, la Dones riporta una tradizione tramandata da padre in figlio tramite un codice consuetudinario albanese del Medioevo, il Kanun. Hana, una giovane ragazza rimasta orfana, è vincolata al giuramento per sfuggire a un matrimonio combinato. Diventa burrneshë, salvando così l’onore della famiglia. Una scelta obbligata che non ha nulla di personale. La storia di Hana è la storia di una donna albanese che sacrifica la sua femminilità per essere libera. Finché un giorno la donna diventata Mark, trova il coraggio di tradire il giuramento e fuggire in America alla scoperta della femminilità perduta.
Elvira Dones
Elvira Dones è nata a Durazzo nel 1960. È scrittrice, giornalista e sceneggiatrice. Attualmente vive negli Stati Uniti dopo aver trascorso molti anni in Svizzera. Ha pubblicato “Senza bagagli” (Besa,1998), “Sole bruciato” (Feltrinelli, 2001), “Bianco giorno offeso” (Interlinea, 2004), “I mari ovunque” (Interlinea, 2007), “Piccola guerra perfetta” (Einaudi, 2011). “Vergine giurata” è stato tradotto in Inghilterra come “Sworn Virgin” con una introduzione di Ismail Kadare. Ne è stato tratto il film di Laura Bispuri presentato al festival di Berlino 2015.

3 Il tuo nome è una promessa
di Anilda Ibrahimi
Il tuo nome è una promessa, (Einaudi, 2017) è l’ultimo romanzo di Anilda Ibrahimi. Semplicemente bellissimo! Il tempo preso in considerazione nella narrazione va dagli anni ’30 fino agli anni ’90.
Nell’Albania del Re Zog molte famiglie di ebrei trovarono un rifugio sicuro. Fra questi ci sono i Rossen, con le loro due figlie: Abigail ed Ester.
Abigail viene catturata dai tedeschi e condotta nel lager di Dachau. Sarà la figlia di Ester, Rebecca, arrivata a Tirana negli anni ‘90 a cercare di comporre la storia e i tasselli mancanti della famiglia. Questo romanzo racconta un pezzo di storia che non deve essere mai dimenticato.
Anilda Ibrahimi
Anilda Ibrahimi è nata a Valona nel 1972. Ha studiato letteratura a Tirana. Nel 1994 ha lasciato l’Albania, trasferendosi prima in Svizzera e poi, dal 1997, in Italia. Il suo primo romanzo “Rosso come una sposa” (Einaudi, 2008) ha vinto i premi Edoardo Kihlgren – Città di Milano, Corrado Alvaro, Città di Penne, Giuseppe Antonio Arena. Per Einaudi ha pubblicato anche il suo secondo romanzo “L’amore e gli stracci del tempo” (2009 e 2011), di cui sono stati opzionati i diritti cinematografici, Premio Paralup della Fondazione Nuto Revelli. I suoi romanzi sono tradotti in sei Paesi. Nel 2012 ha pubblicato, sempre per Einaudi, “Non c’è dolcezza” e, nel 2017, “Il tuo nome è una promessa”.

4 In assenza di parole
di Irma Kurti
Il libro della scrittrice e poetessa Irma Kurti, In assenza di parole, è l’ultimo che ho letto. Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere la Kurti alla Fiera del Libro di Torino nel 2017. Mi sono ritrovata moltissimo in tanti episodi narrati dall’autrice di questo romanzo. Mi ha colpito il fatto che è una storia vera che ha preso forma dopo che l’autrice ebbe avuto in mano un diario davvero speciale: quello di suo padre. Ci sono anche fatti inventati ma la maggior parte di essi è vera.
La storia narrata parla di una famiglia di origini albanesi, che ha lasciato la propria terra natia per vivere in Italia. La famiglia è composta da due coniugi già avanti con l’età, Sotir e Luisa, e le loro tre figlie. Ognuno porta avanti la lotta della vita con le difficoltà del lavoro, delle nuove famiglie che si sono costruite, dei problemi derivati dalla nuova lingua. È una storia che commuove e fa riflettere.
Irma Kurti
Irma Kurti è una poetessa e scrittrice di origine albanese. Nel 1980 viene omaggiata con il Primo Premio Nazionale in occasione del 35° anniversario della rivista “Pionieri”. Al pubblico albanese è conosciuta anche come autrice dei testi di tante canzoni di successo; ha scritto circa cento testi di canzoni. Ha vinto numerosi premi e riconoscimenti letterari in Italia e nella Svizzera Italiana. Le è stato conferito il Premio Internazionale “Universum Donna” IX Edizione – 2013 per la Letteratura e la nomina a vita di “Ambasciatrice di Pace” dall’Università della Pace della Svizzera Italiana. Ha pubblicato quindici libri in lingua albanese, nove in lingua italiana e tre in inglese. Collabora con varie testate giornalistiche albanesi.

5 Dal tuo terrazzo si vede casa mia
di Elvis Malaj
L’ultimo, ma non per questo meno importante, è il libro d’esordio di racconti Dal tuo terrazzo si vede casa mia (Racconti Edizioni, 2017), di Elvis Malaj, uno dei 12 libri semifinalisti della LXXII Edizione del Premio Strega. il libro è scritto in italiano, un po’ originale in alcuni passaggi.
Sono dodici i racconti di questo libro, molto diversi tra di loro: storie di vita quotidiana, anche un po’ crudeli, autoironiche, che contengono vari tipi di stereotipi, alternando racconti ambientati in Italia a racconti ambientati in Albania e di ricordi dell’infanzia dell’autore.
Il titolo “Dal tuo terrazzo si vede casa mia” è la frase che un ragazzo albanese dice a una ragazza italiana nel l’ultimo racconto.
“Abito dall’altra parte della piazzetta, dal tuo terrazzo si vede casa mia”
Veronica lo guardò per un attimo senza capire.
“E quindi?”
“Siamo la famiglia di albanesi che si sono trasferiti qui qualche anno fa, ci conoscono tutti nel quartiere”
“Il fatto che sei albanese dovrebbe rassicurarmi?”
“Ma sei razzista?”
“Dammi pure della razzista, ma se mi ritrovo in casa un albanese armato di coltello di sicuro non penso che sia un benefattore”
Elvis Malaj
Elvis Malaj (Malësi e Madhe, Albania) classe 1990, è il primo autore italiano pubblicato da Racconti. Albanese per nascita, a quindici anni si è trasferito ad Alessandria con la famiglia. Oggi vive e lavora a Padova. È stato finalista al concorso 8×8, e ha pubblicato racconti su effe e nella rassegna stampa di Oblique. “Dal tuo terrazzo si vede casa mia” è il suo esordio.
