Un programma ricco di incontri ha caratterizzato la seconda giornata dell’Albania Paese ospite d’onore al Salone del libro di Torino. Ad avvicendarsi, in Sala Albania, presentazioni di libri e incontri tematici, che hanno visto protagonisti autori albanesi e scrittori italiani che, nei loro testi, raccontano di Albania. Nonostante la pioggia che si è abbattuta sulla città di Torino, l’affluenza di visitatori al Lingotto è stata altissima, portando nello spazio albanese molti curiosi, oltre agli appassionati.
Fatos Kongoli

Ad aprire la giornata di venerdì, il tanto atteso incontro di Fatos Kongoli con i lettori. Ad accoglierlo fotografi, amici e un numeroso pubblico: a dialogare con l’autore Irena Toçi, direttrice della storica casa editrice albanese Toena, che da sempre pubblica, in Albania, i libri di Kongoli e Luigi Franco, il direttore editoriale di Rubbettino Editore. L’interpretazione dall’albanese è stata affidata a Julian Zhara. Si è parlato della genesi di Piccoli bugiardi, il volume pubblicato da Rubbettino nel 2022, che nasce dopo una malattia devastante che ha colpito lo scrittore.
In quel periodo stavo talmente male, tanto da pregare mia moglie, affinché trovasse qualcuno che potesse togliermi da questo mondo. Per questo motivo, sono favorevole all’eutanasia.

In quel periodo di grande sofferenza, Kongoli ha pensato a una storia, costruendo nella sua testa il libro che avrebbe voluto scrivere. Il suo desiderio di vedere quel racconto nero su bianco era talmente alto, da chiedere alla sua segretaria di scriverlo per lui.
Piano piano, però, mi sono ripreso, fino a stare meglio e poi bene. Così, ho detto alla mia segretaria: “Lascia stare, scrivo io, sto bene”. La morte ha bussato alla mia porta, ma per riportarmi alla vita e dirmi che dovevo stare qui, per scrivere altri libri.
Franco ha tratteggiato le peculiarità di Piccoli bugiardi, che rispecchiano quelle dell’autore, delineando il profilo dei personaggi disegnati da Kongoli, che tendenzialmente compaiono in tutti i suoi libri e della potenza della sua scrittura, tipica dei grandi autori.
Non mi definisco un grande autore, forse nemmeno scrittore. Non ho un buon pensiero su questo.
L’incontro si è concluso con i ringraziamenti di Fatos. A breve, su Albania Letteraria, l’intervista realizzata subito dopo la presentazione.
In Sala Albania
A confrontarsi nella Zona Dantesca, partendo dai primi livelli di Gjon Buzuku nel 1555, fino a Dante Alighieri, alla letteratura del Novecento e sottolineando il loro legame con la cultura europea, Besnik Mustafaj, Liljana Cuka Maksuti e Julian Zhara.

La mattinata è proseguita con Artur Spanjolli, che ha presentato La sposa rapita e con Christian Elia e Camilla de Maffei, che hanno parlato di Grande Padre. Viaggio nella memoria dell’Albania, il reportage sull’Albania, che nasce da cinque anni di lavoro, circa 120 interviste e da un archivio di più di 4000 foto.

Un confronto tutto al femminile L’infanzia nello specchio: testimoniare e raccontare, (in Sala Bianca), con Ornela Vorpsi e Lea Ypi, due delle scrittrici ora residenti all’estero, che meglio hanno saputo raccontare il passaggio più complicato e controverso della storia albanese recente: quello della caduta del regime comunista e dell’apertura del paese al mondo.
In Sala Albania il pomeriggio è proseguito con Mimoza Hysa, che ha presentato il suo Le figlie del generale, un romanzo ambientato durante il regime albanese, dalla forte impronta psicologica e dai risvolti inquietanti, che guarda al sistema attraverso gli occhi del carnefice.
Ylljet Aliçka ha parlato del suo Metamorfosi di una capitale, (la Tirana del regime stalinista, che approda all’improvviso nel moderno, trasformandosi in un laboratorio della natura umana), lasciando poi spazio all’incontro corale Open Book, in una discussione tra Alda Bardhyli, Daniele Comberiati, la scrittrice serba Tatjana Dordevic e l’editore Livio Muci. Con questo evento, che nasce dall’idea di Virgjil Muçi, il grande rinunciatario della manifestazione, si è voluto sottolineare l’importanza della letteratura nella coesione tra i Paesi balcanici.

La giornata si è conclusa con Lea Ypi, che, in un dibattito con Tom Kuka (Enkel Demi) e l’editrice Arlinda Dudaj, ha parlato del suo controverso romanzo Libera. Si è disquisito circa il concetto di libertà, sulla narrazione senza giudizio, resa possibile dal suo sguardo di bambina,(nel libro racconta la sua infanzia durante la dittatura e dopo la sua caduta), e sulle polemiche che hanno contraddistinto la pubblicazione del volume in Albania, riguardanti la posizione della Ypi nei confronti del passato regime comunista.

Ad aprire un sabato ricco di incontri, in Sala Albania, sarà Ornela Vorspi che porterà alcune riflessioni sul suo lavoro tra arte e letteratura.